Senza Casa, non c’è salute! Sabato 27 marzo manifestazione nazionale e incontro al Ministero delle Infrastrutture

Dal Ministero delle Infrastrutture a Porta Pia la diretta della manifestazione di oggi 27 marzo per il diritto alla casa.

Roma -

Sabato 27 marzo i Movimenti per il Diritto all’Abitare, Asia-USB, Noi Restiamo e la campagna ‘Sciopero degli Affitti’ prenderanno parte alla mobilitazione transnazionale ‘Housing Action Days’ per il diritto all’abitare indetta a livello europeo per il 27-28 marzo da sindacalismo conflittuale, movimenti, collettivi che, nella pandemia in atto, combattono le stesse condizioni di crisi e precarietà abitative.

La giornata inizierà alle 8.30 con il picchetto in via degli Angeli 46 (Torpignattara) in difesa di Yoidainis, donna sola con due figli adolescenti, messa sotto sfratto da parte del padrone di casa che prima le ha affittato un monolocale in nero a 600 euro, poi ha cercato di rincarare l’affitto a 750 euro, e infine sta cercando di cacciarla di casa ora che ha perso il posto nell’hotel per cui lavorava, staccando le utenze e ricorrendo a minacce ed atti di vandalismo. Una storia emblematica dell’urgenza non solo di un blocco degli sfratti e degli sgomberi generalizzato e immediato, nonché della cancellazione del debito sugli affitti, ma del ripristino di un controllo pubblico deciso sui canoni di locazione, altrimenti lasciati alla discrezionalità (se non all’abuso) di certi proprietari di immobili, nonché nelle mani della grande proprietà.

Solo il collegamento tra affitti e redditi effettivi, e il riuso del patrimonio vuoto e in disuso, può invertire il trend della speculazione e della concentrazione nelle mani della grande rendita immobiliare. Tendenze che, complice la pandemia in atto, rischiano solo di intensificarsi. È urgente dunque riaprire una nuova stagione di politiche abitative per Roma, e per tutto il Paese, che sia di carattere strutturale, e non improntata all’ottica emergenziale fatta di provvedimenti tampone temporanei (come l’attuale blocco degli sfratti per morosità fino a giugno 2021) se non inefficaci e dannosi (come il bonus degli affitti, spesso finito nelle tasche degli stessi proprietari). Solo in questo modo sarà infatti possibile affrontare le conseguenze sull’abitare della crisi socioeconomica già in essere, e ulteriormente aggravata dalla pandemia, e che non si può certo affrontare con decina di migliaia di sgomberi di immobili e alloggi popolari occupati per necessità, sfratti, pignoramenti, né tantomeno con la vendita del patrimonio pubblico per fare cassa.

Questi sono alcuni dei punti principali che saranno toccati dalla mobilitazione cittadina che avrà luogo a partire dalle 15 davanti al Ministero delle Infrastrutture Sostenibili a Porta Pia, e che vedrà anche l’incontro tra i promotori, il neoministro Enrico Giovannini e lo staff ministeriale. Una apertura sicuramente importante, frutto dell’ostinazione e della determinazione dei Movimenti e dei sindacati, e che ci auguriamo aprirà un percorso serio e costante di contrattazione sociale sulle proposte concrete di utilizzo delle risorse europee in arrivo con il Next Generation EU.

In un recente incontro avuto con la Regione Lazio, l’assessore alla Casa Valeriani ha dichiarato di voler chiedere al governo centrale 1 miliardo di euro per affrontare la questione dell’edilizia residenziale pubblica a Roma e nel Lazio. Riteniamo che risorse così importanti vadano fatte convergere verso l’unica grande opera sostenibile: un alloggio dignitoso, e accessibile, per tutti e tutte. Risorse che, d’altronde, si potrebbero ulteriormente aumentare tassando l’invenduto e lo sfitto nelle mani dei grandi costruttori e fondi immobiliari, gli stessi nelle cui tasche arrivano persino i contributi all’affitto, e che traggono profitto da processi sempre più violenti, ed espulsivi, di gentrificazione e turistificazione.

Infine sottoporremo all’attenzione del ministro Giovannini l’urgenza di abolire gli articoli 3 e 5 del Piano Casa Renzi-Lupi 2014 che ormai da anni stanno ulteriormente aggravando la crisi abitativa: l’uno consentendo la vendita massiccia di alloggi di edilizia residenziale pubblica, il secondo negando la residenza (e dunque, l’accesso ai servizi fondamentali di welfare e alle utenze) a chi ha occupato in condizione di necessità. Prendere atto della centralità della casa come bene d’uso essenziale per la salute pubblica e collettiva, e non come bene di scambio speculativo, o un problema di ordine pubblico, è per noi lo strumento fondamentale per poter uscire dalla crisi innescata dalla pandemia e aprire una nuova stagione di politiche abitative, e di welfare. A Roma e in tutto il Paese.

Senza casa, non c’è salute!

 

Asia-USB

 

26-3-2021