Senza casa resistono allo sgombero: carica della polizia
Palermo. Da stamattina è in corso in via Calvi, una maxi operazione di sgombero di una palazzina occupata a scopo abitativo da circa 60 senzatetto ormai più di cinque mesi fa. Il clima è teso, la polizia risponde caricando.
Le scene a cui si assiste sono quelle della disperazione delle famiglie che abitano la palazzina, ma anche quelle della determinazione e resistenza allo sfratto. Ma le minacce di gettarsi di sotto se l’operazione non verrà sospesa da parte di qualche occupante, non intenerisce le forze dell’ordine. Mentre tuttora alcune famiglie sono asserragliate nei piani più alti, in quelli inferiori vengono spazzate via le vite delle famiglie che in questi cinque mesi hanno fatto della palazzina in via Calvi la propria casa. Arredi ed effetti personali vengono così portati verso l’esterno dagli operai di una ditta. Intanto sono decine le persone che stazionano e presidiano davanti lo stabile in quanto occupanti o in solidarietà con gli stessi; la tensione raggiunge l’apice e l’ingente schieramento di polizia (che si presenta con uno spropositato impiego di uomini e mezzi per sgomberare dei senzacasa!) non gradisce e cerca di allontanare con una carica chi presidia sotto il palazzo. La volontà di separare gli occupanti da chi è giunto per difendere e sostenere la legittimità della loro lotta appare evidente nelle intenzioni della polizia.
Anche qualche tenda da acampadas comincia a vedersi, a testimonianza di quale sia la determinazione a difendere la propria necessità abitativa.
Questo il clima e il modus operandi di un’amministrazione comunale di fronte al problema abitativo; quello dello sgombero forzato di chi ha deciso di provvedere da solo, con l’occupazione e la riappropriazione immediata, alla soddisfazione di un bisogno e un diritto fondamentale come quello all’abitare.
Questa la risposta delle istituzioni a una settimana di distanza dalla manifestazione del 19, quando decine di migliaia di persone hanno invaso la capitale, pretendendo senza mediazioni, casa e reddito per tutti. Evidentemente questo nuovo blocco sociale le cui potenzialità sono state dimostrate nella giornata romana, fanno paura a chi ci governa cercando di amministrare le contraddizioni della crisi, e lo sfratto di via Calvi ne è una dimostrazione.
Seguiranno aggiornamenti da via Calvi.
Via Calvi, disperazione dopo lo sgombero: "Dimenticati dal Comune, ma ci mandano la Tares"
Le storie delle 17 famiglie fatte uscire stamattina dall'immobile occupato abusivamente. "Mio figlio sarà operato a giorni e siamo senza casa". "Gli agenti sono entrati con violenza, senza il minimo rispetto". Orlando: "Sgombero disposto da magistratura"
La sua storia è comune a quella di tanti altri inquilini dello stabile, sfitto da ventotto anni. Veronica viveva a casa con il compagno ed il figlio disabile: "Mio figlio è nato con una malattia congenita ed ha i piedi storti. Fra venti giorni dovrà affrontare la terza operazione ed ora ci ritroviamo senza una casa. Sia io che il mio compagno siamo disoccupati. Lui ha perso il lavoro tempo fa, io non posso averne uno perché devo pensare alla salute del mio bambino". Nelle sue condizioni vivevano altre diciassette famiglie, che come lei si preparano a a dormire nelle tende montate per l'occasione. "Siamo senza prospettive ed ora - ci spiega - non potremo fare altro che tornare a vivere in macchina". Il nervosismo aumenta, fra le urla degli occupanti e le lacrime dei bambini. Alcuni di loro non hanno nemmeno un anno. Gli operai della ditta di trasporti scendono con la gru una culla cosicché i genitori possano rimettere a dormire i propri figli.
Piccoli, ancora con gli occhi impiastricciati e la colazione che sicuramente gli sarà andata di traverso. "Fateci parlare con tranquillità". Con questa frase, secondo quanto raccontato da Benedetta Ventimiglia (25 anni), gli agenti delle forze dell'ordine avrebbero chiesto di entrare nelle abitazioni occupate. "Non hanno avuto il minimo rispetto. Sono entrati con violenza, mentre i bambini facevano colazione prima di andare a scuola o addirittura ancora dormivano". Anche Benedetta condivide le stesse difficoltà dei suoi compagni "d'avventura". Fra quelle quattro mura viveva con il compagno ed il figlio. Tutti e due non hanno un lavoro. "Avevamo chiesto 60 giorni di proroga, per cercare di capire cosa fare - spiega Benedetta -. Non abbiamo ricevuto mai sussidi e siamo disoccupati. Tramite il nostro avvocato abbiamo cercato anche il proprietario dell'edificio (lo stabile appartiene un privato, ndr) ma non ha alcuna intenzione di incontrarci. Gli abbiamo proposto di pagargli anche l'affitto".
Si avvicina anche una ragazzina. Non ha ancora sedici anni, ma sembra che già ne abbia passate tante. "Quando siamo arrivati, le case erano in condizioni pietose. Ci siamo attrezzati per l'allaccio della corrente elettrica, non la rubavamo. Ci stavamo muovendo anche per i contatori dell'acqua. Il comune - conclude - se ne lava le mani, però ci manda i bollettini per pagare la Tares". Poi compare un altro ragazzo, di circa 30 anni, che ci spiega cosa gli è accaduto: "Avevo un'occupazione ed una casa, anche graziosa. Poi ho perso il lavoro ed il proprietario voleva ugualmente la 'mesata'. L'ho dovuta lasciare, dopo i tanti sacrifici fatti per dare dignità alla mia famiglia".
Dell'amministrazione comunale non si vede nessuno. Ad interessarsi della questione c'è Maurizio Castagnetta, responsabile territoriale del gruppo Ora Palermo: "Rimprovero alla polizia i metodi dello sgombro. Non c'era bisogno di intervenire così, soprattutto perché non è educativo nei confronti dei bambini che vanno ad ogni costo tutelati. Queste famiglie non hanno mai ricevuto alcuna assistenza, il comune se n'è disinteressato. Si fanno tutti belli in campagna elettorale. Promettono e poi scompaiono, o addirittura ti levano il saluto. Questa gente non ha rappresentanza. Orlando, Crocetta ed i partiti non gli voltino le spalle. Dalle ultime statistiche sono oltre 12 mila senza tetto in città, a fronte di oltre 20 mila richieste. I fondi europei dove vanno a finire? Che ci fanno con i beni confiscati alla mafia? Devono trovare una soluzione. Nessuno merita questo trattamento".
Fanno capolino anche i ragazzi del centro sociale Anomalia: "Questa è una comoda non-soluzione per i politici che invece di risolvere i problemi - spiega il portavoce Emilio Spera - li aggravano estendendo una emergenza sociale che attanaglia da decenni la nostra città". Il sindaco Orlando è intervenuto successivamente con una nota stampa, nella quale precisa che "lo sgombero di oggi non è stato effettuato su disposizione del comune ma della magistratura. Sul posto ci sono gli assistenti sociali (ma i presenti ne lamentavano l'assenza, ndr) perché è dovere dell'amministrazione fornire assistenza per l'applicazione di un provvedimento giudiziario, sia fornire assistenza alle famiglie coinvolte".
www.palermotoday.it/cronaca/sgombero-abusivi-via-calvi-minaccia-suicidio.html