BOLOGNA , SFRATTO DI VIA ZAMPIERI: LA GUERRA AI POVERI E' L'UNICA RICETTA PER L'EMERGENZA CASA!

L'emergenza abitativa continua ad aumentare ad ogni latitudine. L'Amministrazione comunale deve farsi carico delle famiglie e single che finiscono in strada. A fronte di ciò è inammissibile che la risposta delle istituzioni sia solo repressiva.

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A Bologna, in via Zampieri 13, è stato eseguito un doppio sgombero da due alloggi Acer, l’azienda che gestisce le case popolari nel capoluogo emiliano. Prontamente accolto quindi l’appello del Ministro Lamorgese di non fermare gli sfratti e gli sgomberi nemmeno nel periodo natalizio, consuetudine che quest’anno era ancor più giustificata dalle contingenze, visto che oltre al freddo, al periodo festivo ed alla quarta ondata di contagi, si affiancano i controlli che le forze dell’ordine devono eseguire sulle certificazioni verdi.

Ancora una volta l’agenda della politica abitativa viene dettata dall’alto, mentre le forze politiche tutte si inchinano ad una legalità retorica, vuota di contenuti e soprattutto priva di giustizia sociale. È noto che gli alloggi in questione infatti erano vuoti da parecchio tempo. Questo tipo di gestione del Patrimonio pubblico è inaccettabile vista la crisi economica ed abitativa in corso e l’ondata di sfratti pe morosità che si abbatte quotidianamente ad ogni latitudine.

L’incontro avvenuto tre giorni fa con l’Assessora alla Casa Emily Clancy, che sembrava poter gettare le basi per un dialogo in grado di portare le istanze delle persone più in difficoltà, il tutto verso la ricerca di soluzioni reali in grado di garantire il Diritto all’Abitare, è stato clamorosamente smentito dall’azione di forza compiuta oggi in via Zampieri. Nel contempo lo sgombero di oggi porta in evidenza le complicità di quelle forze che hanno sostenuto queste amministrazioni dandogli solo lustro e che in realtà continuano a governare sempre a favore della rendita e a danno dei cittadini più poveri e di tutti coloro che vivono di precarietà.

Asia-Usb, a fronte di un atteggiamento muscolare da parte delle Prefetture e del Ministro stesso, richiama l’attenzione sulla carenza di finanziamenti, impegni, fondi e azioni in grado di colmare quel grosso gap numerico che si è creato rispetto agli altri paesi, i quali incrementano con orgoglio le proprie quote di edilizia pubblica destinate alle classi più deboli, nonostante abbiano percentuali che oscillano fra 15 e il 30%. In Italia le case popolari rappresentano solo il 3% del totale e, mentre si pensa a distribuire qualche contentino ai proprietari che non hanno riscosso canoni durante il Lockdown, nulla è destinato alla Casa Pubblica nel P.N.N.R o nella manovra finanziaria.

Va da sé che a fronte di un patrimonio pubblico così eseguo, non gestito e volutamente abbandonato al suo destino, il mercato privato possa decidere di alzare i canoni fino a renderli insostenibili rispetto ai salari medi, mettendo tutto il sistema abitativo in crisi e continuando indisturbato a fare profitti da capogiro.

L’emergenza abitativa in corso nel paese si basa quasi esclusivamente su questo squilibrio, proprio solo di fra pubblico e privato, con le classi dirigenti e politiche che anziché contrastare questo fenomeno (nell’interesse pubblico e generale) lo hanno sempre favorito attraverso dismissioni, norme atte a snaturare la funzione dell’Edilizia Pubblica e pessima gestione (assegnazioni ferme, stato manutentivo disastroso, assenza di piani casa).

Rinnovando la nostra solidarietà alle famiglie sgomberate la vigilia di Natale chiediamo al comune di Bologna di farsi carico di questa gravosa situazione anziché sottrarsi alle proprie responsabilità e a tutte le forze politiche di qualsiasi colore e livello, dal centrale al periferico, di riportare la questione abitativa nell’alveo della “questione sociale” e fuori dall’ambito dell’emergenza di pubblica sicurezza.

Asia-Usb