Sgomberato l'Angelo Mai. Marino: "Noi mai informati". Gli attivisti: "Pronti a manifestare"

Roma -

Le forze dell'ordine nello spazio culturale a Caracalla e in due edifici a Centocelle e Anagnina, a tarda serata è arrivata dal procuratore Pignatone "la sospensione temporanea del sequestro dei due palazzi". Gli occupanti rischiano accuse che vanno fino all'associazione a delinquere: "Arriveremo in Campidoglio" e c'è chi vuole inziare lo sciopero della fame. L'inchiesta è legata al Comitato popolare di lotta per la casa. Quaranta persone indagate. Preoccupato il sindaco: "Il Comune non è stato avvisato"

di VIOLA GIANNOLI

"Perquisizioni e sigilli all'Angelo Mai e due occupazioni abitative sgomberate a Roma". Già dall'alba rimbalza tra social network, messaggi via cellulare e radio di area l'allarme per alcuni spazi occupati della capitale. Diverse camionette di polizia e carabinieri si sono presentate davanti ai portoni di via delle Acacie 56 a Centocelle, a Tuscolana davanti alla ex scuola Hertz e al centro sociale Angelo Mai in via delle Terme di Caracalla, già sequestrato nell'autunno del 2012 e rioccupato pochi mesi dopo. Solo a tarda serata, il sindaco Ignazio Marino ha annunciato "la sospensione temporanea del sequestro dei due palazzi (via delle Acacie 56 e di via Tuscolana 1113" e ha ringraziato "il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone per aver individuato una soluzione. Pur rispettando e nutrendo la massima fiducia nelle indagini portate avanti dalla Digos e dalla Procura della Repubblica di Roma, infatti, è stato impossibile per il Campidoglio trovare una sistemazione dignitosa in poche ore per tutte le famiglie e i bambini coinvolti - ha osservato Marino - Questo provvedimento consentirà loro di passare una notte al sicuro in attesa di una nuova soluzione, alla quale stiamo lavorando con l'assessore Daniele Ozzimo e con il vicesindaco Luigi Nieri che in questo momento è nei luoghi interessati dagli sgomberi".

Subito dopo il blitz, il primo cittadino si era detto "preoccupato per le famiglie e i bambini sgomberati. L'amministrazione non è stata informata per tempo delle misure adottate questa mattina dalle autorità giudiziarie - ha spiegato in una nota congiunta col vicesindaco Nieri - ma stia comunque cercando soluzioni immediate per tutte le persone coinvolte. Siamo altrettanto preoccupati per l'improvviso sgombero dell'Angelo Mai, un importante presidio culturale cittadino, perfettamente inserito ed integrato nelle attività socio-culturali del territorio, su cui siamo disponibili a trovare soluzioni condivise. Il problema dell'emergenza abitativa, in città, presenta ormai cifre allarmanti. Da mesi siamo impegnati a sollecitare al governo nazionale una moratoria degli sfratti. Stiamo lavorando con la Regione Lazio e con i movimenti per il diritto all'abitare per trovare soluzioni a questo grave fenomeno".

Le parole del sindaco e del suo vice sono state accolte con un applauso dai ragazzi dell'Angelo Mai. Che insieme agli appartenenti al collettivo, associazioni ed esponenti dei movimenti si sono riuniti nel pomeriggio in un'assemblea pubblica per dire la loro sugli sgomberi avvenuti in mattinata. 'L'Angelo Mai non si tocca: è indispensabile essere liberi, è indispensabile essere felici', si legge sullo striscione che campeggia sulla collinetta del parco all'esterno del centro sociale Angelo Mai. Non solo. C'è chi vuole intraprendere nuove forme di protesta, come la signora Pina, storica attivista disabile di Sel che da mesi protesta in Campidoglio per il suo "diritto alla mobilità. "Oggi ha cominciato lo sciopero della fame, e se entro stasera tutte le famiglie non rientreranno nelle loro case in via delle Acacie e all'ex Hertz comincieranno a farlo anche tutti i maggiorenni che sono stati sgomberati stamattina. Faremo una manifestazione, un'iniziativa culturale qui all'Angelo Mai oppure in Campidoglio per 'rompere i sigilli', invitando anche le istituzioni", hanno annunciato gli attivisti durante l'assemblea pubblica all'Angelo Mai.

In mezzo agli occupanti presenti anche esponenti dell'amministrazione, dal caposegreteria del sindaco Marino, Silvia Decina, ai consiglieri di centrosinistra Erica Battaglia (Pd) e Gianluca Peciola (Sel). Questa mattina, ha ricordato il cantautore Pino Marino, portavoce dell'occupazione, "ci sono stati tre sgomberi, qui e nelle occupazioni abitativie di via delle Acacie e via Tuscolana, con la magistratura che ha provveduto con capi d'accusa assolutamente sproporzionati. Noi abbiamo sempre dato il nostro appoggio culturale e anche pratico alle esigenze dell'emergenza abitativa, e ora noi e i comitati di lotta per la casa ci ritroviamo con gli stessi, infondati, capi d'accusa, perché stiamo provvedendo lì dove non riesce l'amministrazione". E sulla lettera del sindaco hanno aggiunto: "Marino e il suo vice sono intervenuti per sanare questa frattura chiedendo l'immediato dissequestro degli immobili di Centocelle, Tuscolana e dell'Angelo Mai, e lo apprezziamo", ha proseguito il cantante. E "visto che non risultano fermi, per ora possiamo dirci momentaneamente contenti". Quello di stamattina, comunque, ha spiegato un altro attivista, "è un attacco ai movimenti per il diritto all'abitare e alle associazioni culturali che lavorano per la produzione indipendente, un attacco alle lotte di tutti quegli spazi che in città rivendicano autonomia e indipendenza, ma noi non lo accettiamo. Queste esperienze vanno valorizzate, non criminalizzate: rivendichiamo con forza la nostra legittima illegalità".

Il blitz. In mattinata sono scattate 21 perquisizioni e gli sgomberi in tre occupazioni vicine tra loro e legate al "Comitato popolare di lotta per la casa". L'inchiesta, informa la Questura che ha agito su disposizione del Tribunale di Roma, condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, mirava a "delineare i contorni di un sodalizio criminale" responsabile di "invasione di edifici ed estorsioni, queste ultime in danno degli occupanti con riferimento al pagamento di somme di danaro". In altre parole: un'associazione a delinquere finalizzata alle occupazioni di case a Roma è il duro colpo inferto al Comitato popolare di lotta per la casa, con 40 persone indagate. E sull'Angelo Mai, spazio artistico e culturale concesso dal Comune nel 2006, sbocciato nel 2009 e di nuovo in regime di occupazione dal 2012 per via dei sigilli al bar-osteria, pende l'accusa di "esercizio ricettivo abusivo".

E se i destinatari del provvedimento rischiano accuse che vanno dalla violenza, alla minaccia al furto di energia elettrica fino all'associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, movimenti e cittadini si sono organizzati per portare solidarietà virtuale e fisica ai presidi. Il primo è stato organizzato da alcuni genitori dei bambini della scuola elementare e materna del parco San Sebastiano che collaborano ad alcuni progetti educativi con gli artisti dell'Angelo Mai. Mentre in rete e attorno allo spazio artistico si sono mobilitati anche gli artisti, come Elio Germano, Pino Marino, Roberto Angelini, Diodato e Riccardo Sinigallia (entrambi reduci dal Festival di Sanremo), Francesco Forni, Alessandra Perna dei Luminal, gli 'A67, la scrittrice Igiaba Scego o il Teatro Valle, con l'hashtag #angelomainonsitocca.

"Stanno risequestrando tutto - spiegano i primi occupanti accorsi al telefono - Lo sgombero è iniziato alle 6.30 del mattino con un dispiegamento spropositato di forze". E sono scattati anche controlli da parte delle ditte che erogano gas, acqua e luce. Poi gli artisti e gli occupanti hanno dovuto svuotare i locali accatastando decine di scatoloni di strumenti musicali e attrezzatura da palco sul prato. "La polizia non può chiudere un posto così bello, non ne hanno il diritto", osserva un bambino con un pallone da calcio sottobraccio, rivolgendosi al blindato delle forze dell'ordine parcheggiato dietro di lui, spuntato al microfono tra gli attivisti. Dopo di lui, anche altri bimbi si sono alternati a parlare alla folla arrivata per portare solidarietà al collettivo. "Non è giusto - hanno detto i piccoli attivisti - che qualcuno si possa permettere di avere 10 case e poi si chiudono quelle di chi non ce l'ha. Io non me capisco niente di politica, ma questa cosa di chiudere l'Angelo Mai e mandare la gente per strada mi sembra proprio ingiusta".


Oltre agli accorati appelli, sono molte le critiche in rete rivolte all'amministrazione comunale di centrosinistra e al sindaco Marino. E la tensione è rimasta alta per tutta la giornata. I manifestanti dopo il presidio convocato per le 12 e la conferenza stampa delle 13, hanno indetto poi alle 17 una grande assemblea pubblica. "Questo è un attacco politico molto forte alle realtà culturali che lavorano nella città - dicono dall'Angelo Mai - E' uno sgarbo a tutta la città". Intanto sono decine le famiglie in strada dopo che i palazzi a Centocelle e ad Anagnina sono stati perquisiti e liberati. Alcuni momenti di tensione in via delle Acacie durante lo sgombero dell'occupazione inaugurata nel 2009 "per la disperazione delle famiglie di abbandonare le proprie cose" raccontano i testimoni.

Le reazioni. "Gli sgomberi di questa mattina sono inseriti nell'ambito di un'indagine condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, per presunte estorsioni condotte a danno degli occupanti - precisano il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il vice sindaco, Luigi Nieri - Senza entrare nel merito delle indagini condotte dalle autorità giudiziarie, verso le quali nutriamo la massima fiducia, Roma Capitale, è intenzionata a chiedere l'immediato dissequestro delle strutture sequestrate questa mattina. Non appena abbiamo appreso degli sgomberi in corso in via delle Acacie 56 a Centocelle, in un edificio di Via Tuscolana e al centro sociale Angelo Mai, ci siamo attivati subito per capire quante persone fossero coinvolte - spiegano Marino e Nieri - Si tratta di circa 200 persone in emergenza abitativa, fra cui oltre 50 bambini, per quanto riguarda la struttura di Centocelle. Sono circa 100, di cui 20 bambini, le persone in emergenza abitativa coinvolte in alcuni progetti di autorecupero a fini abitativi, allontanate invece dalla ex scuola di via Tuscolana 1113. Siamo molto preoccupati per loro".

Gianluca Peciola, capogruppo di SeL in Campidoglio giunto a Terme di Caracalla assieme alla sua colelga Erica Battaglia e all'ex presidente di Municipio e candidato della lista Tsipras Sandro Medici, ha spiegato come il Comune fosse all'oscuro dell'operazione e ha poi aggiunto: "Esperienze importanti di autorecupero a fini abitativi e di produzione culturale dal basso stanno diventando oggetto di interventi repressivi e questo è inaccettabile in un città come Roma che ha sempre dialogato con queste realtà. Bisogna trovare una soluzione urgente per le famiglie sgomberate e smilitarizzare il rapporto con i movimenti". Posizione condivisa da Marta Bonafoni, vice capogruppo di Per il Lazio in Consiglio regionale che parla di "percorsi virtuosi" e "dialogo con i movimenti" per affrontare le emergenze sociali: "Nei confronti delle esperienze di autorecupero a fini abitative, realtà di grande valore sociale, è necessario rispetto e non un immotivato dispiegamento di forze dell'ordine - scrive - Solo tutti insieme, Istituzioni e forze sociali, potremo sanare questa piaga che coinvolge numerosi nuclei familiari del Lazio".

"Esprimo la mia preoccupazione per lo sgombero avvenuto oggi all'Angelo Mai, un importante presidio culturale della città che svolge un ruolo fondamentale di promozione delle arti e della creatività - ha osservato l'assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Flavia Barca - In questi anni l'Angelo Mai ha dato grande sostegno alla scena contemporanea con attività di produzione, ospitalità di concerti e spettacoli di qualità, residenze creative e laboratori in profonda relazione con il territorio. Auspico, pur non entrando nel merito delle indagini, che si trovi subito una soluzione condivisa nella tutela dello spazio, del lavoro svolto in questi anni e delle sue finalità culturali".