#SgomberiamoRenzi Comunicato da Porta Pia #12a e diretta dalla piazza
#12A Parte la campagna elettorale: altro che soluzioni, manganelli contro chi chiede casa reddito e diritti per tutti
30 mila in piazza “Sgomberiamo Renzi! I diritti si conquistano a spinta!”
Un corteo di oltre 30mila persone oggi si è mosso da Porta Pia per portare l’assedio ai ministeri e contestare i provvedimenti che il governo Renzi ha già preso sul tema della casa e del lavoro.
Una manifestazione meticcia, determinata a portare la rabbia davanti ai luoghi simbolo delle politiche di austerity per contestare con forza il decreto Lupi e il Jobs Act, attaccata pesantemente su via Veneto e piazza Barberini con manganelli e gas lacrimogeni.
Un’aperura di campagna elettorale che ha confermato la linea “soluzioni zero” del governo Renzi, caricando la manifestazione arrivata sotto il Ministero del lavoro, esplicitando di nuovo l’intenzione di non dare alcun ascolto né tantomeno risposta alle migliaia di famiglie che soffrono la crisi: jobs act e piano casa sono due decreti fatti per formare una schiera di nuovi invisibili senza diritti, condannati ad essere precari a vita e senza un tetto sopra la testa. Due decreti che già rendevano chiaro l’obiettivo di colpire chi lotta, attraverso l’art.5 del piano casa, rendendo sanzionabile chi sciopera, non risparmiando manganellate a chi porta sul piano pubblico l’infamia di un governo che non ha nulla di nuovo e continua a garantire privilegi e interessi degli amici degli amici, condannando alla povertà una popolazione intera.
Un abbraccio va da Porta Pia ai feriti, di cui attualmente due in ospedale piantonati, e ai compagni fermati, di cui ancora non sappiamo se verranno rilasciati o tradotti in carcere. Li vogliamo tutti liberi e subito. La manifestazione di oggi è stata la prima contro il governo Renzi, e non sarà certo l’ultima: saremo in piazza nei territori il 1 maggio in connessione con tante città europee per rivendicare reddito e diritti contro le politiche di austerity, e l’11 luglio ci troverete sicuramente ad assediare il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile a torino. Perchè se c’è una cosa di cui siamo sicuri è che di fronte a un potere che fa solo i suoi interessi, i diritti si conquistano a spinta.
Domani alle ore 10 in Porta Pia assemblea verso le prossime mobilitazioni.
Partecipa organizzati lotta!
Diretta dal corteo info da fonti verificate
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Diretta dal corteo info da #12Aprile
Diretta dal corteo info da #12A
Dolce Vita violenta, la polizia carica il corteo dei movimenti
— Roberto Ciccarelli, ROMA, 12.4.2014Via Veneto. In ventimila alla manifestazione contro piano Casa, Jobs Act e governo Renzi. Centinaia di famiglie occupanti e migliaia di migranti in marcia. Mano pesante delle forze dell’ordine dopo un lancio di petardi. Ferito gravemente ad una mano dall'esplosione di un petardo un 47enne di origini peruviane. Dura la posizione del sindaco Marino che parla di «violenza che colpisce l’intera città» e ringrazia gli agenti: «Ma bisogna affrontare l’emergenza casa». L’11 luglio i movimenti a Torino contro il vertice Ue sulla disoccupazione
Scarpe, molte scarpe, al termine delle cariche tra piazza Barberini e l’imbocco di via del Tritone. Marciapiedi disseminati dei kway azzurri del «Blu block» che ha fatto il suo esordio a Roma. E poi centinaia di bottiglie, qui e lì le bandiere rosse con il fulmine cerchiato simbolo del movimento della casa nella Capitale. Si presentava così l’asfalto, a pochi minuti dalle cariche di polizia e carabinieri che hanno spazzato via il corteo nazionale contro il «Jobs Act» e il piano casa del governo Renzi.
Quelle che il capo della polizia Alessandro Pansa ha definito come «due cariche di alleggerimento» sono state in realtà dure e fulminee. Sono iniziate da via Barberini e hanno respinto il corteo di 20 mila persone partito dopo le quattro di ieri pomeriggio da Porta Pia, sede del ministero delle Infrastrutture, titolare del «piano casa». La seconda carica è stata quella di una trentina di agenti della polizia proveniente da Via Veneto, sede del ministero del Welfare che insieme al lavoro cura il decreto legge che precarizza ulteriormente i contratti a termine e la legge delega che riformerà gli ammortizzatori sociali estendendo l’Aspi ai cocopro.
La carica ha respinto poco più di un centinaio di manifestanti, un blocco vestito in nero e altri due spezzoni indossavano il Kway azzurro. L’attesa dello scontro è durata più di mezz’ora. La testa del corteo composta da centinaia di famiglie, in maggioranza migranti, è arrivata dopo le cinque in una Via Veneto sbarrata da camionette della polizia e dei carabinieri. Dopo un primo lancio di ortaggi e uova, la testa è rifluita verso la piazza, mentre gli altri manifestanti hanno iniziato a lanciare petardi provocando la reazione della polizia.
Una volta ritornati in piazza, le forze di polizia hanno travolto le migliaia di manifestanti inermi e l’impatto è stato violento, come testimoniano i video presenti già ieri sera in rete. È durato poco più di 20 minuti e ha fatto molti feriti tra i manifestanti. Sette di loro sono stati soccorsi dall’Ares 118 e trasportati in vari ospedali: il San Giovanni, l’Umberto I, il Santo Spirito e il Fatebenefratelli. Un agente si è fatto medicare per l’esplosione di una bomba carta. Sei manifestanti sono stati fermati tra via Veneto e piazza Barberini. In mattinata, prima del corteo, una trentina sono stati identificati.
L’episodio più drammatico è stato quello di un uomo di 47 anni originario del Perù che ha perso le dita di una mano a causa dell’esplosione di un petardo. Alcune testimonianze riferiscono che lo abbia scambiato per uno dei lacrimogeni esplosi durante le cariche. L’ha ripreso da terra con l’intenzione di allontanarlo, ma gli è esploso in mano. Per lunghi, tremendi minuti, i manifestanti e il personale sanitario intervenuto sul posto si sono messi alla ricerca delle dita saltate che non sono state trovate. È stato trasportato al Policlinico Umberto I, forseperderà la mano. Un’immagine sconvolgente, tra imprecazioni e dolore, molto lontana da quella vetrina internazionale che è diventata Via Veneto, sospesa tra menu turistici e una lontana mitologia.
Il corteo si è poi ricompattato rifluendo verso il tunnel sotto il Quirinale, ritornando a Porta Pia dove altri manifestanti si sono fatti medicare. Stanotte gli attivisti hanno pernottato nella piazza e stamattina alle 11 ci sarà un’assemblea. Anonymous ha rivendicato nel frattempo l’«oscuramento» del sito del presidente del Consiglio Renzi.
Dura la presa di posizione del sindaco di Roma Marino che ha parlato di una «violenza che colpisce l’intera città. «Ringrazio le forze dell’ordine per il lavoro svolto, sono vicino agli agenti feriti – ha detto — Mi auguro che si possa tornare ad affrontare in sede di governo l’emergenza casa».
Paolo Di Vetta, dei Blocchi precari metropolitani tra i protagonisti della lotta per la casa a Roma, analizza in maniera problematica il passaggio della manifestazione di ieri. Rispetto ai cortei con i sindacati di base del 18 e del 19 ottobre, ieri la partecipazione è calata, da 70 mila a 20 mila. A suo avviso, il percorso è «stato costruito in solitudine».
«Non c’è stata la stessa spinta – afferma – il percorso che allora si era risolto in una mobilitazione di due giorni, ieri non ha funzionato su una giornata. C’è da capire se il meccanismo dell’assedio convince ancora». In vista del vertice europeo sulla disoccupazione, previsto l’11 luglio a Torino, i movimenti hanno preparato un’agenda fitta di mobilitazioni.
«Bisogna fare una riflessione su come andare avanti e trovare un linguaggio comune – continua Di Vetta – l’opposizione alle politiche sociali e del lavoro del governo Renzi coinvolge molti soggetti, bisogna ora capire come incontrare il disagio diffuso che queste politiche stanno evidentemente creando».
Di Vetta critica la repressione subita nelle ultime settimane dal movimento romano della casa. Agli arresti domiciliari, poi rientrati, per la manifestazione romana del 31 ottobre 2013 che hanno interessato esponenti dei Bpm e del coordinamento cittadino di lotta per la casa, è seguita l’accusa di “associazione a delinquere” ed estorsione al comitato popolare di lotta per la casa e all’Angelo Mai. “I nostri percorsi sono diversi — afferma — ma è in atto un tentativo di leggere gli strumenti di organizzazione dei movimenti per la casa come strumenti di sopruso. E’ un’operazione pericolosa da respingere”.
Luca Fagiano, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, riconosce il problema anche se il bilancio è positivo. «La manifestazione di ieri leggiamola come l’inizio della contestazione al governo Renzi che deve crescere. Questo è un momento carico di illusioni prodotto dal miraggio di posti di lavoro – afferma – Questo velo fa squarciato. Ora la sfida è farlo capire a tante altre persone e allargare la mobilitazione». «Praticare l’assedio ha voluto dire farlo — sostiene Gian Marco De Pieri, attivista dei Centri Sociali Nordest-Emilia Romagna-Marche — Come tutti i conflitti sociali fanno male e fanno vedere un altro paese». Al centro resta l’idea di riforma del welfare basata su una «redistribuzione della ricchezza con un reddito di cittadinanza svincolato dal lavoro».
Corteo dei movimenti, scontri al ministero del Lavoro. Un ferito grave per lo scoppio di un petardo, sei fermati
Esplode la tensione per la mobilitazione nazionale per il diritto all'abitare, contro il governo Renzi, il jobs act e il piano casa del ministro Lupi. 5 arresti, denunciati 30 manifestanti con picconi e bastoni in piazzale del Verano. Una trentina i feriti, 15 medicati dal 118. Marino: "Violenza colpisce intera città"
Lanci di oggetti, tensione, poi gli scontri, le cariche della polizia e i lacrimogeni. I movimenti sociali contro la precarietà e l'austerity sono tornati in piazza in una mobilitazione nazionale per il diritto all'abitare, contro il governo Renzi, il jobs act e il piano casa del ministro Lupi. E in via Veneto, davanti al ministero del Lavoro, dopo un lungo stallo, le forze dell'ordine hanno reagito al lancio di petardi e "bomboni" da parte di una delle teste del corteo composto soprattutto da manifestanti con i caschi calzati e il volto coperto, caricando il gruppo fino a piazza Barberini.
Contusi decine di attivisti, di cui uno, peruviano di 47 anni, in maniera grave: ha perso alcune dita della mano, probabilmente per l'esplosione di un petardo, ed è stato soccorso dagli altri manifestanti prima dell'arrivo dell'ambulanza che lo ha trasportato in codice rosso all'Umberto I dove ha subito un intervento chirurgico di circa un'ora. "Ha riportato un grave trauma alla mano destra" ha spiegato Claudio Modini, direttore Area medica del Dea. "Al momento non è possibile dire se rischia la mano", precisa Modini.
Colpiti anche alcuni agenti delle forze dell'ordine e un funzionario. Secondo il 118 i feriti soccorsi sono 15 in tutto - 7 tra i manifestanti e 8 tra i poliziotti - trasportati in vari ospedali, tra San Giovanni, Umberto I, Santo Spirito, Isola Tiberina, in codici verdi e gialli, per conclusioni, escoriazioni e lievi ferite.
Gli scontri sono poi proseguiti fino a piazza Barberini e l'inizio di via del Tritone tra fughe, scoppi di petardi e fumo dei lacrimogeni. Alcuni manifestanti sono stati bloccati a terra dagli agenti e poi in cinque sono stati arrestati e due denunciati.
Il corteo si è poi ricompattato sotto al traforo che collega via del Tritone, blindata con reti mobili e mezzi con gli idranti, con via Nazionale, per risalire verso piazza della Repubblica.
La manifestazione era partita da Porta Pia - punto di inizio e d'arrivo dove i manifestanti si sono riaccampati in vista dell'assemblea nazionale di domani - con in testa lo striscione "Ribaltiamo il governo Renzi. Cancelliamo il decreto Lupi", seguito da un camion per musica e interventi su cui campeggiava la scritta: "Casa, reddito e dignità".
Poi, nei pressi del ministero del Lavoro un gruppetto di circa 70 manifestanti ha calzato i caschi coprendosi il volto con fazzoletti o maschere di Guy Fawkes, risalendo via Veneto verso le camionette di carabinieri e polizia che chiudevano la strada in direzione di Porta Pinciana. Sono stati esplosi petardi e lanciati uova, ortaggi e un paio di bottiglie contro le forze dell'ordine schierate in assetto antisommossa. Il "servizio d'ordine" della manifestazione li ha però invitati a restare calmi. Altri manifestanti hanno invece indossato impermeabili azzurri: "Siamo i blu-bloc". Ed è esplosa la tensione.
Per il sindaco Marino "il diritto a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammaticamente attuale come quello dell'emergenza abitativa, non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scontri e disordini".
Lancio di uova all'Economia. Ma la prima azione era stata al dicastero dell'Economia in via XX Settembre dove gli attivisti avevano lanciato arance, uova e ortaggi sulla facciata del palazzo tra strade blindate e chiuse.
Per il sindaco Marino "il diritto a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammaticamente attuale come quello dell'emergenza abitativa, non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scontri e disordini".
Lancio di uova all'Economia. Ma la prima azione era stata al dicastero dell'Economia in via XX Settembre dove gli attivisti avevano lanciato arance, uova e ortaggi sulla facciata del palazzo tra strade blindate e chiuse.
Attivisti fermati. Oltre ai sei fermati durante le cariche, alcuni pullman in arrivo a Roma, secondo il racconto dei manifestanti, sono stati fermati ai caselli autostradali per controlli. Identificati, e rilasciati, in piazzale del Verano anche trenta attivisti (che dovrebbero appartenere ai centri sociali dell'Emilia Romagna) trovati in possesso di bastoni e picconi: saranno denunciati.
Le testimonianze. "Noi avevamo chiuso ma davanti al nostro bar abbiamo visto la parte pacifica del corteo composta da donne con passeggini e bambini travolta dalla folla che veniva caricata" hanno raccontato all'Adnkronos i camerieri del 'Pepy's', bar di piazza Barberini. Proprio davanti al locale all'angolo con via del Tritone dove si sono dispersi i manifestanti è rimasto un 'cimitero' di scarpe, occhiali e giacche. "C'era chi piangeva -racconta Ivan- persone terrorizzate che cercavano rifugio. E' stato il panico". "Al momento della carica -racconta ancora Maria Rosaria della farmacia internazionale di piazza Barberini- abbiamo fatto entrare una coppia di mezza età terrorizzata, lei stava per svenire. Proprio qui davanti -continua la farmacista- un'altra signora è stata travolta e si è ferita al ginocchio. Siamo stati noi a chiamare l'ambulanza per farla soccorrere". "In 45 anni non ho mai visto nulla del genere" spiega invece Gabriella, titolare del ristorante 'La Fontanella' di via Sistina. Proprio di fronte al suo locale è stato soccorso il manifestante che in seguito all'esplosione di un petardo è rimasto gravemente ferito ad una mano. "In tutti questi anni -ha aggiunto- ho visto tante manifestazioni ma sempre pacifiche, balli, canti, mai nulla del genere. Oggi per la prima volta ho avuto tantissima paura e ho fatto appena in tempo a chiudere".
Oscurato sito di Matteo Renzi. Intanto, in solidarietà alla manifestazione, come annunciato su Twitter, è stato temporaneamente oscurato il sito del presidente del Consiglio www.matteorenzi.it.
I trasporti. Dalle 14, erano state chiuse anche le stazioni della metro A di Barberini e Repubblica per ragioni di sicurezza, e ben 42 linee di autobus, cioè tutte quelle interessate dal percorso della manifestazione, deviate.
I commercianti. Delusi i commercianti. "Dalle segnalazioni che mi sono arrivate nel pomeriggio molti negozi del centro hanno preferito chiudere le attività per ragioni di sicurezza nelle zone interessate dalla manifestazione. Ovviamente per queste attività la giornata di lavoro è stata in parte persa con punte che hanno raggiunto il -70% del fatturato" ha detto il presidente di Federmoda Roma Massimiliano De Toma.