SGOMBERO A SAN LORENZO. ED E' PRONTA LA GUERRA A LAVAVETRI E CORTEI

Roma, stop a spazio sociale appena nato. Annunci di fuoco dal sindaco

Roma -

 

Liberazione 14 ottobre ‘09


di Daniele Nalbone

Roma è una città sempre meno aperta. Anche ieri ne abbiamo avuto conferma. Sono da poco passate le 7 di mattina quando circa 250 agenti a bordo di una ventina di blindati fa irruzione nel quartiere di San Lorenzo. Obiettivo: sgomberare Giap, neonata occupazione messa in atto, sabato mattina, da precari e studenti. In pochi minuti gli agenti sono entrati nella struttura, all'angolo tra via degli Ausoni e via dei Sabelli, composta da un unico piano e da otto saracinesche, e identificato le dieci persone che vi dormivano. A destare preoccupazione per la democrazia cittadina è, però, l'ingente spiegamento di forze deciso dal prefetto Pecoraro per bloccare sul nascere un'occupazione non abitativa ma che aveva come obiettivo quello di recuperare uno stabile abbandonato «per costruire un momento di relazione con il quartiere» spiega Alessandro, uno dei ragazzi che ha dato vita a Giap. Una "officina resistente", come è stata definita, un "cantiere" dove costruire una socialità diffusa. «Uno spazio in cui rispondere alle mille problematiche oggi dimenticate nella giungla della metropoli: l'emergenza abitativa, gli abusi e gli sfruttamenti nei luoghi di lavoro, il degrado del sistema formativo» si leggeva ieri pomeriggio sul manifesto che presentava l'occupazione alla città ancora appeso fuori dallo stabile mentre un gruppo di muratori chiamati dalle forze dell'ordine provvedevano a murare gli ingressi della struttura. Dopo lo sgombero di ieri non è chiaro cosa sorgerà, fra qualche mese, fra via degli Ausoni e via dei Sabelli. Ma chi ha avuto modo di visitare l'edificio un'idea se l'è fatta: in due stanze ci sono dei buchi profondi, di quelli che servono per verificare la consistenza del terreno, e secondo quanto risulta dalle carte in possesso degli uffici tecnici del Municipio III, che non hanno ancora dato il via ai lavori, la proprietà ha intenzione di costruire dei parcheggi sotterranei e destinare lo stabile a unità abitative. Non ci vuole molto per capire che siamo al cospetto della solita storia romana di speculazione edilizia che mal si concilia con chi reclama spazi sociali. Perché questa è la vera paura del sindaco Alemanno: la creazione o il consolidamento di luoghi di aggregazione in cui possa organizzarsi la lotta dal basso. Così, «piuttosto che affrontare le questioni sociali che Giap si proponeva di portare all'attenzione della cittadinanza» racconta Valeria durante il volantinaggio che ieri pomeriggio ha raccontato al quartiere quanto accaduto poche ore prima, «le istituzioni preferiscono reprimere il dissenso e le soggettività che tentano di sottolineare le contraddizioni interne al sistema. La stretta repressiva contro le lotte sociali che attraversano la città mostra quanto le istituzioni siano insensibili ai veri problemi sociali». Ecco, allora, che l'assemblea di oggi pomeriggio alle 18 in programma davanti alla struttura sgomberata, da "semplice" presentazione di un nuovo spazio occupato, assume ancor più valore, soprattutto alla luce delle voci che vogliono l'Horus, dopo lo sgombero di un anno fa, nuovamente nell'occhio del ciclone con le forze dell'ordine pronte a riconsegnare lo spazio sociale e culturale di Roma Nord nelle mani della speculazione.
Ma ieri la colazione non è andata di traverso solo agli abitanti di San Lorenzo, svegliati da blindati e lampeggianti.


Mentre gli agenti militarizzavano l'intero quartiere, dalle pagine de Il Messaggero il sindaco Alemanno avvertiva la città: «stop ai lavavetri molesti e sei percorsi fissi per i cortei che attraversano il centro storico». Queste le due ordinanze che il sindaco firmerà entro una settimana, «probabilmente già lunedì prossimo per entrare in vigore dal 1 novembre» specifica il quotidiano romano. Cento euro di multa e sequestro del danaro ottenuto e delle attrezzature utilizzate per lavare i parabrezza delle auto la pena da infliggere ai lavavetri. L'accusa? Intralcio alla circolazione stradale e pedonale. Sarebbe, invece, in fase di ultimazione l'ordinanza per limitare ulteriormente i cortei dopo il protocollo firmato, poco meno di un anno fa, tra Prefetto, Comune e sindacati. Il tutto grazie ai poteri speciali per fronteggiare l'emergenza traffico in possesso del Sindaco.


In una sola mattinata, quindi, il Comune di Roma «ha gettato la maschera: non avendo risposte reali per affrontare le emergenze sociali, il sindaco Alemanno ha pensato bene, per l'ennesima volta, di trasformare tutto in un problema di ordine pubblico da far gestire al prefetto e alla polizia» commenta Paolo Di Vetta di Asia Rdb. «Come non bastasse annuncia, tramite la "libera" stampa, di voler produrre ordinanze contro i lavavetri, continuando con l'opera di criminalizzazione dei migranti, ora addirittura ritenuti responsabili del traffico, e di puntare a limitare i cortei trasformando, così, un diritto teoricamente inviolabile per una democrazia, quello di manifestare, in un problema per la mobilità».