SI CONCLUDE LA SETTIMANA SANTA DI ALEMANNO CONTRO I ROM. I NOMADI SGOMBERATI OCCUPANO LA BASILICA DI SAN PAOLO A ROMA: "QUESTA E' LA NOSTRA VIA CRUCIS".
Dispaccio dell'agenzia OMNIROMA, Comunicato di Amnesty e articolo di Daniele Nalbone
ROM SGOMBERATI A ROMA: DORMITO IN STANZE ADIACENTI CHIOSTRO BASILICA SAN PAOLO
23 aprile, 09:19
Rom sgomberati a Roma: dormito in stanze adiacenti chiostro Basilica San Paolo
ROMA - I circa 150 Rom che ieri pomeriggio, dopo esser stati sgombrati da un insediamento abusivo a Casal Bruciato, hanno occupato la Basilica di San Paolo, hanno trascorso la notte in due grandi stanzoni adiacenti al chiostro della basilica, solitamente adibiti a magazzini. Secondo la gendarmeria vaticana la notte è trascorsa tranquilla e non si sono registrati problemi di sorta. Da stamani è ripresa la trattativa tra le famiglie rom, che chiedono di non essere separate, e il Comune di Roma.
Il capo della segreteria del sindaco di Roma, Antonio Lucarelli, già dall'alba è presente alla basilica ed ha riavanzato le due proposte del Campidoglio: assistenza alloggiativa al cara di Castelnuovo per donne e bambini, ma non per gli uomini, oppure rimpatrio assistito. Bisognerà ora vedere cosa decideranno le famiglie rom perché, a quanto si apprende, non sarà possibile per loro trascorrere un'altra notte in territorio vaticano.
Sono stati sgomberati ieri mattina da un insediamento abusivo i 150 rom. E' stata una giornata "calda" a Roma sul tema dell' immigrazione e dei rom. E' stato abbattuto un nuovo campo rom abusivo a Casal Bruciato e nel pomeriggio circa 150 nomadi, con loro 40 bambini, hanno deciso di "occupare" la Basilica San Paolo per chiedere aiuto alla Chiesa. Perché, come hanno scritto in una lettera, "per ogni sgombero ci sia un posto dove le intere famiglie possano essere accolte senza dividerci dai nostri figli, per iniziare un nuovo percorso di integrazione".
La trattativa, alla presenza dell'assessore alle Politiche sociali del comune di Roma Gianluigi De Palo, giunto alla Basilica, è durata fino a sera: i rom non volevano che i propri nuclei familiari fossero divisi poiché l'assistenza assicurata da comune e prefettura prevede la sistemazione alloggiativa al Cara di Castelnuovo di Porto per donne e bambini, ma non per gli uomini. La proposta di mediazione fatta ai rom era stata quella che fra 15 giorni Comune e Prefettura avrebbero assicurato il ricongiungimento dei nuclei familiari in un campo nomadi attrezzato, il Camping River sulla via Tiberina. Ma le famiglie rom hanno fatto una controproposta: portateci tutti al Cara e fate reparti separati per gli uomini.
In serata il Vaticano, visto che non si trovava un accordo, ha disposto che i rom potessero dormire nel chiostro della Basilica. Questi ultimi provengono da un insediamento abusivo in via Cluniancensi, a Casal Bruciato nel V municipio, dove, all'alba, sono stati censiti 300 rom romeni e abbattute le loro baracche. 'In questo campo- ha spiegato il delegato del sindaco alla Sicurezza, Giorgio Ciardi - circa il 60% degli occupanti e' minorenne e i bimbi scolarizzati dovrebbero essere circa 40. Siamo intervenuti anche perché la polizia ci ha informato riguardo la diffusione in quest'area di prostituzione maschile minorile e questa situazione non era più tollerabile".
22.4.11
NOMADI, ROM SGOMBERATI: «QUESTA È NOSTRA VIA CRUCIS»
(OMNIROMA) Roma, 22 APR - «Questa è la nostra Via Crucis, dopo una settimana di sgomberi siamo giunti qui a san Paolo per chiedere alla chiesa di aiutarci a celebrare la nostra pasqua e di trovare una soluzione alla strada». Lo dicono alcuni dei rom sgombrati questa mattina dal campo abusivo di via dei Cludiacensi che si sono recati presso la basilica di San Paolo. Sono seduti tra gli ultimi banchi della chiesa che di fatto «abbiamo occupato», continuano. Secondo quanto si appreso, i rom sono intenzionati a restare fino a sera. npp 221427 APR 11
FINE DISPACCIO
Italia: sgomberi di rom a Roma
Questa mattina, 22 Aprile, forze di polizia ed altre autorità si sono presentate presso il campo di Via dei Cluniacensi per iniziarne lo sgombero.
Amnesty - Secondo Ong locali, l'insediamento era fino ad oggi abitato da circa 300 persone, rom di nazionalità rumena, di cui circa il 65% minorenni. Sembra che almeno una quarantina di bambini frequentasse regolarmente le scuole. Diverse famiglie risiedevano nel campo di Via dei Cluniacensi dal Novembre 2009, quando erano state a loro volta sgomberate dal campo di Via Centocelle. Al portarsi a compimento lo sgombero, salirebbe a oltre 1000 il numero delle persone rese senzatetto dagli sgomberi compiuti questa settimana a Roma.I rom che risiedevano in almeno tre insediamenti non autorizzati di Roma sono stati sgomberati, nel contesto di quella che appare un'ondata di sgomberi forzati in corso nella capitale. Secondo fonti delle Organizzazioni non governative locali, dall'inizio di aprile almeno 30 insediamenti non autorizzati hanno subito sgomberi forzati e vi è il timore che altri insediamenti siano a rischio d'imminente sgombero forzato.Il 18 aprile, sono state sgomberate le famiglie rom residenti nell'insediamento di via Severini e quelle che vivevano nell'ex stabilimento abbandonato della Mira Lanza. Il 20 aprile è stata la volta dell'insediamento di via del Flauto. Il 6 aprile il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riferendosi alla nuova ondata di sgomberi, aveva affermato che dovevano essere eseguiti con urgenza per evitare che i migranti irregolari in arrivo dalla Tunisia trovassero rifugio nei campi non autorizzati.Secondo i resoconti delle Organizzazioni non governative locali, gli sgomberi sono stati eseguiti senza previa notifica o consultazione delle comunità interessate. Solo alle donne e ai bambini è stata provvisoriamente offerta una sistemazione alternativa nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, rifiutata in quasi tutti i casi in quanto le famiglie non vogliono essere divise.Se di recente erano stati portati a termine sgomberi di insediamenti non autorizzati di minore dimensione, gli insediamenti in questione sono tra i più grandi di Roma. Si stima che circa 700 persone, comprese donne incinte e molti bambini, siano state lasciate senza un tetto a causa dei tre sgomberi. Di fronte alla mancanza di sicurezza e alle condizioni di vita inadeguate nei campi, la soluzione non può essere costituita dagli sgomberi forzati, che lasciano le comunità interessate in condizioni abitative e di vita peggiori.
Prezzo della Crisi del 21-04-2011:
“Emergenza rom”: qualcuno risponda in questo silenzio assordante'
di Daniele Nalbone
Mercoledì 20 aprile. Terzo giorno della Settimana Santa che precede la Pasqua. Terzo sgombero di un insediamento rom nella Capitale. L’associazione Popica Onlus non può fare altro che registrare come, per l’ennesima volta, ieri la Polizia di Stato e la Polizia Municipale hanno sgomberato l’ennesimo insediamento rom romeni, in via del Flauto, zona Centocelle. Lì vivevano, sopravvivevano oltre 270 persone, di cui più della metà bambini.
«Da parte del Comune» denunciano gli attivisti di Popica «armato di manganelli e ruspe, la solita inutile ed inaccettabile proposta: per donne e bambini un'accoglienza momentanea, per gli uomini la strada». Anche stavolta, come sempre, nessuno ha accettato questa “non soluzione”. Eccola la Roma «accogliente e solidale» - come annuncia il sindaco Alemanno sul sito internet dedicato alla beatificazione di «JP2». E mentre la Pasqua si avvicina, si fa sempre più assordante il silenzio (anche) della Chiesa cattolica, evidentemente troppo intenta ad accogliere frotte di turisti-fedeli in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II. Ma se dal Vaticano si tace sulle sorti di centinaia di esseri umani sgomberati e risgomberati giorno dopo giorno, non è che dalla Roma “civile” si levino particolari strali. «Dove sono le cosiddette associazioni pro-rom»? Si chiedono da Popica? «Eppure il piano nomadi “bis” continua: si continua a sgomberare. Punto. Uomini. Donne. Bambini».
Per renderci conto degli impatti di questo piano rom, solo nei primi tre giorni della settimana santa, Comune e Prefettura hanno gettato per strada oltre settecento persone senza offrirgli reali soluzioni.
E mentre continuiamo ad assistere a questa ignobile persecuzione infinita, da Popica si pongono, e ci pongono, otto domande:
1. Gli amministratori di Roma Capitale asseriscono si tratti di interventi per la sicurezza degli stessi rom, dove finiscono questi rom che loro dicono di mettere in sicurezza?
2. Come sono spesi gli oltre 30 milioni di euro (soldi pubblici) che ogni anno vengono destinati al Prefetto di Roma per la cosiddetta “emergenza nomadi”?
3. E' possibile per forze politiche che fanno dei valori cattolici e dei “family day” i propri programmi elettorali, perseguire strategie di smembramento delle famiglie?
4. Nello sgombero di via del Flauto abbiamo incontrato Rivaldo, bambino di 13 anni, che ha vissuto oggi il suo ottavo sgombero romano. È possibile parlare d'integrazione per chi vive in baracche costantemente minacciate dallo stesso Stato che li vorrebbe integrare?
5. Negli sgomberi abbiamo visto baracche con eternit essere abbattute dalle ruspe comunali. Quali procedure di sicurezza ambientali, per gli operatori e per i cittadini del territorio, vengono messe in campo dall'amministrazione durante l'abbattimento degli insediamenti?
6. Quando morirono i quattro bambini nel rogo di Tor Fiscale, illustri esponenti di Stato e Chiesa dichiararono d'avere a cuore la “questione rom”. Cosa fanno oggi mentre oltre 700 persone vengono disperse sulle strade di Roma?
7. In un Paese invaso da presunte orde d'immigrati tunisini per i quali si dice non esistano soluzioni, con un'Europa che non aiuta a trovarne, perché e a chi giova aggiungere altre emergenze?
8. Quanto tempo passerà prima che qualche disperato, senza più neanche una baracca, costretto in mezzo ai cespugli, compia qualche ingiustificabile atto violento da usare per le prossime elezioni?
Per favore, qualcuno risponda in questo silenzio assordante.