SUD PIU' DISOCCUPAZIONE.
La disoccupazione travolge il Sud:
persi 336mila lavoratori dal 2008
In Italia gli occupati sono calati, negli ultimi 5 anni, di 323mila unità. Il conto più pesante lo paga il Meridione. La crisi colpisce, soprattutto, uomini e giovani. Male l'industria e le costruzioni. Tiene solo la ristorazione
MILANO - La crisi e il crollo dell'occupazione travolgono il Sud che negli ultimi 5 anni ha perso 336mila lavoratori in meno (-323mila in tutta Italia dal 2007 al 2012). E' quanto emerge dai dati Istat secondo cui il calo ha interessato nel Meridione soprattutto gli uomini (390mila in meno), i giovani tra i 25 e i 34 anni (-305.000) e il settore industriale.
Gli occupati nel complesso in Italia sono passati dai 23.222.000 del 2007 a 22.899.000 del 2012 (323.000 in meno). Ma se al Nord il calo è stato di 20mila unità (da 11.921.000 nel 2007 a 11.901.000 nel 2012 con un -0,17%) e al Centro si registra un lieve avanzamento (da 4.785.000 a 4.818.000) il Sud subisce un vero e proprio crollo passando dai 6.516.000 del 2007 a 6.180.000 persone occupate (-5,15%).
A perdere quota sono, soprattutto, gli occupati uomini (che nel Meridione sono scesi da 4.327.000 a 3.937.000) e la fascia dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Se nel complesso del Paese si è registrato un calo di oltre 1,4 milioni di unità al lavoro in questa età (da 7.237.000 a 5.789.000) per il Sud in questa fascia lavorano 428mila persone in meno di cinque anni fa (-305mila solo nella fascia tra i 25 e i 34 anni).
Tra i settori che hanno sofferto di più c'è l'industria: escluse le costruzioni, si sono persi quasi 400mila posti di lavoro (da 5.001.000 a 4.608.000);
circa 100mila al Sud (da 905mila a 810mila). Un numero rilevante di occupati l'ha perso anche il settore delle costruzioni: tra il 2007 e il 2012 si registrano in tutto il Paese 233mila occupati in meno (139mila in meno al Sud). Al Sud hanno un segno positivo solo il settore dell'alloggio e della ristorazione con 30mila occupati in più (da 326mila del 2008 a 356mila) e quello dei servizi di informazione e comunicazione (2mila occupati in più).