"Sull'emergenza abitativa il Comune rischia di fomentare una guerra tra poveri"
VIAREGGIO. “Pur avendo acconsentito a creare un clima di collaborazione tra palazzo e cittadini e certi della necessità di un confronto pacato sul tema del diritto alla casa, il circolo Caprili ritiene indispensabile adesso far sentire la propria voce, anche considerando che il nostro segretario – e quindi anche il circolo – sono stati deliberatamente tenuti fuori da ogni contributo al dibattito che su questo tema si è aperto all’interno dei partiti di maggioranza. Un mero errore questa esclusione?” Lo afferma in una nota il circolo “Nilo Caprili” di Rifondazione Comunista, che ha sede al Varignano.
“Riteniamo che il problema abitativo debba essere affrontato nella sua globalità, senza semplicistiche divisioni tra ‘morosi’ e ‘occupanti’, dato che il rischio di fomentare una ‘guerra tra poveri’ è altissimo. Per questo è fondamentale che gli organi preposti verifichino le responsabilità non solo politiche dei vari enti e amministrazioni che hanno tacitamente permesso per anni l’occupazione abusiva di beni comunali.
“Detto questo, il circolo chiede all’amministrazione, prima di tutto, una rapida verifica del numero delle famiglie tra sfrattate e in attesa di sfratto e quelle abusive e sgomberate che hanno effettivo diritto alla casa, mediante verifica di reddito, tenore di vita e degli altri parametri necessari. Chiediamo inoltre un serio censimento sulle case a disposizione del Comune conteggiando quelle con accesso murato, quelle che, per vari motivi, non vengono consegnate e quant’altro.
“Il nostro sentimento è prima di tutto la rabbia nell’assistere al tentativo dettato da cieco autoritarismo nel dividere le famiglie, inserendo la ‘parte più debole della famiglia’ in strutture. Proposta che si disinteressa completamente delle persone: dello stress che subirebbero i figli; di padri che verrebbero divisi dai propri cari ed abbandonati a loro stessi. L’esclusione dal diritto alla casa è quindi diventato una colpa?
“Altro punto debole di questa farneticante proposta sta nella sua leggerezza sui costi e sulle compatibilità economiche: il costo di una persona in struttura si aggira sugli 80-100 euro al giorno. Ogni cittadino di buon senso si pone la seguente domanda: se il Comune ha a disposizione un budget del genere perché non lo utilizza secondo criteri di economicità?
“Il buon senso dovrebbe far in modo che sia accolta la nostra proposta sull’utilizzo di strutture ricettive che in inverno non vengono utilizzate, oppure l’altro progetto fornito all’assessorato al sociale con tanto di preventivo spesa, riguardante l’acquisto di case mobili da installare in uno spazio che verrebbe messo a disposizione del Comune per 20 anni. Rispetto a questo progetto si fa notare che una casa mobile costa quasi quanto un mese di retta per due persone in una casa famiglia.
“La legalità non deve negare il diritto, né tanto meno la dignità delle persone che sono oggettivamente in difficoltà ed è per questo che il nostro circolo è al fianco delle famiglie che hanno bisogno di risposte immediate.
“Sabato, durante la manifestazione svolta al Varignano, una persona ha parafrasato un proverbio siciliano: ‘prima di fare una cosa pensa, una cosa pensata è una cosa fatta bene’. Ecco, pensare prima di agire è l’invito che facciamo a tutti quelli che si stanno occupando del problema ‘casa’ senza pensare alle persone.”