Sotto questo slogan si e’ svolta questa mattina sotto la sede dell’Anci a Roma l’iniziativa a sostegno di un inquilina di Torino che per finita locazione doveva lasciare l’abitazione.

Contemporaneamente a Torino si stava svolgendo il picchetto che ha prodotto un rinvio di due mesi dello sfratto di Totta.

Ma il senso dell’iniziativa svoltasi all’Anci e’ stato quello di riprendere il dialogo iniziato a giugno prima con il ministero delle infrastrutture e proseguito con l’Anci stessa   prima dell’estate scorsa sulla politica   pubblica della casa, alla presenza del presidente dell’assemblea dei sindaci Enzo Bianco.

Per questo motivo come Asia-Usb insieme a Noi Restiamo e ai movimenti di lotta per il diritto all’abitare abbiamo richiesto un nuovo incontro per riprendere a ragionare dell’emergenza abitativa come dato strutturale dei bisogni del nostro paese, per decine di anni rimasto eluso da tutti i governi che si sono succeduti.

La crisi determinata dalla pandemia ha scoperto il velo su un problema che si é voluto sottacere e che soltanto grazie ad organizzazioni come Asia-Usb  e i movimenti per il diritto all’abitare non è mai stato oscurato.

Ricordiamo che il blocco degli sfratti previsto fino al 30 giugno non riguarda le finite locazioni.

Ribadiamo la necessità di un piano casa che risolva una volta per tutte la questione abitativa.

I fondi del recovery plan devono avere tra le destinazioni anche la soluzione al bisogno di casa di migliaia di cittadini, che ricordiamo sono anche i nostri giovani studenti che dopo il 30 giugno non avranno la garanzia di un tetto sulla testa.

Ancora oggi il nostro paese continua ad avere la percentuale più  bassa di edilizia residenziale pubblica.

E non si può   più tollerare che gli interessi dei grandi speculatori edilizi condizionino la vita di milioni di famiglie.

Per questo ribadiamo l’urgenza di rivedere la l.431/98 per arrivare ad una nuova norma che stabilisca i canoni in base al reddito.

ASIA-USB ROMA