Torino - #6Febbraio: Via Spano 41/bis sgomberata rioccupa una palazzina #Riprendiamoci la città!

Torino -

Dopo lo sgombero della palazzina occupata di via Spano 41/bis avvenuta martedì mattina, ieri pomeriggio le 13 famiglie lasciate in mezzo ad una strada in pieno inverno hanno dato vita ad una nuova occupazione abitativa. La palazzina in Via Conte di Roccavione 11 era vuota dal 2009 e prima ospitava i bagni pubblici del comune.

Gli occupanti e gli sportelli casa sgomberati due giorni fa hanno voluto rispondere in breve tempo e con forza ad un gesto irresponsabile ed infame attuato da Comune e questura, sotto l’arrogante spinta del proprietario, un ricco palazzinaro che aveva lasciato lo stabile nel degrado.

Subito dopo l’occupazione gli occupanti hanno interagito col quartiere e il vicinato con un volantinaggio, questo per spiegare quali importanti contenuti sono intrinseci all’interno del loro gesto: le istituzioni, il Comune in primis, non hanno la volontà politica di dare risposte concrete all’emergenza abitativa che a livello nazionale e a Torino in particolare, spinge le persone alla disperazione. La Torino capitale degli sfratti (50mila case sfitte, 4mila sfratti all’anno e solo 250 alloggi popolari assegnati) non può più permettersi di lasciare inabitati edifici pubblici e privati: via Spano e via Conte di Roccavione sono solo due piccoli esempi dell’ enormità di palazzi tenuti vuoti da chi senza scrupoli vuole speculare sul mattone. Il Comune stesso continua a macchiarsi di questo delitto svendendo la maggior parte del patrimonio pubblico per cercare di coprire i debiti delle amministrazioni degli ultimi 15 anni.

Questi sono i motivi per cui questa volta è stata occupata una proprietà comunale che ospiterà chi non ha una casa e che verrà salvata dal degrado. In questo modo ora il Comune non potrà più nascondersi dietro la questura o un privato, dovrà prendersi una responsabilità e decidersi di dare una risposta che non risolva solo il problema parzialmente, ma che sia generale.

Gli occupanti e gli sportelli per il diritto all’abitare pretendono provvedimenti reali: non è una soluzione speculare con i principali gruppi finanziari cittadini (Intesa San Paolo e Unicredit) per dare vita a finti bonus “salva-sfratti” che risolverà il problema ad una fetta insignificante di persone in difficoltà. Quello che vogliono sono provvedimenti d’urgenza che sequestrino tutto lo sfitto, pubblico e privato, per essere riqualificato e ridestinato ad uso abitativo e sociale, una moratoria cittadina degli sfratti e la destinazione di fondi all’edilizia popolare.

In assenza di risposte gli occupanti e i movimenti cittadini di lotta per la casa continueranno ad impegnarsi di affrontare il problema abitativo dal basso e occupando stabili vuoti per farne abitazioni per chi è stato abbandonato dalle istituzioni.

LA DIGNITA’ NON SI SGOMBERA!