TORRE ANGELA, PERIFERIA NEL DEGRADO E IMMIGRATI
In questi giorni la borgata di Torre Angela nel VI municipio di Roma, è in stato di agitazione. Infatti, è corsa la notizia che un consistente numero di immigrati starebbe per essere allocato in un centro commerciale chiuso. La reazione della popolazione è stata immediata: assemblee pubbliche nei pressi del luogo oggetto della notizia, incontri con il municipio, raccolta firme. Insomma, un impegno che farebbe pensare ad un territorio comunque vigile. Ed invece, ancora una volta, l'elemento "rivitalizzante" è l'immigrato. Eh si! Perché in una periferia, come le tante di Roma, dove manca il lavoro, dove ci sono affitti a nero a quegli stessi immigrati che spaventano, degrado sociale ed ambientale, cos'è che fa uscire la gente per strada? Una notizia per la quale c'è stata smentita ufficiale da parte dell'assessore alle politiche sociali, Cutini, una notizia di cui lo stesso presidente del municipio nega di essere a conoscenza, una notizia per la quale, in una società che non perde il senso della logica e della ragionevolezza, si dovrebbe quanto meno nutrire il dubbio che potrebbe non essere vera. Ma allora, tralasciando come mai sia circolata e chi abbia messo in giro tale notizia, il punto di analisi è nella reazione della gente. Ho sentito parlare di malattie, di usanze che si mescolano, insomma reazioni che ci raccontano di una società sempre più volutamente e scientificamente imbarbarita, di uomini e donne che non si interrogano e non reagiscono alla nostra e loro situazione di ieri, che sarà anche di domani e di chissà quanto tempo ancora e che è fatta di precarietà e di insicurezza nel non poter avere un presente e un futuro di dignità e diritti. Ma allora dobbiamo rassegnarci a questo stato che nutre e alimenta la paura dell'altro? Dobbiamo essere sfiduciati che questi cittadini non capiscano di essere usati da un sistema che è causa esso stesso, dei viaggi della speranza per i nostri fratelli migranti? Io dico di no. E lo dico perché la sera dell' assemblea non ero sola. Vicino a me semplici cittadini ,ma con senso di accoglienza, arrabbiati e delusi come me, nell'ascoltare come paura e ignoranza siano ormai elementi dominanti nei rapporti con l'altro. E allora, mi auguro che tutte quelle persone così attive e preoccupate in questi giorni, domani, passata la paura , tirino fuori il coraggio che hanno dimostrato di avere i nostri fratelli migranti che, con le loro famiglie e i loro bambini, rischiano la loro vita per fuggire dalla fame, dalla povertà e che inizino a lottare per quelle che sono le vere emergenze e cioè lavoro, reddito, dignità. Per quelle, non c'è colore della pelle che tenga nel pretenderle.
Maria Vittoria Molinari
Asia- Usb Tor Bella Monaca