Trieste: emergenza sfratti, task force in Municipio
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Allo studio con la prefettura un modo per rendere elastica la norma d’accesso ai fondi nazionali di Pierpaolo Pitich
TRIESTE Una vera e propria task force per fronteggiare l’emergenza degli sfratti abitativi dovuti alle situazioni legate alla cosiddetta morosità incolpevole. È l’obiettivo al quale sta lavorando l’amministrazione comunale per contrastare una situazione in continua crescita e figlia della crisi economica. Parliamo di persone che non riescono più a far fronte al pagamento dei canoni di affitto a causa della perdita o della ridotta capacità reddituale del nucleo familiare.
Tra i motivi, la perdita del lavoro per licenziamento, la cassa integrazione, la cessazione di attività libero-professionali, infortuni o gravi malattie. Un contesto disciplinato dal decreto legge varato nel luglio dello scorso anno dal ministero delle Infrastrutture che ha istituto una sorta di fondo anti-sfratti, mettendo sul piatto complessivamente 40 milioni di euro per il primo biennio.
Il problema è che per poter accedere ai relativi sussidi ed evitare così di perdere un bene primario come quello della casa, i requisiti richiesti sono piuttosto restrittivi. A dirlo sono i numeri: nella nostra città fino a oggi sono soltanto 22 i nuclei familiari che hanno potuto beneficiare di questi contributi per una cifra stanziata pari a circa 130 mila euro.
«Stiamo studiando di concerto con la Prefettura un sistema di intervento più efficace, in modo tale da rendere più elastica la normativa e includere diverse situazioni all’interno della disciplina della morosità incolpevole che attualmente invece viene inquadrata solo dal momento in cui è notificata la convalida di sfratto», spiega l’assessore comunale alle Politiche sociali Laura Famulari.
«L’obiettivo è in sostanza quello di anticipare i tempi e di riuscire a coprire tutte le situazioni di difficoltà prima che si arrivi allo sfratto vero e proprio. Ed è proprio per questo che l’amministrazione comunale sta nel frattempo mettendo in campo tutta una serie di strumenti alternativi che vanno nella direzione di aiutare le famiglie che non possono più far fronte al pagamento dei canoni locativi. Mi riferisco nello specifico ai sostegni previsti dall’area sociale per coloro che non riescono a pagare le bollette, non solo l’affitto, ma anche i diversi tipi di utenze, e alla graduatoria del bando affitti che adesso è stata stilata in modo definitivo e che va a intercettare circa 600 famiglie triestine in difficoltà. Nel 2014 l’impegno economico del Comune in questa direzione si è attestato complessivamente sui 900 mila euro».
Un modo insomma di allargare le maglie degli aiuti anti-sfratto. Una situazione che riguarda anche l’edilizia sovvenzionata. «È chiaro che il problema degli sfratti è più pressante per quel che concerne l’edilizia privata», dichiara Raffaele Leo, amministratore unico Ater Trieste. «Ma è da tempo che anche l’Ater segue con attenzione
il fenomeno della morosità incolpevole: chiaramente andiamo ad analizzare ogni singola situazione e dove necessario si procede con strumenti che possono riguardare interventi di assistenza, come la rateizzazione in più soluzioni del debito contratto».
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