Uno spettro si aggira per l’Europa: il diritto alla casa. La sfida che è partita da Metropoliz!
Sempre più i Governi dei paesi Europei intervengono sul settore immobiliare cercando di intaccare lo strapotere della rendita. Misure che mirano a controllare gli affitti o ad utilizzare il patrimonio privato sfitto. In Italia tutto tace, Governo e opposizioni difendono i privilegi della grande proprietà, ritenuta sacra ed intoccabile. E' compito degli attivisti del Diritto alla Casa ideare e proporre soluzioni concrete che mettano fine al disastro fin qui prodotto. Per dare continuità alle proposte per una nuova politica per la casa, per fermare la politica degli sgomberi, giovedì 4 maggio manifesteremo a Roma.
Spagna, Portogallo, Belgio, Germania. In Europa si ragiona e si legifera sul tema abitativo e lo si fa cercando di introdurre norme in grado di che provano quantomeno ad affievolire lo strapotere della rendita. In Belgio gli alloggi vuoti verranno sanzionati con importi che vanno dai 500 euro ai 12.500 euro. La norma è stata pensata per disincentivare l’abitudine propria della rendita di lasciare vuoti gli immobili, in particolar modo per la regione della Vallonia, ove a fronte della crisi abitativa in corso i proprietari tengono gli immobili sfitti: le occupazioni non sono tollerate ma al contempo, dati alla mano, le autorità (specie quelle regionali), si sono rese conto che a fronte delle quasi 50.000 richieste di alloggio inevase si stimavano 30.000 unità sfitte. In Portogallo di fronte al problema delle case vuote (700.000 nel paese, 50.000 a Lisbona) e degli affitti insostenibili, oltre che rinnovare di volta in volta un tetto sugli aumenti annuali dei canoni fissato al 2%, lo Stato vorrebbe prendere in gestione direttamente parte del Patrimonio per poi riaffittarlo a chi non riesce a pagare un affitto (come già accaduto durante la pandemia a Lisbona). Anche il congresso dei deputati in Spagna ha votato la “ley de vivienda”, per provare a controllare maggiormente il mercato ed i canoni (con tetto agli aumenti degli affitti per il 2023/2024), abbassando ulteriormente il numero di proprietà immobiliari oltre il quale si viene considerati grandi proprietari, fissandolo a 5. Per quanto riguarda la popolazione, ad oggi ha potuto esprimere la propria opinione sulla rendita parassitaria attraverso una votazione una sola volta, il Referendum consultativo tenutosi a Berlino il 26 settembre 2021, avente come tema la requisizione del patrimonio sfitto in mano alla grande proprietà. In quell’occasione si registrò una schiacciante vittoria dei sì. Non seguì però nessuna iniziativa normativa da parte della Municipalità. Il dato è che in Europa il problema della rendita parassitaria e speculativa sta emergendo, guadagnando spazio e attenzione nel discorso pubblico e politico, e anche se le soluzioni adottate dai vari governi appaiono ancora molto deboli, questa novità politica va registrata. Inoltre bisonogna tenere conto che non in tutti i paesi il problema abitativo ha dimensioni drammatiche. In Italia invece, dove il l’emergenza abitativa è divenuta insostenibile, il governo Meloni (al pari delle opposizioni), a parte difendere a priori e a prescindere il concetto di proprietà, si disinteressa completamente del problema.
In Italia Asia-Usb ha già denunciato il fallimento della legge sui canoni, la n. 431 del 1998. Questa legge ha prodotto canoni di locazione insostenibili, incentivi fiscali per i proprietari che adottano il canale concordato, che comunque produce affitti pari se non superiori a quelli puramente del mercato libero, e più di 2 milioni di richieste di sfratto in 25 anni. Ecco perché nell’immediato serve una nuova legge con forti criteri di calmierazione, assieme a una nuova fiscalità che disincentivi lo sfitto e che destini il conseguente gettito a un piano nazionale da un milione di case popolari. Di questo e di altro si è discusso approfonditamente durante il convegno sul Diritto alla Casa tenutosi a Metropoliz, sede del Museo dell’Altro e dell’Altro a maggio del 2021. Al convegno parteciparono, oltre ai delegati di ASIA-USB di molte città, il Movimento per il Diritto all’Abitare ed altri soggetti politici da tutta Italia: decine di attivisti, militanti e intellettuali nella cornice del Maam discussero di speculazione immobiliare, di edilizia pubblica, dei canoni di locazione e dei diritti sociali negati attraverso norme repressive come la Legge Renzi-Lupi e i vari Decreti Sicurezza. I gruppi di lavoro creati in quella sede si sono poi riuniti per mettere a punto una bozza di legge da trasformare in proposta, avente proprio quelle caratteristiche di equità e uguaglianza che garantirebbero il diritto alla casa per tutti e impedirebbero la discriminazione abitativa attraverso fenomeni come la gentrificazione. In questa bozza di legge ad esempio, il canone massimo applicabile tiene si conto di alcune caratteristiche oggettive degli alloggi o delle zone, ma è ancorato ai redditi familiari stabilendo un’incidenza massima su questi.
Per dare il via ad un dibattito, secondo noi necessario oggi come non mai, pubblicheremo nei prossimi giorni la bozza di legge preparata, e lo faremo in prossimità del corteo del 4 maggio, con partenza da Piazza dell’Esquilino alle ore 17.00, perché questa mobilitazione ha come scopo primario quello di difendere tutti e tutte dalla fame insaziabile della Rendita, che vuole una città preda di sgomberi e sfratti. Primo fra tutti quello di Metropoliz, luogo unico, trasformato da rudere industriale a museo ad opera dei movimenti di lotta per la casa ed in primis dai suoi stessi abitanti. È lì che è nata la nostra idea per un mercato degli affitti giusto, del rilancio dell’edilizia pubblica attraverso il recupero urbano degli immobili abbandonati, ed è lì che è stata rilanciata la sfida per il Diritto alla Casa.
ASIA-USB