Invimit: chiacchiere e dismissione
A fronte delle dichiarazioni rilasciate dal suo Presidente, la missione principale di Invimit ad oggi è dismettere Patrimonio Pubblico. Continuiamo a denunciare gli effetti della dismissione sulla città e sui suoi abitanti, non ci facciamo abbindolare dalle dichiarazioni alla stampa.
La società Invimit riceverà 170 milioni di euro per riqualificare “immobili non in uso della Pubblica Amministrazione per metterli a disposizione della collettività e razionalizzare gli affitti della Pubblica Amministrazione”. Questo, in sintesi, si legge nel trafiletto del Messaggero di oggi. A rilasciare qualche breve dichiarazione è il presidente di Invimit Sgr, docente alla Luiss, ex Parlamentare di Forza Italia prima e poi del Popolo delle Libertà. La dichiarazione di intenti, dobbiamo ammetterlo, è di grande respiro ed era state preannunciata nelle scorse settimane e mesi. Ma adesso è tempo di Finanziaria, ed evidentemente la gioia dell’incasso ha fatto il resto. Si perché se rimaniamo a quanto dichiarato oggi e nel passato recente, siamo di fronte a una cornice teorica di tutto rispetto: incidenza dei canoni sui redditi non oltre il 30% (una media di affitti a 300-450 euro al mese), ruolo pubblico centrale e strategico, rigenerazione contro gli stabili vuoti che, e citiamo testualmente, “se restano abbandonati, gli immobili diventano veri e propri buchi neri della città, in quanto luoghi di degrado e di reati vari”. C’è un problema però, ed è che la missione principale di Invimit è la dismissione e basta accedere al sito della società per rendersene conto.
Ma se si vuole avere idee ancor più chiare occorre visitare gli immobili pubblici affidati alla società ed in dismissione, in parte svuotati dei suoi residenti da Invimit stessa e vedere in che stato versano, nell’attesa di essere venduti. Ci siamo occupati di via Val Seriana, nel quartiere di Conca d’Oro, e se ne è occupata anche Roma Today con un articolo di V. Valeri: un edificio semivuoto, abitato da sole 4 famiglie, in pessimo stato manutentivo. Ma Invimit ha altri edifici in dismissione. In che stato versano? Sono abitati e ben tenuti o sono luoghi di degrado ed abbandono, insomma sono dei buchi neri? Ci sembrano domande lecite nei confronti di una società che si dice così sensibile al tema abitativo. Verificare non è nemmeno difficile in quanto gli immobili di uno specifico fondo, quelli proveniente dall’ente regionale del Lazio, sono tutti in una lista. E balza subito all’occhio cercando su Maps fra quelli più grandi (circonvallazione Appia, via Batteria Nomentana etc..) che sono in parte vuoti: si notano le finestre vuote, gli intonaci in alcuni casi rinfrescati “a scacchiera”. Il documento riporta un tasso di occupazione medio degli stabili di circa il 75%, ma è di dieci anni fa, ed oggi la sensazione è che i numeri siano cambiati.
In conclusione, le politiche condotte fin qui da Invimit non ci sembrano tanto in linea con le dichiarazioni del suo presidente. Asia-Usb continua a opporsi a qualsiasi politica di dismissione del Patrimonio Pubblico. Non ci facciamo ingannare dai comunicati stampa e dalle frasi ad effetto e rimaniamo vigili a difesa degli inquilini sotto sfratto e del Diritto alla Casa. Invimit venga utilizzata dallo Stato per la riqualificazione degli immobili pubblici che detiene e li utilizzi per fronteggiare l’emergenza abitativa che attanaglia la Capitale ed il paese.
Asia-Usb Roma