BERGAMO. «Sfratti da sospendere in inverno» Richiesta dei sindaci in prefettura
10 ottobre 2012
Cronaca - In forte aumento gli sfratti in provincia (Foto by Archivio2) Meteo, arriva l'autunno vero: venerdì la prima perturbazioneArtigiani contro lo stop antismog «Così danneggiate le imprese» Due richieste chiare sono state avanzate mercoledì 10 ottobre nell'incontro in Prefettura da Sunia-Cgil, Sicet-Cisl, Unione degli Inquilini e Asia-Usb, nella giornata contro gli sfratti a Bergamo, organizzata nell'ambito della Campagna Sfratti Zero. «Abbiamo chiesto ufficialmente al Prefetto (rappresentato dal suo Capo di Gabinetto) di prendere la stessa strada già imboccata dai Comitati per l'Ordine e la Sicurezza di Firenze e Livorno, comitati che comprendono anche enti locali, e cioè di sospendere su tutto il territorio provinciale l'esecuzione degli sfratti per il periodo invernale - ha sottolineato poco fa Pietro Roberti di Sunia Cgil -. Abbiamo anche chiesto che venga garantito il passaggio da abitazione ad abitazione per chi rischia di essere sfrattato». Nell'ambito della Campagna Sfratti Zero organizzata per far rispettare integralmente il diritto alla casa iscritto nell'art. 11 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, ratificato dall'Italia con Legge n. 881/77, anche a Bergamo i sindacati e le associazioni degli inquilini si sono mobilitati, dunque, con un presidio e un volantinaggio in via Tasso, mentre all'interno della Prefettura si svolgeva l'incontro. «Il confronto si è svolto con il Capo di Gabinetto Clemente Di Nuzzo che ci ha fornito i dati sull'andamento degli sfratti negli ultimi anni, comprese le cifre del primo semestre del 2012» continua Roberti. «Ora, nel 2010 gli sfratti eseguiti sono stati 464, nel 2011 481 mentre nei primi sei mesi del 2012 sono stati 258. Dunque, in aumento, ma a sorprendere per il loro incremento sono state soprattutto le richieste di esecuzione: nel 2010 furono 1.242, nel 2011 furono 1.459 mentre nella prima metà di quest'anno sono state 819. Abbiamo anche chiesto la possibilità di aprire un tavolo di discussione con la stessa Prefettura e il Comune di Bergamo per trovare strumenti efficaci per affrontare il problema: il Capo di Gabinetto Di Nuzzo si è impegnato a convocare le parti per il 26 ottobre, Giornata nazionale contro gli sfratti». «Secondo il ministero degli Interni nel 2011 in Italia le nuove sentenze di sfratto risultano circa 64.000, di cui 56.000 per morosità; le richieste di esecuzioni con la forza pubblica sono state oltre 123.000, di cui ben 29.000 eseguite, tanto che ogni giorno in Italia circa 140 famiglie sono sfrattate dalla forza pubblica» si legge sulla nota unitaria di Unione degli Inquilini, Asia-Usb, Sunia-Cgil e Sicet-Cisl. «Le cifre drammatiche sottolineano l'impatto della crisi, e stridono con l'assoluta assenza di politiche abitative pubbliche, che siano capaci di garantire il passaggio da casa a casa ma anche di affrontare il tema del caro affitti e della precarietà abitativa». (…) «Se la questione sfratti non diventa una questione nazionale, non potrà mai entrare nell'agenda politica. Perciò un ampio fronte, che comprende, associazioni, movimenti, sindacati, alcuni partiti, amministratori e singoli, propone una mobilitazione nazionale coordinata e unitaria che ponga al centro la questione sfratti». Informazioni sulla Campagna Sfratti Zero: ita.habitants.org/campagna_sfratti_zero/presentazione/campagna_sfratti_zero. Fra le rivendicazioni e le richieste Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Asia-Usb compaiono anche: la costituzione di un gruppo di lavoro che dovrà dare attuazione all'art. 2 comma 1 lettera m della Legge Regionale 27/2009: un meccanismo di graduazione delle esecuzioni forzate degli sfratti per permettere il passaggio da casa a casa; il rilancio dell'edilizia sociale pubblica nonché la razionalizzazione della gestione del patrimonio pubblico esistente. In particolare «chiediamo di operare per fermare lo smantellamento di tale patrimonio, che in bergamasca è stato intrapreso da diversi Comuni, e di agire sulle capacità operative degli enti locali per limitare al massimo la quota di alloggi a canone sociale non disponibili all'assegnazione in quanto in attesa di manutenzione o adeguamento (facciamo riferimento, per esempio, ai circa 200 alloggi di proprietà del Comune di Bergamo lasciati colpevolmente inutilizzati perché privi di manutenzione)»