CASAL BOCCONE: APPELLO E ASSEMBLEA PUBBLICA PER I BENI COMUNI.
RIAPPROPRIAMOCI DEI BENI COMUNI
MERCOLEDI 25 GENNAIO ore 17,00
ASSEMBLEA
PUBBLICA A CASAL BOCCONE
Dall'8 gennaio è attivo un presidio di custodia sociale all'interno dell'ex residenza per anziani di via di Casal Boccone 112, con l'obiettivo di difendere la funzione pubblica delle due palazzine finite in mano alla FIMIT e prevenire l'ennesima speculazione edilizia sul territorio del IV Municipio.
L'appello a sostegno dell'iniziativa ha raggiunto in pochi giorni diverse decine di firme, tra cui quella dell'urbanista Berdini, i movimenti per il diritto all'abitare, le associazioni e le reti territoriali, gli anziani ex residenti, i lavoratori e le lavoratrici dell'ex clinica, i sindacati di base, il capogruppo PD del IV Marchionne, la Federazione della Sinistra e SEL.
Invitiamo tutte e tutti a sostenere questa battaglia firmando l'appello e partecipando all'assemblea pubblica che si terrà mercoledì 25 gennaio alle ore 17 dentro lo spazio teatro dello stabile occupato di via Casal Boccone 112.
Roma, 18 gennaio 2012
Rete di custodia sociale Casal Boccone
di seguito l'appello
L’area di Casal Boccone è da tempo gravemente minacciata da un’espansione preoccupante della lottizzazione edilizia diventata ormai irrefrenabile.
La fisionomia dell’area sta subendo una radicale trasformazione con la conseguente perdita irreversibile dell’identità originaria. Il territorio vive una trasformazione evidente conseguenza di uno sfruttamento indiscriminato.
Durante gli ultimi anni si è assistito anche al ricorso fin troppo frequente a strumenti urbanistici in deroga che hanno aggravato una situazione già da tempo insostenibile.
Verosimilmente si può ritenere come, considerando l’
intera cubatura di edilizia esistente, comprensiva cioè anche di quella abusiva e degli alloggi inutilizzati o dismessi, sia stata raggiunta ormai da tempo la soglia massima del numero di abitanti prevista per la dotazione standard per abitante.
In particolare si osserva come in questi ultimi decenni gli standard edilizi per i parcheggi e il verde pubblico non siano stati quasi mai rispettati, assistendo ad una crescita abnorme delle cubature, decisamente superiore e sproporzionata rispetto alla crescita naturale della popolazione, favorendo in tal modo un carico antropico divenuto insostenibile.
La chiusura dell’ex residenza per anziani Roma II e il possibile utilizzo delle sue strutture, pari a più di 47mila metri cubi, con gli strumenti legislativi regionali attualmente in vigore verso l’abbattimento, il cambio di destinazione e un premio di cubatura del 30%, si iscrive dentro una cornice dettata dalla rendita e dalla speculazione edilizia.
Nonostante la lotta dei lavoratori, dei residenti e delle realtà sociali, sindacali e politiche del territorio per impedirne la chiusura, dal primo gennaio la FIMIT, attuale proprietaria del manufatto, ha svuotato le due palazzine e smantellato il presidio socio-sanitario esistente. Il Comune, che si è reso indisponibile a sostenere ancora l’onere dell’affitto e non ha preso in considerazione la possibilità dell’acquisto, ha di fatto consegnato un bene comune al Fondo Immobiliare chiuso Gamma che penserà a “valorizzarlo” nell’unica maniera che la rendita conosce: una bella lottizzazione e nuovo cemento residenziale privato.
Domenica 8 gennaio le due palazzine in via Casal Boccone 112, sede della residenza dismessa, sono state restituite alla città con un'iniziativa di riappropriazione che ha dato vita ad un presidio/occupazione permanente della struttura. Questa mobilitazione propone la costituzione di una Rete di custodia sociale con l’obiettivo di riportare alla funzione originaria la struttura. Invitiamo tutti e tutte ad aderire a questa rete e a sostenere la richiesta di riapertura dell’interlocuzione con il sindaco Alemanno sul destino dello spazio.
Per rafforzare questa mobilitazione sociale proponiamo un momento di confronto pubblico dentro lo spazio teatro dello stabile per MERCOLEDI 25 GENNAIO alle ore 17,00.
Un incontro tra abitanti di una città che cambia e dove gli interessi della rendita fondiaria non consentono l’esercizio di quella sovranità territoriale necessaria per una trasformazione sociale che veda garantiti i diritti primari attraverso un welfare di cittadinanza sempre più carente,una sovranità capace di impedire un inarrestabile saccheggio/consumo del suolo.
Rete di custodia sociale Casal Boccone