CENSIMENTO DAL BASSO: RASSEGNA STAMPA

Roma -

 

DNews

E il dipendente Alitalia guida l’occupazione delle case

Centocelle C’era anche lui tra i 40 ragazzi tra i 25 e i 30 anni che hanno fatto irruzione nell’edificio in via dei Castani

 

di Diletta Parlangeli

 

Roma

Nell’occupazione dei Blocchi Precari Metropolitani in via dei Castani 44 (messa in atto ieri) c’è anche lui. Antonello, dipendente (nemmeno a dirlo, precario) di Alitalia Servizi. «I sindacati hanno firmato per ottenere contratti di apprendistato – racconta - ma io ho 32 anni, e sono fuori dal limite massimo d’età, che è di 29 anni». E così, come dice scherzando, «da quando era un pupo» cerca di arrancare con i contratti a tempo determinato della sezione servizi della compagnia di bandiera. Da sei anni e mezzo. Qualche volta, spiega, si è trattato di “rinnovi” di appena 2 mesi e mezzo. Ora è nell’ufficio “Lost& Found” «ma finirò presto nel calderone di esuberi e affini ». Con 800 euro al mese, quando va bene, Antonello, come gli altri ragazzi che hanno occupato, è dura avere un tetto dove stare. Ieri nello stabile privato di Centocelle si sono presentati una quarantina di ragazzi, tutti di età compresa tra i 25 e i trent’anni. «Siamo tutti lavoratori - spiega Valerio, dei Bpm - c’è chi lavora all’Ikea, chi nei pub, tutti precari». L’edificio è di due piani, abbandonato da 10 anni. Un’occupazione quella di ieri che fa il paio con il progetto attivato dai Bpm del “censimento dal basso”: azioni di un giorno, “simboliche”, volte a dimostrare alle istituzioni, Prefetto in primis, che esistono almeno 270mila alloggi in disuso.

Intanto si è sboccata la situazione che riguardava gli alloggi di Ponte di Nona: «Oggi l'Ufficio speciale case invierà una lettera all'Ater per l'assegnazione (quella reale partirà lunedì) di 259 spazi, bloccati da mesi per verifiche amministrative». Questa la vittoria delle 300 persone del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, Comitato obiettivo Casa e Action che hanno occupato l’assessorato alla Casa sul Lungotevere de’Cenci.

 

 

EPolis Roma

Emergenza casa. Prosegue il censimento dei palazzi abbandonati

Roma - Prosegue il censimento dal basso dei casali abbandonati: ieri è stata la volta di un palazzo abbandonato da 14 anni a Centocelle, in via dei Castani. A organizzare l'occupazione il Blocco Precario Metropolitano. "A Roma si muore di mutui e di sfratti, si delega la politica abitativa ai grandi speculatori, non si investe nell'edilizia popolare - dice Fabio Nobile, segretario romano del Pdci -. Non possiamo non solidarizzare con quei giovani precari, studenti, uomini e donne che hanno trasformato immobili dismessi e in disuso da anni", prosegue. E sempre ieri, circa cinquanta famiglie del Comitato obiettivo casa e del Coordinamento cittadino di lotta hanno occupato per tutta la mattina l'assessorato alla Casa. "38 famiglie aspettano da giugno l'assegnazione delle case a Ponte di Nona, hanno già iscritto i bambini a scuola", spiegano. E l'assessore alla Casa Alfredo Antoniozzi ha assicurato che entro oggi verrà resa nota la graduatoria degli assegnatari di Ponte di Nona.(M.R.)

 

Carta

Giornata di mobilitazione per il diritto alla casa

di Manuela Campitelli

 

Roma - Il Blocco precario metropolitano ha occupato questa mattina un edificio vuoto a Roma, in via dei Castani. L'iniziativa fa parte di una giornata di mobilitazione per chiedere più edilizia residenziale pubblica. Questa mattina i Blocchi precari metropolitani sono entrati nello stabile di via dei Castani 44, uno dei tanti edifici vuoti di Roma regalati alla rendita immobiliare, chiedendo l’apertura di un tavolo di trattativa con il Municipio VII e la proprietà. «Siamo lavoratori, precari, studenti, disoccupati che hanno deciso di non farsi strozzare da un affitto impossibile o da un mutuo da strozzini – affermano Unders/Blocchi precari metropolitani e Asia Rdb – Questo scenario drammatico è il frutto delle politiche urbanistiche delle giunte Rutelli e Veltroni, subalterne agli interessi della rendita immobiliare. Scelte confermate dal neo sindaco Alemanno che, messa da parte la demagogia elettoralistica, si è subito allineato agli interessi dei privati e della speculazione. La promessa di 40 mila alloggi popolari è rimasta nel cassetto. In cambio, però, Alemanno e la destra hanno aperto la caccia contro poveri, emarginati, chi vive il disagio sociale. Con la scusa della ‘sicurezza’ vogliono colpire i diritti e le libertà di tutti». L’edilizia residenziale pubblica soddisfa solo il 4 per cento degli aventi diritto. Dal 2001 ad oggi sono stati assegnati solo poche centinaia di alloggi a fronte di oltre 30 mila domande di casa popolare. L’aumento degli affitti sta provocando un’ondata di sfratti per morosità e dal 15 di ottobre anche le categorie cosiddette protette saranno a rischio. Le dismissioni immobiliari avviate dai gruppi assicurativi, fondi di investimento e fondazioni come Enasarco [17 mila alloggi messi in vendita a prezzi di mercato] stanno allargando l’emergenza abitativa a settori sociali che sembravano garantiti. «L’iniziativa di oggi – hanno detto i movimenti – vuole rilanciare la campagna di censimento dal basso degli alloggi inutilizzati a Roma». Blocchi precari metropolitani e Asia-Rdb chiedono lo stop degli sfratti e degli sgomberi, il recupero degli alloggi inutilizzati [270 mila solo a Roma], il rilancio dell’autorecupero [«il cantiere di via dei Lauri deve essere riavviato con urgenza»], la destinazione all’emergenza abitativa delle aree dismesse, del patrimonio demaniale e delle caserme. Il presidente del municipio VII, Roberto Mastrantoni, ha incontrato in tarda mattinata gli occupanti e ha deciso di presentare una risoluzione di appoggio alle loro richieste, impegnandosi a inserire l’immobile nel tavolo di trattativa aperto dal prefetto Mosca sul censimento degli immobili vuoti. Le richieste verranno portate all’attenzione del Prefetto sabato prossimo. Nel frattempo, oltre 400 famiglie del Coordinamento cittadino lotta per la casa e del Comitato obiettivo casa hanno occupato oggi l’assessorato comunale al patrimonio «per protestare contro i ritardi della nuova giunta nel procedere alla consegna di 246 alloggi popolari già assegnati nel quartiere di Ponte di Nona». Gli occupanti hanno ottenuto un incontro con il gabinetto del sindaco e l’Ufficio speciale casa, al termine del quale è stato deciso, domani, di inviare una lettera all’Ater per l’assegnazione di 259 alloggi a Ponte di Nona. Le assegnazioni vere e proprie cominceranno lunedì. Durante l’incontro, si è parlato anche del destino dell’ex-ospedale Regina Elena, occupato da mesi da 300 senza casa. «L’amministrazione ha ribadito la volontà di liberare la struttura e la ricerca di una soluzione per le famiglie – hanno detto ancora i manifestanti – anche se volessero trasferirli in qualche residence, vogliamo garanzie sull’assegnazione definitiva di un alloggio».

Libero

Emergenza casa. Occupati uno stabile vuoto e l’assessorato al Patrimonio

A Roma si muore di mutui e di sfratti. Eppure continuano ad rimanere chiusi e vuoti migliaia di immobili (ne sono stimati circa 270 mila) che potrebbero essere usati per sanare, almeno in parte, l’emergenza abitativa che c’è nella Capitale. Come quello vuoto di via dei Castani 44 a Centocelle. Che ieri è stato occupato da alcune famiglie di sfrattati sostenute dal Blocco Precario Metropolitano e Asia Rdb. «Siamo lavoratori, precari, studenti, disoccupati che hanno deciso di non farsi prendere per il collo da un affitto impossibile o da un mutuo da strozzini», spiegano gli occupanti. «Questo scenario drammatico è il frutto delle politiche urbanistiche delle giunte Rutelli e Veltroni, subalterne agli interessi della rendita immobiliare. Scelte confermate dal neo sindaco Alemanno che, messa da parte la demagogia elettoralistica, si è subito allineato agli interessi dei privati e della speculazione. La promessa di 40.000 alloggi popolari è rimasta nel cassetto».

Con l’iniziativa di via dei Castani, il Blocco e Asia Rdb vuole rilanciare la campagna di censimento dal basso degli alloggi inutilizzati a Roma. «Siamo entrati in questa palazzina», spiegano, «per conquistare un diritto fondamentale e per recuperare quella parte di reddito, spesso precario, che molti di noi sono costretti a cedere con affitti da rapina ed in nero. E’ ora di dire basta». Per questo chiedono lo stop degli sfratti e degli sgomberi, il recupero degli alloggi inutilizzati, il rilancio dell’autorecupero («il cantiere di via dei Lauri deve essere riavviato con urgenza»), la destinazione all’emergenza abitativa delle aree dismesse, del patrimonio demaniale e delle caserme.

Del resto l’affitto di un alloggio equivale oggi ad un salario medio, una stanza, o peggio ancora un posto letto, arriva fino a 400 euro anche a Centocelle, una zona considerata una volta popolare e quindi più accessibile. L’aumento degli affitti sta provocando un’ondata di sfratti per morosità e dal 15 di ottobre anche le categorie cosiddette protette saranno a rischio. Il lavoro precario, pur volendo, l’acquisto di un appartamento. Le speculazione edilizie hanno moltiplicato il costo di una casa e l’edilizia residenziale pubblica soddisfa solo il 4% degli aventi diritto. Dal 2001 ad oggi sono stati assegnati solo poche centinaia di alloggi  a fronte di oltre 30.000 domande di casa popolare.

ASSEGNAZIONI SBLOCCATE

Per questo sempre ieri è stata occupata la sede dell’assessorato comunale alle Politiche sulla Casa da parte di circa 300 persone aderenti ai movimenti di Lotta tra cui il coordinamento cittadino di lotta per la casa e il comitato Obiettivo casa. «Dateci le chiavi subito», è stato lo slogan scandito da circa 200 manifestanti. Le 246 unità abitative sono state terminate lo scorso luglio, ma c’è il rischio che le case «possano essere occupate nel frattempo abusivamente da qualche famiglia che non ne ha diritto». «Gli aventi diritto», hanno continuato gli organizzatori della protesta, «hanno già iscritto i loro figli nelle scuole di zona, ma le chiavi promesse a giugno non sono state consegnate costringendoli al pendolarismo». «Una recente memoria di giunta sul futuro piano casa inoltre lascia presagire», hanno aggiunto, «che l’impegno di questa amministrazione, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, sarà quello di favorire i costruttori concedendo loro nuove aree edificabili intaccando l’agro- romano oltre i limiti previsti dal recente piano regolatore».«E’ da quando si è insediata la nuova amministrazione comunale», ha tuonato Luca, un rappresentante del Coordinamento, «che non si assegna una casa popolare a Roma. L’unico passo fatto è stata una memoria di giunta, approvata a luglio, che trasforma l’emergenza abitativa in un regalo ai costruttori». Alla base della protesta anche «i recenti annunci a mezzo stampa, di sgomberi, come nel caso del Regina Elena occupato», una sistemazione che i manifestanti hanno detto di essere «disposti a difendere con le unghie e con i denti. Ci abitano 300 famiglie. Se venissero sgomberate sarebbe un disastro umanitario per la città».

Lì occupazione si è conclusa con l’incontro tra i rappresentanti del Comitato, il Gabinetto del sindaco e l’Ufficio speciale Casa. Il Campidoglio, da parte sua, oggi invierà una lettera all’Ater per l’assegnazione degli alloggi a Ponte di Nona. L’assessore alle Politiche abitative Alfredo Antoniozzi ha spiegato che «l’Ater non aveva voluto sottoscrivere le assegnazioni perché erano presenti anomalie e carenze documentali, rimettendo così in discussione un provvedimento effettivo firmato dal precedente direttore con determina dirigenziale 235 dell’11 aprile 2008. Proprio grazie a queste verifiche, l’Ater, a partire da lunedì prossimo, potrà provvedere alla consegna». «E’ stato fissato inoltre», ha aggiunto Antoniozzi, «un nuovo incontro per il 2 ottobre nel quale verranno affrontate, anche alla luce di quanto denunciato alla Procura della Repubblica, le dinamiche relative alle assegnazioni degli alloggi Erp». «In questi mesi», ha concluso l’assessore, «sono state intraprese numerose iniziative a tutela dei cittadini volte a sanare le procedure anomale della precedente gestione, soprattutto in merito all’assegnazione degli alloggi popolari». NOP

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di Vincenzo Tersigni

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