CHI SPECULA SULL'EMERGENZA ABITATIVA

Roma -

E’ in corso un’iniziativa di protesta dei movimenti per il diritto all’abitare davanti la sede dell’Arciconfraternita di via Collazia 2F, per denunciare il business sull’emergenza abitativa.

 

L’associazione, che gestisce cinque centri dove sono alloggiati gli sgomberati del Regina Elena, solo quest’anno amministra a Roma 16 centri per l’asilo e l’immigrazione, per un totale di oltre 600 posti dai quali ricava 9 milioni di euro. A questi si aggiungono  i 400 posti letto del centro polifunzionale Enea, che frutta all’associazione 2 milioni per l’affitto della struttura, oltre ai 4 milioni incassati per la gestione.

 

Considerando poi l’appalto della sala operativa sociale e il servizio di assistenza ai rifugiati al valico di frontiera dell’aeroporto Leonardo da Vinci, i guadagni dell’Arciconfraternita salgono a 20milioni di euro l’anno.

 

In più, le condizioni di vita all’interno dei centri risultano insopportabili: oltre alle regole che li rendono simili a delle carceri, gli ospiti denunciano la scarsa qualità del cibo che sta provocando seri problemi alla salute.

 

Nei prossimi giorni i movimenti incontreranno l’assessore alla Casa Antoniozzi per verificare gli impegni del comune rispetto a una sistemazione dignitosa per le famiglie del Regina Elena. Anche in quell’occasione, continueremo a denunciare un nodo che consideriamo centrale: non è accettabile che il comune e la prefettura continuino ad appaltare la gestione dell’emergenza abitativa consentendo a chi specula legalmente di incassare lauti guadagni, mentre a finire sotto inchiesta sono i movimenti per il diritto all’abitare.

 

Movimenti per il diritto all’abitare