COLLI PORTUENSI: RASSEGNA STAMPA

Roma -

Liberazione 28 giugno ‘08

Colli Portuensi, sospeso lo sciopero della fame
Gli inquilini: «Pronti a rifarlo dopo l'incontro»
di Serena Salucci

Roma - «Lo sciopero della fame è stato solo sospeso, siamo pronti a riprenderlo se si interromperà il percorso di dialogo con le istituzioni». Era esattamente un anno fa quando nello stesso cortile di via dei Colli Portuensi 187, la signora Marisa Falovo, con la stessa espressione determinata, mi raccontava come 50 famiglie stavano per perdere la casa in cui abitavano, alcuni da oltre quarant'anni. Ora, dopo un anno di lotte, gli inquilini delle palazzine del Fondo Pensioni della Cassa di Risparmio di Trieste (leggi Unicredit) hanno finalmente la possibilità di confrontarsi con i loro padroni di casa. Anzi no… «perché all'incontro che si terrà l'8 luglio in prefettura, con i rappresentanti del comune, del municipio, della regione e del fondo, noi non siamo stati invitati. Vogliono i nostri soldi, ma evidentemente noi gli facciamo schifo». E' stato comunque fatto un passo avanti, in questa vertenza casa che rischia di diventare un precedente emblematico. Lunedì scorso, dopo tredici giorni di sciopero della fame insieme a Paolo di Vetta dell'Asia RdB, gli inquilini sono stati convocati ad un incontro della commissione Casa della regione, dove sono state avanzate alcune proposte concrete di sostegno da parte delle istituzioni. «La verità è che non esiste alcuno strumento amministrativo per agevolare l'acquisto della casa a chi, come noi, supera i limiti di reddito per l'assegnazione delle case popolari, ma che nello stesso tempo non è in grado né di acquistare, né di pagare un affitto nelle attuali condizioni di mercato». L'offerta di "aiuto" da parte dell'istituzione è stata la possibilità di un mutuo agevolato, solo però per un terzo circa della somma richiesta dal Fondo pensioni per ciascun appartamento. Anche se non è ancora sufficiente a garantire la soluzione della vicenda, si aprono alcuni spazi di trattativa. «A questo punto - spiega la signora Falovo - l'acquisto di una parte degli appartamenti è necessario per garantire la tutela a tutti. In un primo approccio che c'è stato tra i rappresentanti del Comune di Roma e il Fondo Pensioni l'ipotesi paventata è un pacchetto non modificabile: la tutela per i 17 che non possono acquistare (nuovo contratto d'affitto), potrà essere concessa solo se gli altri acquisteranno tutti».