CONTRO PRECARIETA' E SFRUTTAMENTO: RILANCIAMO IL CONFLITTO SOCIALE

Appello di convocazione dell'assemblea pubblica del 29 novembre

Milano -

Il capitalismo italiano, per mantenere elevati i livelli di profitto, da tempo persegue la flessibilizzazione dei rapporti di lavoro e l'intensificazione dello sfruttamento, la dispersione della produzione verso paesi che permettono costi più bassi e scarsa conflittualità, la fusione pressoché totale con il mondo finanziario per sfruttarne le dinamiche speculative, la privatizzazione del welfare state e dell'istruzione pubblica.


E ora, in una fase di crisi strutturale, i padroni e i loro governi rispondono con ulteriori misure per disgregare l'unità e la forza contrattuale dei lavoratori (esemplificativo è il contratto separato sottoscritto da Federmeccanica con la complicità di FIM e UILM) e, soprattutto, per socializzare le perdite e i debiti accumulati scaricandone i costi sulle classi popolari.


Il mancato rinnovo di gran parte dei contratti precari e i licenziamenti conseguenti alla prossima scadenza degli ammortizzatori sociali delineano il plausibile profilarsi di una situazione di disoccupazione di massa in una fase di grave recessione, fornendo ulteriore pretesto per attaccare le condizioni salariali e costruire un modello societario sempre più autoritario che limiti la possibile esplosione di conflitti conseguenti all'oggettivo peggioramento delle condizioni di vita.

Come realtà dell'autorganizzazione sociale e sindacale crediamo che, proprio sulle ricadute sociali e sulle irrisolvibili contraddizioni che il tentativo di tamponamento delle conseguenze della crisi porta con sé, sia possibile agire per una ricomposizione di classe e una pratica comune per rilanciare la possibile rinascita di una stagione di lotte sociali e politiche.
In questo senso riteniamo che, in una prospettiva unitaria che generalizzi le istanze di conflitto ancora troppo sporadiche e isolate, sia possibile partire dalle seguenti rivendicazioni per costruire un’ipotesi di piattaforma condivisa:

- blocco di tutti i licenziamenti, stabilizzazione delle varie tipologie di contratti precari, proroga della CIG ed estensione degli ammortizzatori sociali per la categorie non coperte;
- previsione di meccanismi penalizzanti in ipotesi di delocalizzazione;
- difesa del salario diretto e indiretto (ovvero blocco della privatizzazione di tutte le forme di prestazioni sociali) anche attraverso nuovi strumenti di reale adeguamento delle retribuzioni al costo della vita e di garanzia della sua continuità in caso di disoccupazione, nonché piena disponibilità del proprio TFR (compreso quello ceduto ai fondi “chiusi”);
- blocco degli affitti e delle utenze (in particolare, elettricità e gas) per tutti i lavoratori licenziati e precari, disoccupati e/o in cassa integrazione; 
- istituzione di un’addizionale regionale per i redditi più alti e di una contribuzione straordinaria da parte delle imprese; 

- inasprimento delle sanzioni per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per lavoro “nero”;
- diritto al permesso di soggiorno per i migranti, anche in caso di licenziamento, sino al reperimento di nuova occupazione.

Su questi contenuti condivisi indiciamo un’assemblea pubblica per domenica 29 novembre alle ore 15.00 presso il CSA Vittoria. Invitiamo già tutti a partecipare e a contribuire ad allargare ad altre realtà e singoli i contenuti e gli obiettivi.

La lotta e l’unità tra lavoratori è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

L’assemblea metropolitana delle realtà dell’autorganizzazione sociale e sindacale (alcuni lavoratori Lares, Metalli Preziosi, Maflow, Marcegaglia Buildtech, Bitron, Omnia Service, coll. Oltre il Ponte, coll. La Spinta!, CSA Vittoria, Slai Cobas, RDB, SDL, Confederazione Cobas, Unione Inquilini, coll. lavoratori/studenti delle scuole civiche serali, Sinistra Critica, PCL)