COSTRUIAMO LA RETE BOLOGNA PRENDE CASA

Bologna -

Viviamo in una società contraddistinta dalla precarietà sociale, che si manifesta in tutti gli aspetti della vita, nella scuola (attraverso le privatizzazioni e l’annullamento di un sapere scientifico critico), nel lavoro attraverso una precarietà contrattuale e una flessibilità produttiva, nel territorio (privatizzazione di servizi, nocività e problema abitativo). Oggi essere precario è una condizione di vita generale che attraversa diverse fasce sociali.
Il problema principale legato alla precarietà sociale è riuscire ad individuare un terreno di ricomposizione tra i diversi settori sociali che dia forza alle forme di resistenza e mobilitazione. Oggi la dimensione territoriale-metropolitana è un occasione da saper cogliere, in quanto oltre agli specifici luoghi della produzione e del sapere (lavoro, scuola, università) esiste un piano territoriale che diventa esso stesso azienda. Con la privatizzazione dei diversi servizi si è assistito ad una mutazione della gestione amministrativa delle città, inoltre gli stessi settori (lavoro, scuola, università) sono molto più integrati in questa nuova dimensione di territorio-azienda.
Lo spazio metropolitano inoltre è il luogo dove si acutizzano le contraddizioni sociali, creando tuttavia un nuovo processo di omogeneizzazione del precariato sociale, che si trova a dover subire gli stessi problemi (abitativi, scolastici, lavorativi, di servizi, di socialità).

Agiamo in un contesto urbano che vive la fine del “modello emiliano” dove si è rotto un equilibrio che esisteva tra amministrazione-capitale-lavoro, questo è il prodotto di una mutazione urbano produttiva della città. A questo si aggiunge una diversa composizione sociale, con la presenza di nuove fasce di immigrazione (italiana e non). La fine di questo modello ha rotto una determinata comunità e livello di convivenza, oggi diventa un problema di ordine pubblico la presenza dei migranti cosi come delle fasce giovanili.

La rete Bologna Prende Casa vuole intercettare direttamente chi vive oggi la precarietà sociale: studenti, precari, lavoratori, migranti che declinano in diverse forme la loro voglia di avere nuovi diritti sociali, dando vita a momenti di mobilitazione che permettano la ripresa di un movimento per il diritto sociale ed umano ad un’abitazione dignitosa.
In questo senso pensiamo ad un intervento che si strutturi su queste linee:

•    creazione di liste indipendenti di inquilini, per promuove direttamente una auto-assegnazione di case. Le liste avranno un loro sistema di assegnazione e “punteggio”;
•    dare vita ad una mobilitazione intorno al problema del caro-mutui, individuando nelle banche un obiettivo di mobilitazione e vertenza;
•    campagna contro l’housing sociale, ossia porre al centro la difesa del concetto di edilizia pubblica.
•    gettare le basi per una inchiesta-analisi sulle forme di gestione del territorio urbano (piani regolatori) al fine di costruire proposte reali di partecipazione diretta dei cittadini che depotenzino il controllo da parte delle amministrazioni e delle lobby del mattone;
•    intervento sulle problematiche abitative relative agli studenti universitari.

La rete Bologna Prende Casa è una struttura di coordinamento tra chi oggi si muove attorno a queste tematiche. La forma organizzativa a rete permetterà ai diversi soggetti coinvolti di avere una propria autonomia e indipendenza. La rete Bologna Prende Casa sarà lo spazio di sintesi e di promozione del lavoro comune sulla lotta per il diritto alla casa.

 

Liste per la casa

Come BOLOGNA PRENDE CASA invitiamo ad iscriversi alle nostre liste per la casa. Attraverso queste liste vogliamo promuovere un movimento che rimetta al centro il diritto alla casa, qui inteso come nuovo sviluppo per una edilizia popolare. Ci battiamo contro la svendita dell'edilizia pubblica promossa dal progetto del HOUSING SOCIALE e riteniamo che la diminuzione delle case popolari e la loro sempre più difficile assegnazione aiutino ancor di più gli speculatori e i pescecani che vivono sulla pelle dei cittadini.
La precarietà sociale diffusa investe direttamente il problema abitativo: da chi non può permettersi un affitto, a chi è oggi stritolato da un mutuo, da chi è da anni in lista per le case popolari, a chi vive in case popolari lasciate cadere a pezzi.
Gli inquilini possono avere forza organizzandosi, le liste serviranno per dare gambe alle nostre rivendicazioni. Il ricatto della speculazione edilizia si basa sulla debolezza individuale dei diversi inquilini, creare liste di autoassegnazione vuol dire creare un movimento che dia forza agli inquilini.
I nostri paramentri per le liste per la casa rispecchiano la precarietà sociale e sono essenzialmente 3:

-reddito annuo (anche se percepito in nero)
-numero figli o persone a carico ( non facciamo distinzione tra famiglie e coppie di fatto)
-invalidità

iscriviti alle liste per la casa per una nuova edilizia popolare

Bologna Prende Casa
bolognaprendecasa@gmail.com