CRISI/ Crolla il numero dei mutui, -18% nel terzo trimestre 2011
Il mattone continua a scontare gli effetti della crisi economica e della pressione fiscale che ha nella casa una delle sue vittime preferite. Secondo i dati Istat più recenti, diffusi oggi, il terzo trimestre 2011 ha segnato un tonfo dei mutui accesi per l’acquisto di immobili rispetto allo stesso trimestre del 2010. Con un totale di 140.665 stipule, il calo è stato del 18,1%. Ancora più negativo l’andamento dei mutui non garantiti da ipoteca immobiliare, che si riducono del 34,6% e che riguardano i finanziamenti alle aziende. Più contenuto, ma sempre pesante, il calo dei mutui garantiti da ipoteca relativi soprattutto agli immobili residenziali (-6,7%). Il dato peggiora in modo significativo il calo già registrato nel secondo trimestre 2011 (-8,1%), il peggior dato dal 2009. La fotografia data dall’Istat non fa che confermare la difficile congiuntura nella quale l’Italia si è trovata proprio durante l’estate scorsa, culminata con una serie di manovre rese necessarie per far fronte alla crisi del debito sovrano. Nello stesso periodo le banche hanno cominciato a stringere il flusso del credito verso famiglie e aziende con effetti anche sui mutui, come registrato anche dall’analisi Istat. A fronte del calo dei mutui, nello stesso periodo l’Istat rileva una ripresa delle compravendite di immobili. Dopo ben quattro trimestri negativi, nel periodo luglio-settembre 2011 gli acquisti di immobili segnalati dagli atti notarili registrato un +4,0%. Nel dettaglio le compravendite sono state 175.644. Di queste il 93,1% ha riguardato gli immobili per abitazione e pertinenze, mentre il restante 6,2% unità immobiliari ad uso economico. La percentuale di aumento più significativa si è registrata per gli immobili a uso economico (+12,4%): tuttavia, rileva l’Istat, nel terzo trimestre del 2010 le compravendite ad uso economico avevano segnato il dato più basso mai registrato dal 1997. L’incremento delle compravendite degli immobili ad uso residenziale è stato invece del 3,4%. In attesa di una ripresina che – secondo l’ufficio studi Gabetti – dovrebbe arrivare nel 2013, il settore immobiliare resta in sofferenza: nel secondo trimestre del 2011 i prezzi delle case hanno segnato un calo del 2%. A pesare sul presente e sul futuro del settore è sempre la voce fisco. Secondo Gabetti «rimane incertezza in merito alle conseguenze relative all’introduzione dell’Imu e alla riforma in programma relativa al sistema estimativo del catasto». Gli immobili patiscono in Italia una tassazione patrimoniale che non ha paragoni ed è stata chiamata a sostenere il peso di tre quarti della manovra Monti, osserva oggi Confedilizia, lamentando l’ «espropriazione surrettizia» e la «fuga degli investimenti» nel settore.