Dagli sfratti alle bollette Il presidio a LineaPiù.
Bandiere e volantini dell’assemblea per il diritto alla casa negli uffici di LineaPiù alla stazione degli autobus di viale Trieste
PAVIA. Bandiere e volantini dell’assemblea per il diritto alla casa negli uffici di LineaPiù alla stazione degli autobus di viale Trieste, ieri mattina. Il direttore generale Pier Ezio Ghezzi è andato a incontrarli.
La ragione? Col freddo che fa, decine di famiglie hanno gas e riscaldamento staccato perché non sono riuscite a pagare le bollette nemmeno a rate: come a Cremona e Brescia, anche a Pavia è scattata la mobilitazione.
Tre le richieste degli attivisti: stop ai distacchi fino a primavera, garantire una soglia vitale di gas, luce e acqua alle persone in difficoltà per mancanza di lavoro e tariffe sociali. Nel 2013 sono stati piombati oltre 2700 contatori del gas, mille in più rispetto al 2012, e due su cinque non pagano nemmeno dopo, così il contratto viene chiuso.
«Facendo lo sportello sugli sfratti il martedì – spiega il portavoce del movimento – abbiamo iniziato a raccogliere anche i problemi di famiglie senza reddito o monoreddito che si trovano a dover rinunciare a gas e luce. Abbiamo provato con la solidarietà: collette, una cassa di solidarietà, pagare qualche bolletta, il banco alimentare per il cibo. Ma se manca il lavoro, gli strumenti disponibili, come la rateizzazione, non bastano». E prosegue: «Senza luce, gas e acqua non si può vivere, sono beni di prima necessità: le multiutility, i cui associati sono amministrazioni pubbliche, potrebbero rinunciare a parte dell’utile dato che comunque viene redistribuito ai Comuni che magari lo usano per pagare bollette ai bisognosi». «Facciamo il possibile con il sistema delle rateizzazioni e affrontando i casi che ci segnalano i servizi sociali del Comune e la Caritas – spiega Ghezzi – Lo stop ai distacchi l’abbiamo fatto per un mese, a cavallo del Natale, ma di più non possiamo. E sul fatto di garantire una soglia minima di servizi si può fare per la luce, i cui contatori sono telecontrollati, ma tecnicamente ad oggi col gas non si può regolare l’erogazione per garantire solo un tot di metri cubi. Di questi problemi dovrebbero occuparsi in primis le amministrazioni locali, noi siamo disponibili a trovare soluzioni condivise».