Dossier Tasse, addizionali e imposte sulla casa. Tutti gli aumenti del fisco locale
di VALENTINA CONTE
GRANDE caos fiscale nei Comuni. Alle prese con il bilancio 2013, da chiudere entro fine novembre, i sindaci guardano con preoccupazione ai conti che non tornano. Molti municipi hanno varato aliquote Imu sulla prima casa più alte dello scorso anno. Ma l’imposta è stata cancellata (da ieri il decreto che azzera la prima rata è legge) e le compensazioni statali non saranno sufficienti, perché calcolate sul gettito 2012.
A questo si aggiunge l’ansia per la nuova Trise, specie la componente Tasi che dal 2014 sostituirà l’Imu. Le prime proiezioni non sono confortanti e diversi Comuni pensano di spingere al massimo consentito l’aliquota Tasi (2,5 per mille). Se infatti scegliessero quella base all’1 per mille, avrebbero un gettito inferiore alla vecchia Imu. In altre parole, il miliardo di compensazione promesso dal governo ai sindaci sembra già non bastare. «Ci vorrà qualche risorsa in più. Tra i 400 e gli 800 milioni, come prima valutazione»,confermava ieri Guido Castelli, responsabile per la finanza locale dell’Anci e presidente Ifel. A caccia di risorse, i sindaci sembrano ripiegare su tariffe rifiuti e addizionali Irpef. Con il rischio sempre più concreto che la pressione fiscale locale, sommata a quella record nazionale, arrivi a un punto di non ritorno e sopportazione per i cittadini.
Per quanto riguarda l’Imu, la seconda rata di quest’anno non è stata ancora azzerata, ufficialmente. Ma esiste un impegno politico a farlo. «Restano
i problemi, ma ci stiamo lavorando», prometteva ieri il ministro Delrio, ex presidente Anci.
Milano. Addizionale al tetto massimo ma scende la soglia di esenzione
SULLA misteriosa triade dei futuri tributi - Trise, Tari e Tasi - ogni decisione è rinviata a quando ci saranno indicazioni e regole chiare da parte del governo. Perché il Comune di Milano, come tutti gli altri enti locali, attende che la riforma sia davvero compiuta, prima di mettere mano a un sistema che solo da poco, con la trasformazione della Tarsu in Tares, è cambiato. Diverso è per le altre imposte. Capitolo Imu: nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha votato l’aumento dell’Imu sulla prima casa, con l’aliquota portata al massimo, lo 0,6 per cento. Prelievo virtuale, per le tasche dei milanesi, visto che l’aumento è stato deliberato dalla giunta Pisapia nella prospettiva che sia il governo a coprire l’intero importo, compreso l’ultimo aumento, che dovrebbe portare nelle casse comunali 110 milioni extra, indispensabili per chiudere in pareggio il bilancio 2013. Lunedì sera, poi, c’è stata la sofferta votazione anche sull’addizionale Irpef: la soglia di esenzione è scesa da 33.500 a 21mila euro, con un’aliquota unica per tutti, quella massima dello 0,8 per cento. Una scelta non certo indolore: per- ché, per quanto la soglia di esenzione resti tra le più alte tra i grandi Comuni, gli aumenti peseranno fino a cinque volte, rispetto al 2012, anche sui ceti medi
Firenze. Tasi verso l'aliquota più alta se il governo darà solo 1 miliardo
Mantenere l'Irpef più bassa d'Italia non basta al sindaco Renzi: "Faremo anche la Service tax più bassa d'Italia", dichiarò qualche settimana fa. Se però pochi dubbi ci sono sul fatto che l'addizionale comunale possa rimanere allo 0,2 per cento (era allo 0,3 nel 2011 e fu abbassata l'anno scorso), molti ce ne sono che si riesca a non applicare l'aliquota massima della Tasi: se nel 2012 l'Imu prima casa era al minimo (4 per mille), l'anno prossimo la Tasi non potrà che essere al 2,5 per mille, cioè il massimo. Senza più le detrazioni prima casa e figli (che a Firenze valgono 22 milioni in tutto), i fiorentini pagheranno più o meno la stessa cifra dell'Imu salvo che si tratti di famiglie numerose: ma è l'unico modo per Palazzo Vecchio di incassare pressappoco i milioni che le venivano dalla "vecchia" Imu. Se il fondo nazionale aumentasse almeno a 1,5 miliardi (da un miliardo), l'aliquota Tasi potrebbe scendere fino all'1,5-1,8 per mille. Quanto alle seconde case, l'orientamento dell'assessore al bilancio, l'economista Alessandro Petretto, è mantenere la Tasi per quelle affittate come l'Imu 2012, al 9,9 per mille e portare le sfitte dal 10,6 Imu all'11,6 nel nuovo regime Tasi. Imprese e negozi: nessun aumento. Così come per la Tari (rifiuti).
Bologna. Niente rincaro per la tassa rifiuti, Irpef locale a un passo dal top
A Bologna l'addizionale Irpef è ferma dal 2007 allo 0,7% (il massimo è lo 0,8%). Per il bilancio 2013 l'amministrazione ha deciso di non alzare l'aliquota (un punto in più vale 7 milioni), puntando invece sull'Imu prima casa, che però è stata cancellata. Palazzo d'Accursio ha portato dal 4 al 5 per mille l'aliquota per quest'anno, puntando ad incassare 17 milioni in più. Per questo ora si registrano difficoltà: la prima rata non pagata dai cittadini è stata rimborsata dal governo, ma basandosi sull'aliquota 2012. Dunque sono arrivati solo 24 milioni. E visto che la seconda rata è ancora un rebus, l'Imu rappresenta il "tunnel" da cui deve uscire il Comune di Bologna, prima di affrontare la sua erede, la Tasi. Ma anche per la Tasi già si paventa "il rischio che aumenti il carico per le famiglie". Proprio ieri il sindaco Virginio Merola ha ripetuto, all'assemblea Anci, che "noi non siamo più disponibili a mettere le tasse che il governo taglia a livello centrale" perché "il gioco ormai è scoperto ed è molto pesante". E dunque "o la legge di Stabilità cambia o ci sarà un aumento di pressione fiscale per i cittadini". Intanto però, al posto della nuova Tares 2013, il Comune di Bologna ha deciso di tenersi la vecchia Tarsu, la tassa sui rifiuti: i bolognesi pagheranno come nel 2012.
Genova. Al catasto tanti edifici di lusso, rischio salasso rispetto all'Imu
GLI uffici comunali di Genova per il momento sono fermi sul fronte Tasi perché a palazzo Tursi si spera ancora che tutto cambi. "Così come è costruita, la Tasi finisce per tradursi in un aggravio di imposta per i cittadini rispetto all'Imu - sbotta l'assessore al Bilancio Franco Miceli - e oltretutto, anche se dovessimo aumentare all'aliquota massima, il 2,5 per mille, noi come l'80% degli altri Comuni italiani non avremmo garantito lo stesso gettito dell'Imu". Genova è una delle città con i valori catastali più alti d'Italia. Nonostante si tratti di un capoluogo di Regione con soli 630 mila abitanti ha oltre il 7% di tutti gli immobili italiani classificati in categoria A1, considerati quindi "di lusso", tanto che solo recentemente le istituzioni locali hanno annunciato l'intenzione di chiedere una revisione complessiva del catasto. Le tariffe dell'Imu erano già vicine ai valori massimi: 5,8 per mille per le prime case, 10,6 per mille per le seconde. Se nulla cambierà sulla Tasi, sarà inevitabile per il Comune portarla al 2,5 per mille. E senza più detrazioni, chi prima non pagava l'Imu prima casa perché le detrazioni annullavano l'imposta, ora pagherà. Resterà invece più o meno invariata la parte rifiuti, la Tari.
Palermo. Pressione fiscale da primato, il sindaco: Letta cambi strada
Il Comune di Palermo non ha un orientamento preciso sulla distribuzione della nuova imposta sugli immobili: "In questa fase non è possibile fare alcuna previsione sulle aliquote Trise", dice l'assessore al Bilancio, Luciano Abbonato. "Nella riunione di mercoledì scorso abbiamo presentato all'Anci le nostre osservazioni per rendere questa imposta più equa, senza scaricare sui Comuni il peso di scelte demagogiche del governo". Intanto però le altre imposte e tasse locali sono ai livelli massimi. In Sicilia le aliquote dell'addizionale Irpef sono tra le più alte d'Italia. Quella regionale è passata dall'1,4 all'1,73 per cento nel gennaio 2012, con effetto retroattivo per il 2011. Un aumento pesante per i contribuenti che già negli anni precedenti pagavano l'aliquota maggiore possibile a causa del buco di bilancio nella spesa sanitaria. Al top anche l'addizionale comunale a Palermo, raddoppiata con una delibera del marzo 2012, passando dallo 0,4 allo 0,8 per cento. Anche la Tares, la tassa su rifiuti e servizi, a Palermo è tra le più alte d'Italia: dopo Genova, è il capoluogo che registra il rincaro più alto. I palermitani pagheranno in media 316 euro, 105 in più dell'anno scorso, il 33,3 per cento in più rispetto alla vecchia Tarsu.
Roma. Bilancio in rosso, tasse shock, sono da evitare altri balzelli
Un debito ereditato dalla gestione Alemanno di 867 milioni di euro e una norma speciale nella legge di Stabilità che potrebbe valere 500-600 milioni di euro. Sono i punti da considerare nella situazione romana rispetto alla Tasi. Prima di definire l'atteggiamento per le aliquote della nuova tassa, la giunta Marino vuole essere certa che quel finanziamento arrivi davvero, in una Capitale che già ha un'addizionale Irpef comunale dello 0,5 per cento a cui se ne somma una seconda, per il debito commissariato, dello 0,4 per cento. Roma è quindi l'unico Comune italiano a sfondare il tetto dello 0,8 per cento previsto per legge.
E mentre la norma Salva Roma rallenta anche l'approvazione del Bilancio, l'orientamento generale del sindaco e della sua giunta è di non toccare la leva fiscale: peraltro i contribuenti romani vivono non soltanto l'aggravio dell'addizionale per il debito commissariato, ma anche quell'1,73 per cento di addizionale regionale che, se l'amministrazione Zingaretti non troverà forme di risparmio alternative, crescerà di un ulteriore 0,6 per cento l'anno prossimo e ancora dell'1 per cento nel 2015.
Bari. L'assessore al Bilancio manca, verso sconti per i più poveri
Non è ancora tempo di Tasi e Tari. Al Comune di Bari si ragiona di Imu. Nella manovra di bilancio 2013, che sarà approvata soltanto entro la fine di novembre, il governo cittadino ha mantenuto al 10,6 per mille l'aliquota sulle abitazioni diverse dalla prima casa. Il gettito previsto è di 86 milioni di euro (nel 2012, con l'Imu sulla prima casa al 4 per mille, fu di 119 milioni). Nelle scorse settimane è stato invece approvato lo schema della Tares (rifiuti) per l'anno in corso. Rispetto al 2012, c'è stato un aumento medio dell'8%: il gettito complessivo previsto è di 64,5 milioni di euro. Nella manovra di bilancio resterà invariata anche l'addizionale Irpef: l'aliquota è quella massima, lo 0,8%, ma sono esentati i redditi fino a 15mila euro. Che cosa potrà accadere con l'introduzione di Tasi e Tari è un problema di cui per il momento non si discute. "Bisogna capire se l'impianto della legge di Stabilità reggerà all'esame del Parlamento", dice il direttore della Ripartizione tributi, Francesco Ficarella. La decisione è rinviata all'approvazione della legge. Impossibile ottenere anticipazioni: l'assessorato al Bilancio è vacante da mesi.
Napoli. I commercianti in allarme, stangata su chi sporca di più
Secondo l'amministrazione comunale, la nuova Trise penalizza le categorie catastali più basse. È per questo che a Napoli si sta valutando il da farsi. A Palazzo San Giacomo, sede del Comune, si cercherà di intervenire sulla norma, dove è consentito, in modo da venire incontro alla numerosa popolazione più disagiata e sfavorita dalla nuova tassa. Ancora non si è deciso quale percentuale (dal 10 al 30 per cento) applicare all'inquilino. La quota Imu per l'abitazione principale era già salita dal 5 al 6 per mille. Per i napoletani sarà gravoso anche il passaggio dalla Tarsu (tassa sui rifiuti) alla Tares: costerà il 14 per cento di più in bolletta. Si va da un minimo di 190 euro ad un massimo di 923 euro. Ma a pagare il prezzo più alto saranno ristoranti, pizzerie, bar e commercianti di frutta e verdura, secondo il principio che chi inquina di più paga di più. Previsti aumenti del 180 per cento. Per il momento, nessuna novità è annunciata sul fronte aliquote dell'addizionale Irpef: dovrebbero restare le stesse. Napoli resta con le soglie di esenzione più alte (17 mila e 18 mila euro di reddito) e l'aliquota fissata allo 0,8% per tutti.
Torino. Dal vecchio al nuovo regime, può perdere fino a 10 milioni
Torino non potrà puntare su altre leve per cercare di spalmare il peso della nuova Tasi, visto che un ritocco dell'aliquota Irpef non sarà possibile, già allo 0,8% (il massimo) da due anni. Quindi senza compensazioni aggiuntive, il Comune non potrà che applicare l'aliquota massima della Tasi: il 2,5 per mille sull'abitazione principale (quella Imu era del 5,75) e l'11,6 per mille sulle seconde case, contro il 10,6 del regime Imu. "Di fatto quanto previsto finora non ci consente margini di scelta", afferma l'assessore al Bilancio, Gianguido Passoni. Dalla stime fatte da Palazzo Civico risulta che se anche il capoluogo torinese decidesse di applicare le aliquote al massimo il Comune di Torino perderebbe tra i 30 e i 40 milioni di gettito rispetto a quanto previsto con l'Imu 2013. "E la compensazione di 30 milioni che Torino otterrebbe non sarebbe sufficiente a coprire tutto, nemmeno applicando le aliquote massime. Per permetterci di variare le aliquote dovrebbero esserci a disposizione almeno 2 miliardi". La nuova Tasi ha abolito le detrazioni, ma il capoluogo subalpino, se sarà possibile, prevederà agevolazioni o compensazioni per i redditi bassi.
Hanno collaborato dalle redazioni locali: Oriana Liso, Ernesto Ferrara, Eleonora Capelli, Nadia Campini, Fabrizio Lentini, Gabriele Isman, Raffaele Lorusso, Tiziana Cozzi, Gabriele Guccione
(25 ottobre 2013)