EMERGENZA CASA ROVIGO

Rovigo -

 

Sono almeno 180 le persone finite in mezzo a una strada e i primi giorni del nuovo anno mostrano un trend destinato a crescere

Il bollettino di guerra degli sfratti

2014 potrebbe vedere aumentare il numero di sfratti nel comune di Rovigo che negli ultimi 24 mesi ha fatto registrare ben 65 casi. Le istituzioni hanno le mani legate e quel poco che si prova o si riesce a fare è solo una goccia nel mare. Un dramma senza fine con numeri triplicati dal 2011 a oggi



Rovigo - Sessantacinque sfratti con 90 minori e 7 anziani coinvolti per un totale di non meno di 180 persone che si son ritrovate in mezzo a una strada: sono numeri da bollettino di guerra quelli che dipingono il Comune capoluogo come interessato a una vera e propria emergenza-casa che colpisce 42 famiglie di stranieri e una vetrina di italiane.

E a fronte di un biennio, il 2012-2013, che si è chiuso all'insegna del bollino rosso, il nuovo anno se possibile appare ancora più nero con almeno 21 nuove posizioni (altri sfratti) censite in soli 10 giorni e da smaltire fino a giugno, cifra destinata a lievitare ma che dà appieno l'idea del periodo che attende Palazzo Nodari nei prossimi mesi. Un'involuzione preoccupante specie se raffrontata con le medie del 2011 quando ci si attestava su una decina di sfratti l'anno: tempi ormai lontani con numeri triplicati ma il peggio potrebbe ancora dover arrivare.

Le istituzioni, Comune in primis, fanno quel possono con i pochi mezzi a disposizione: sui 65 casi di cui sopra, soltanto 12 hanno ottenuto un alloggio, mentre 29 son ricorsi a soluzioni alternative (ad es. il rientro in patria nel caso di stranieri), sei hanno trovato parcheggio in situazioni di ripiego (bed&breakfast) e 18 sono ospitati in famiglia o presso connazionali.
Un quadro devastante che mostra Rovigo piccola e impotente come non mai specie di fronte alle realtà vicine: gli alloggi parcheggio, ad esempio, sono solo un centinaio a fronte dei circa 5mila su cui possono contare Padova e Verona. Ed ecco perché la buona volontà non basta e nemmeno i migliori propositi: le quattro unità abitative in atto di consegna a Boara Polesine, infatti, rischiano di essere la classica goccia nel mare.
È anche per far fronte all'emergenza e al rischio di intasamento - le poche case che si liberano sono soggette infatti a una rigida e lunghissima graduatoria - che si stanno valutando soluzioni alternative: è il caso dell'ultimo progetto di partnership che legherà Comune, Ater e Fondazione Cariparo e che porterà nelle casse dell'azienda 35mila euro per la sistemazione di ulteriori 6 alloggi. Ma si sta sondando anche la Regione, dove da tempo è stato attivato un canale diretto con l'assessore Massimo Giorgetti (incontrato con il prefetto) per studiare bandi ad hoc per tamponare nel limite del possibile le situazioni di morosità e scongiurare nuovi sfratti.

Ad onor del vero un barlume di speranza era sembrata accendersi nell'ultimo scorcio dell'anno appena passato: il cosiddetto decreto "Salva Italia", infatti, aveva stanziato allo scopo 20 milioni nel 2014, altrettanti nel 2015, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ma grazie a una postilla di poche righe aggiunta solo quarantott'ore prima della conversione del decreto in legge (in cui di fatto si subordinava l'erogazione a precisi progetti in essere o comunque già presentati), si è finito per rallentare e forse per bloccare definitivamente questo flusso di fondi destinati agli enti locali per l'emergenza-casa. Come si suol dire: dopo il danno la beffa... 
Fr. Sac.
10 gennaio 2014