IL CAMPIDOGLIO SI RIFA' SUGLI INQUILINI DELLE CASE POPOLARI
Libero
Roma - Con fischietti e striscioni i lavoratori e gli inquilini dell'Ater, l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale del Comune di Roma, hanno manifestato ieri in piazza del Campidoglio. Il motivo della protesta è il pignoramento di circa 400mila euro che il Comune ha imposto sui conti dell'Ater da circa un anno. Un blocco che non permette all'azienda di garantire i servizi e che, entro la fine del mese, potrebbe portare l'Ater a dichiarare fallimento. Gli inquilini però non ci stanno e chiedono al Campidoglio di sbloccare il pignoramento in modo che l'azienda possa pagare stipendi e forniture e possa garantire i servizi essenziali. Al sit in, tra gli altri, hanno partecipato anche alcune organizzazioni per la casa, che hanno voluto sostenere i cittadini. «Se non si prendono subito provvedimenti», ha detto il presidente di Asia Rdb, Pasquale Nappo, «le famiglie resteranno senza assistenza. L'Ater dovrà chiudere gli ascensori e se si rompe qualcosa non ci sarà chi potrà aggiustarla». «Nel nostro condominio ci sono degli invalidi che abitano all'ottavo piano», ha spiegato un'inquilina. «Come faranno a uscire di casa se ci chiudono gli ascensori?». Un problema, quindi, non solo per l'Ater, ma per tutti i cittadini che negli appartamenti gestiti dall'azienda vivono ormai da anni. «Per colpa di chi non ha pagato l'Ici all'Ater», ha sottolineato un'an ziana signora, «adesso dobbiamo farne le spese tutti. Non ci possono abbandonare così». E a perorare la causa degli inquilini, in piazza del Campidoglio, c'erano anche il consigliere regionale del Pd, Enzo Foschi, e i consiglieri capitolini del Pd, Paolo Masini e Massimiliano Valeriani, che hanno auspicato che si riesca a «trovare una soluzione prima del consiglio straordinario del 26 giugno in cui la Giunta dovrà prendere delle decisioni sull'Ater». I manifestanti sono stati poi accolti in Comune dal vicecapogruppo del PdL, Dino Gasperini, che ha dato la piena disponibilità a collaborare, «anche se», ha precisato, «l'amministrazione comunale non può rinunciare ad esigere il credito dall'Ater». Ma una risposta positiva è arrivata dall'assessore capitolino al Patrimonio, alla Casa e ai Progetti speciali, Alfredo Antoniozzi, che oggi incontrerà una delegazione dell'Ater per trovare una soluzione. «Sulla questione dell'Ater stiamo portando avanti una trattativa serrata, la cui conclusione potrebbe essere il passaggio al Comune di una parte del patrimonio Ater per saldare il debito e togliere il pignoramento», ha spiegato Antoniozzi. «La volontà politica c'è, però l'aspetto giuridico dovrà essere verificato con la Corte dei Conti. Si deve verificare se il ritiro del pignoramento può ricadere sull'ammini strazione comunale». All'incontro era presente anche il consigliere provinciale del Pd, Nicola Galloro, che ha evidenziato la «necessità di una deroga per capitalizzare il debito pregresso, in modo da aiutare le 45mila famiglie. Il piano di vendita va avanti, perché comunque l'Ater deve, per legge, vendere alcuni alloggi. La Provincia non ha un ruolo diretto, stiamo però cercando di attivarci per spingere verso un piano di rientro, perché l'Ater deve poter continuare a offrire i propri servizi».
di Rita Cavallaro