Il piano segreto Campidoglio-Finmeccanica. Il business immobiliare dopo l'appalto filobus
L'alleanza Mancini-Cola per comprare e vendere caserme e depositi Atac. Era questo il progetto sul quale oggi anche gli inquirenti stanno indagando
di DANIELE AUTIERI
Mettere le mani sul patrimonio immobiliare del Campidoglio. E farlo con una società di real estate costituita con due quote paritarie del 30% possedute da Finmeccanica e da un soggetto pubblico, in alternativa Comune di Roma o Eur spa, e con la partecipazione al 20% di un costruttore e di un fondo di investimento.Era questo il piano elaborato da Lorenzo Cola sul quale oggi anche gli inquirenti stanno indagando. Per il braccio destro dell'ex ad di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, Riccardo Mancini era l'uomo della tangente filobus e dell'ingresso negli affari della metropolitana. Un'operazione da pochi soldi, la prima, che apriva la strada a partite ben più interessanti. E la madre di tutte le battaglie per il superconsulente di Finmeccanica era l'alienazione del patrimonio immobiliare del Comune di Roma: terreni agricoli edificabili, immobili, aree verdi, rimesse dell'Atac inutilizzate e poi il bingo delle excaserme concesse dal demanio. Acquistare terreni agricoli e strappare permessi a costruire; prendere exrimesse dell'Atac e trasformarle in complessi commerciali; ma soprattutto comprare a poco e vendere a molto. L'affare era così interessante da convincere Cola a far mettere al lavoro alcuni dei suoi collaboratori oltre a qualche consulente finanziario impegnandoli nell'elaborazione di un business plan che potesse dare fiato alla nascita di una holding specializzata nel real estate. I particolari - rivelati a Repubblica da una fonte interna all'affare - erano ancora da definire, soprattutto il ruolo del Comune che avrebbe potuto partecipare alla neonata società indirettamente attraverso Eur spa guidata da Riccardo Mancini, oppure direttamente con una sua controllata. In questo secondo scenario determinante sarebbe stata Atac Patrimonio, la società costituita nel 2009 per gestire i beni immobili dell'azienda del trasporto pubblico e trasformata dal sindaco Alemanno in una sorta di fondo immobiliare al quale sono finiti in dote anche alcuni beni del Comune di Roma.
Ad oggi, nonostante l'interesse di Cola confermato dalla fonte, non ci sono prove di un contatto tra il faccendiere e l'azienda comunale, mentre diverse sono le evidenze che riportano ad Eur spa. Agli occhi di Cola una joint venture con l'ente Eur sarebbe stata più naturale e soprattutto meno appariscente. L'azienda è infatti controllata al 90% dal ministero del Tesoro, lo stesso azionista di Finmeccanica. Il ricchissimo patrimonio del quartiere romano eretto negli anni del fascismo ha sempre fatto gola a Cola e a quell'imprenditoria legata agli ambienti di estrema destra che ha trovato asilo dentro Finmeccanica e nel business del trasporto pubblico romano. Un amore confermato da alcuni testimoni che ricostruiscono numerose riunioni cui hanno partecipato lo stesso Cola e Riccardo Mancini nelle quali si è parlato espressamente dei potenziali business con Eur spa, partendo dalla realizzazione di parcheggi sotterranei fino alla costruzione di nuovi complessi residenziali.
Agli occhi di Cola e del gruppo di affaristi e faccendieri che aveva gestito l'appalto Breda Menarini, l'operazione filobus era stata archiviata con successo e la strada per avere accesso agli appalti della metropolitana sembrava aperta. Era arrivato quindi il momento guardare avanti. Al patrimonio immobiliare.
(04 aprile 2013)