INQUILINA MESSA ALL'ASTA DALL'INPADAP

Pubblichiamo una e-mail che ci scrive un'inquilina delle case INPDAP che l'Ente pubblico sta mettendo all'asta.

Roma -

Sono una delle tantissime inquiline sottoposte alla sottrazione della propria casa con la messa all'asta di quest'ultima da parte dell'Ente Inpdap. Vivo sola, vedova con una pensione di riversibilità che non supera 11000 eur lordi annui a cui ultimamente si è aggiunta una disabilità fisica, protesi al femore a seguito di una caduta.

In questi anni ho assistito alla svendita del patrimonio nella mia zona . Molti degli inquilini si sono fatti raggirare dell'ente con il diritto di prelazione delle case a costi "inferiori" rispetto al mercato trovandosi oggi a fare i conti con un raddoppio delle spese di gestione, con amministratori che sono "spariti" e con immobili fattiscenti su cui non è mai stata operata un'adeguata manutenzione in tutti questi anni. Nelle mie condizioni non ho potuto esercitare questo "diritto" e visto le conseguenze in parte mi sento fortunata ma il mio problema di esigenza di casa, resta. Mio marito come dipendente pubblico ha pagato la casa doppiamente considerato che gli veniva sotratto una parte del suo salario per i fondi GESCAL , fondi che dovevano servire per costruire nuove case nell'interesse collettivo mai utilizzati a tale fine e finiti chissà dove....Per non parlare delle innumerevoli questioni poco chiare nella creazione di ben due società private Scip 1 e Scip 2 e delle consulanze "granarose" pagate dall'Ente e quindi dalla collettività alla Romeo Immobiliare che sta gestendo l'intera operazione di dismissioni!!

Mi sento rapinata di un bene necessario, direi vitale come potrebbe essere per qualsiasi altro bene o servizio pubblico su cui gli speculatori di ogni sorta vogliono mettere le mani. Mi chiedo cosa ne sarà dello stesso Ente una volta che viene dismesso tutto, degli stessi dipendenti, e delle possibili ripercussioni sulle pensioni dato che le case, all'epoca, erano state costruite proprio per rivalutare quest'ultime.

Ho scritto anche al Dipartimento politiche abitative del comune di Roma suggerendo una soluzione ovvia, quella di provvedere all'acquisto delle case messe all'asta mettendo in evidenza che la "piaga" sociale dell'esigenza abitativa in una situazione di crisi sta aumentando grazie anche alla precarietà del lavoro, alla disoccupazione forzata, ai salari dimezzati ecc..
Sono consapevole che tale comunicazione non avrà seguito ma serviva a denunciare l'ennesima situazione di indigenza in cui finiscono sempre piu' persone.

Roma 13 ottobre 2011

Natalia