LA PROTESTA DEGLI ATTIVISTI DI HORUS IRROMPE ALLA FESTA DEL CINEMA
Ancora un giorno di lotta e di passione nelle strade della città. Nel pomeriggio di ieri un presidio di alcune centinaia di persone ha liberato pacificamente piazza Sempione dal clima plumbeo creato dalla presenza dei blindati della polizia, che in mattinata avevano permesso il quotidiano saccheggio delle strutture interne e della strumentazione del centro sociale. Studenti, precari, migranti, occupanti di case hanno prima invaso la piazza di striscioni e poi volantinato nel quartiere per spiegare le ragioni della mobilitazione permanente.
La sorpresa amara per il sindaco arriva in serata: un centinaio di attivisti fa irruzione alla Festa del cinema per ricordare a tutti che l’Horus occupato è anche uno spazio di produzione culturale [musica, teatro, arti performative] e di libero accesso per chi non può permettersi 30 euro per un concerto o uno spettacolo teatrale. Il “red carpet” ha ospitato la performance di tre agit/attori che hanno oscurato la presentazione di Al Pacino, sfilando davanti ai fotografi e alle telecamere con dei cartelli su cui c’era scritto: “la cultura non si sfratta”, “un film già visto” (riferito al “ritrovamento” delle bottiglie molotov), “la vostra rendita è la nostra precarietà”.
Negli stessi istanti, veniva violata la zona di occupazione militare di piazza Sempione e sul tetto del centro sociale compariva uno striscione: “Horus libero, riprendiamoci la città”. Un messaggio diretto al sindaco e ai suoi sceriffi che difendono la speculazione immobiliare: arrendetevi, siete circondati!.
La campagna di liberazione continua anche oggi. Nel pomeriggio, dalle 16, centri sociali, movimenti di lotta per la casa, reti studentesche e universitarie danno appuntamento in Campidoglio per un assedio sonoro e un “cacerolazo”, in concomitanza con la seduta del consiglio comunale.
Sabato 25, dalle 22, segui il BPM… segui il battito della festa e della libertà!
LA LIBERTA’ NON SI PAGA SI STRAPPA - GUAI A CHI CI TOCCA
Le compagne e i compagni dell'Horus Occupato
Blocchi Precari Metropolitani/Unders
Palestra Popolare Valerio Verbano
Astra19 spazio pubblico autogestito
Volontè Occupato
Villa via Alpi Apuane Occupata
Rassegna stampa
www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2008/10/22/pop_proteste.shtml
IRIS PRESS: ( )
FESTIVAL DEL FILM DI ROMA: AL PACINO RESTA UN'ORA SUL RED CARPET
Contestazioni dei compagni e delle compagne del centro sociale Horus occupato sgombrato ieri a Roma.
(IRIS) - ROMA, 22 OTT - Ci ha messo un'ora Al Pacino per percorrere il red carpet. Il miglior attore vivente non si è risparmiato, anzi ha omaggiato i suoi fans, accorsi all'Auditorium Parco della Musica per vederlo dal vivo, firmando autografi e lasciandosi fotografare per piú di un'ora. Ma non è andato tutto liscio come gli organizzatori si attendevano. Iniziata la passerella dei Vip, sono cominciate le contestazioni. Parte del pubblico ha tirato fuori alcuni cartelli bianchi sui quali c'era scritto Horus Libero. Le compagne e i compagni del centro sociale Horus occupato, sgombrato ieri a Roma, hanno gridato con quanta voce avevano 'Roma libera' per sovrastare la musica prontamente alzata dallo staff del Festival. Alcuni di loro sono riusciti ad oltrepassare le transenne, ma sono stati immediatamente allontanati dalla sicurezza. Poco dopo sono arrivati anche polizia e carabinieri. Con un cordone le forze dell'ordine hanno impedito che la protesta causesse ulteriori fastidi alla Kermesse appena cominciata. Simona Ventura si è avvicinata, ha parlato con i compagni e le compagne dell'Horus che le hanno lasciato un volantino. (segue)
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RIVIST@
La protesta dell'Horus al Festival del Cinema
di David Scerrati
foto Alessandro Serranò
22/10/2008
Guarda la GALLERIA FOTOGRAFICA
Inizia nelle proteste la Festa del Cinema di Roma, da quest'anno Festival Internazionale del Film di Roma. Accanto alla star americana Al Pacino, presente all'inaugurazione, si sono presentati i centri sociali di Roma per protestare contro lo sgombero e la chiusura dell'Horus club di piazza Sempione. La protesta parte dall'Horus, passando per la cancellazione del Fotografia Festival e per il ridimensionamento di diversi eventi culturali che la città di Roma offriva ai cittadini. L'accusa è diretta alla giunta Alemanno che aveva dato l'ordine di sgombero, definendolo 'il primo di una lunga serie'. Gli aveva risposto Andrea Alzetta, consigliere comunale della Sinistra arcobaleno, che aveva preannunciando 'Ci faremo sentire con iniziative di protesta anche alla Festa del Cinema che parte domani'. L'Horus club ha mantenuto la promessa proprio nel giorno in cui il presidente del consiglio aveva dichiarato di voler inviare la Polizia nelle scuole occupate.
Questa sera poco prima che Al Pacino attraversasse la passerella, qualche decina di persone, al passaggio di Luca Barbareschi e del presidente della Fondazione Cinema per Roma Gianluigi Rondi, hanno mostrato dei volantini sui quali c'era scritto 'un film già visto, la cultura non si sfratta, chi uccide la cultura uccide la libertà, Horus è ovunque'. Con gli stessi volantini hanno scavalcato la recinsione che divideva il pubblico dal tappeto rosso, dirigendosi contro i fotografi per farsi fotografare e urlando slogan come 'la cultura non è in vendita' e a favore della manifestazioni culturali soppresse dall'amministrazione comunale, di cui l'Horus aveva un fitto programma. I ragazzi che hanno scavalcato la recinsione sono stati immediatamente bloccati dalla sicurezza e successivamente un cordone della polizia ha protetto l'accesso al tappeto rosso.
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LA REPUBBLICA ( )
Una cinquantina di giovani con cartelli all'auditorium di Roma durante la passerella di Al Pacino
per protestare contro lo sgombero avvenuto ieri. Slogan contro il sindaco Alemanno
L'Horus protesta sul red carpet
il centro sociale alla Festa del cinema
I manifestanti: 'Vogliamo promuovere la cultura in forma popolare e accessibile'
Il centro sociale Horus dopo lo sgombero
ROMA - I ragazzi del centro sociale Horus rovinano la festa la festa alla passerella di Al Pacino. Una cinquantina di giovani con dei cartelli di protesta hanno fatto irruzione sul red carpet al Festival Internazionale del Film di Roma, davanti all'auditorium
Parco della Musica.
Mentre era ancora in corso l'incontro di Al Pacino con il pubblico, prima della proiezione di un suo film inedito, 'Chinese coffee', hanno fatto la loro comparsa una cinquantina di rappresentanti del centro sociale sgombrato ieri mattina in piazza Sempione, nel quartiere di Montesacro. 'Siamo venuti a rovinare la festa ad Alemanno', ha detto uno di loro.
Un ragazzo e una ragazza, mentre i compagni esponevano fogli con scritto 'Non paghiamo noi' e 'Chi uccide la cultura uccide la libertà, hanno scavalcato le transenne e sono arrivati davanti ai fotografi per essere subito bloccati dalle forze dell'ordine, mentre Al Pacino era all'inizio della passerella che firmava autografi.
'Siamo qui per difendere il lavoro dei centri sociali che rappresentano una di quelle forme critiche della società attaccate sia dal governo che dal comune di Roma' ha detto una ragazza di 20 anni. 'La nostra è una protesta pacifica - ha aggiunto un altro ragazzo - ci descrivono come violenti e vogliono farci chiudere. Oggi rappresentanti dei Centri sociali di Roma sono qui per ribadire che il nostro intento è promuovere la cultura in forma popolare e accessibile'.
Fuori, su via De Coubertin anche gli studenti della Sapienza che protestavano contro i 'tagli', come recitava lo striscione che hanno esibito. 'Questo è un luogo di cultura, - ha detto uno dei manifestanti - siamo venuti qua non per interrompere il festival ma per dire a tutti che anche noi, nei nostri spazi, facciamo cultura'.
Durante il pomeriggio davanti all'Horus sgomberato ieri c'è stato un presidio dei centri sociali. Di fronte a un automezzo della polizia lasciato sul posto a controllare la situazione un centinaio di attivisti ha occupato la piazza dalle 16.30. Non si sono verificati incidenti, tutto si è svolto tranquillamente e dalla piazza sono stati annunciati due appuntamenti uno per domani alle 15.30 in Campidoglio: un 'assedio sonoro' organizzato in occasione della seduta del Consiglio comunale, un altro fissato per sabato 25 con una festa musicale a piazza Sempione a partire dalle 22.
'Preoccupante questa storia delle bottiglie molotov, visto che le organizzazioni che occupano il centro sociale hanno sminuito il fatto, ma non credo che la questura confonda le bottiglie di vino ecologico con le molotov', ha detto il sindaco Gianni Alemanno. commentando il ritrovamento delle molotov nel centro sociale Horus. 'E' un segnale molto inquietante e molto negativo - ha aggiunto - ma detto questo, nessuno vuole fare guerre frontali, c'è un problema grosso che va risolto, perché c'è un numero di occupazioni eccessivamente alto'.
Alemanno ha spiegato che 'non si tratta di fare di tutta l'erba un fascio, di volta in volta affronteremo le varie situazioni e cercheremo tutte le soluzioni per trovare risposte positive e possibilmente pacifiche. Non possiamo però ignorare che, sia di destra che di sinistra, la città è invasa da queste occupazioni, che sono un vulnus alla legalità e alle regole'.
(22 ottobre 2008)
Liberazione
Polizia in azione anche a Rimini. Verso manifestazione nazionale
Horus sgomberato, invaso il red carpet al Festival di Roma
Daniele Nalbone
Sigilli agli spazi che non fanno pagare la cultura. Manganelli contro chi non paga la libertà. Forza pubblica contro chi non accetta di pagare la crisi. La risposta dei centri sociali romani è un presidio permanente. Piazza Sempione, il giorno dopo lo sgombero del centro sociale Horus, è ancora piena di polizia. Gli agenti entrano ed escono per tutta la giornata dall’edificio portando dentro sacchi di calce e portando fuori l’intero quadro elettrico. «Chissà cosa ne faranno dell’impianto di amplificazione che abbiamo acquistato per migliaia di euro» si chiedono i ragazzi «e chissà cosa resterà dei lavori di ristrutturazione per i quali, nei due anni di occupazione, abbiamo buttato il nostro sudore». La rabbia è tanta ma a farla da padrone negli stati d’animo delle persone che presidiano l’Horus dagli attuali occupanti è la voglia di andare avanti, di far sentire la loro forza. «Martedì è stata una giornata straordinaria di mobilitazione: un corteo di migliaia di persone ha dimostrato che Roma non ha paura dell’atto di guerra del sindaco Alemanno e del ministero degli interni». Centri sociali, movimenti di lotta per la casa, reti studentesche e universitarie, sindacati di base e tante realtà autorganizzate hanno portato l’indignazione e la rabbia nelle strade della città bloccando, sino a tarda sera, la mobilità nel quadrante nord-est della città. «Il tentativo di cancellare l’esperienza dell’Horus Occupato è fallito» spiegano in un comunicato chi non si è arreso davanti la dichiarazione di guerra di Alemanno «come è fallito il tentativo di dividere i movimenti tra “buoni” e “cattivi”, tra chi occupa spazi sociali e di cultura e chi invece occupa spazi abitativi». «Non ci facciamo certo intimidire dalle minacce di Alemanno e di Berlusconi che oggi (ieri, Ndr), come se niente fosse, ha praticamente ufficializzato l’inizio, in Italia, di uno stato di polizia» affermano decisi i ragazzi del centro sociale La Strada di Garbatella. «Roma è e resterà una città libera. Aperta» grida una signora sulla sessantina che da ieri segue ovunque i ragazzi dell’Horus. Martedì il consigliere comunale Andrea Alzetta aveva promesso che «occuperemo gli spazi “culturali” ufficiali visto che il sindaco Alemanno ha deciso di chiudere i nostri». Promessa mantenuta. Sono le 18 quando gli ormai ex occupanti, insieme a praticamente tutti gli altri centri sociali della città, iniziano ad avviarsi all’Auditorium dove ieri è stato inaugurato in pompa magna il Festival del Cinema di Roma mentre una decina di persone resta in presidio davanti l’Horus. Si mischiano fra il pubblico a ridosso delle transenne che proteggono il red carpet. Intanto echeggiano nella bellissima struttura, degna di una città che vuole apparire, musiche tratte da colonne sonore dei film. Gli agenti della Digos iniziano a insospettirsi delle troppe persone “fuori contesto” nella cavea dell’Auditorium. Iniziano le prime identificazioni ma ormai è troppo tardi: «Abbiamo portato la cultura indipendente che hanno voluto chiudere fuori dall’Horus nella vetrina veltroniana di cui ora si fregia Alemanno. Abbiamo urlato al mondo intero che quello delle molotov è un film già visto e che, purtroppo, conosciamo bene. Abbiamo fatto entrare il mostro della precarietà all’interno della Roma che vuole mostrarsi al mondo come una città vetrina». «Questa di oggi - il parere univoco che viene dai vari centri sociali e dai movimenti - è la prova del fatto che i centri sociali romani sono riusciti a creare una rete comune per difendere gli spazi della città in nome della libertà di espressione, della cultura indipendente e dell’antifascismo. Perché, oggi, l’aria che si respira in città è un’aria da Ventennio», come dimostrano le parole del consigliere comunale Storace in difesa delle occupazioni di estrema destra, gli sgomberi del sindaco Alemanno e le affermazioni dei vertici del governo che promettono l’uso della forza pubblica per impedire l’occupazione delle Università. «Ma noi non daremo tregua – avvertono i ragazzi dell’Horus – a chi vuole zittire ogni forma di dissenso: la campagna di liberazione prosegue». Oggi è previsto alle 16 un assedio sonoro in piazza del Campidoglio in occasione della seduta del consiglio comunale. E sabato, dalle 22, seguiremo il BPM, seguiremo il battito della festa e della libertà. «Per ricordare ad Alemanno e alle destre che Roma è libera e non tornerà indietro».