LIBERAZIONE E 1 MAGGIO: IL DIRITTO ALLA CASA NON SI ARRESTA!

Roma -

da Liberazione 26 aprile 2008

di Daniele Nalbone

«Per proseguire la mobilitazione iniziata con il presidio dei palazzi a Bufalotta e mettere in comune le resistenze che oggi si esprimono nella città». Così oggi precari, studenti, famiglie "senzacasa" organizzate con il Blocco Precario Metropolitano e l'AS.I.A. Rdb parteciperanno alla manifestazione per l'anniversario della Liberazione.
«Nell'assemblea che si è svolta mercoledì presso l'Horus Occupato - spiega Luca Blasi - abbiamo deciso di prendere parte al corteo per ribadire che sederci attorno a un tavolo con le istituzioni cittadine, il prefetto e i costruttori per affrontare l'emergenza abitativa non è per noi un punto di arrivo. Il conflitto non si arresta con una trattativa ma va avanti per evitare che si giunga ad accordi sui quali si continuerà a passare sopra, come accaduto con la delibera 110, o che si seguiti a lavorare a piani regolatori che puntualmente verranno aggirati con deroghe».
Dal 25 aprile al 1 maggio: due giorni di festa che saranno contrassegnati dalla battaglia per il diritto alla casa. Il giorno della "Festa dei Lavoratori" il Blocco Precario Metropolitano si mobiliterà per iniziare una campagna con cui si effettuerà un censimento degli immobili vuoti presenti in città: Paolo Di Vetta spiega che «dopo gli arresti di Piazza San Marco, dopo le assemblee pubbliche e i gli incontri indetti dal prefetto è necessario iniziare concretamente ad affrontare l'emergenza abitativa portando all'attenzione di coloro (prefetto, amministratori locali e associazioni di costruttori) che siederanno intorno al secondo tavolo di trattative. In quindici giorni di mobilitazione, con l'aiuto anche delle famiglie iscritte nelle nostre liste, riusciremo a individuare una buona parte di quei 50mila alloggi che chiediamo per fronteggiare l'emergenza e metteremo così la politica e le istituzioni davanti a una concreta soluzione da mettere in atto in breve tempo. Da Fomentano all'Ardeatino, fino ad arrivare sulla Tiburtina, abbiamo già individuato centinaia di immobili inutilizzati: ribadiamo che a Roma non serve altro cemento».