LOMBARDIA, AUMENTI FINO AL 72% PER GLI AFFITTI DELLE CASE POPOLARI

Milano -



Sono sproporzionati e colpiscono i più svantaggiati secondo il
sindacato. ''La legge si basa su un presupposto sbagliato'', spiega
Pierluigi Rancati del Sicet Lombardia.

MILANO - Gli aumenti dei canoni d'affitto delle case popolari, entrati
in vigore dal 1° gennaio 2008  e che interessano 170mila famiglie in
Lombardia, sono iniqui e sproporzionati. Lo denunciano i sindacati
Sicet, Sunia, Unione Inquilini e Uniat, che per domani hanno
organizzato una manifestazione davanti alla sede della Regione Lombardia (alle ore 16.30) per chiedere la modifica della legge regionale 27/07, la revisione dei criteri di calcolo dei canoni e misure per rimediare
all'iniquità degli aumenti. "Questa legge si basa su un presupposto
sbagliato -spiega Pierluigi Rancati, segretario del Sicet Lombardia-
perché, per il calcolo del canone, attribuisce agli immobili un valore
di base troppo elevato rispetto ai costi di costruzione dell'edificio".

Secondo i dati forniti dai sindacati, infatti, la Regione ha ridotto a
due le classi per calcolare il valore del costo delle costruzioni:
1.000 euro/mq per gli alloggi costruiti prima del 1977 e 1.250 euro/mq per quelli costruiti o ristrutturati dopo il 1976. A fronte di un valore
reale, per uno stabile di edilizia popolare, che va da 800 a un massimo
di 1.000 euro/mq. "Essendo sbagliato il punto di partenza, anche il
calcolo degli indici è sballato - aggiunge Pierluigi Rancati -. Per cui
gli aumenti dei canoni di locazione sono sproporzionati".

A rimetterci sono le persone che si trovano in condizioni più
svantaggiate. A parità di alloggio (60 mq in uno stabile di vecchia
costruzione in zona semi-periferica di Milano) una famiglia di quattro
persone, con un reddito complessivo di 14mila euro, avrà un aumento del
43% (da 849 euro all'anno a 1.216 euro), mentre una medesima coppia con due figli e un reddito di 28mila euro andrà a pagare il 12% in più,
passando da 1.840 euro a 2.061 euro all'anno. Simile la disparità fra
gli inquilini che, a parità di condizioni economiche, vivono negli
stabili più degradati e quelli che abitano in appartamenti più recenti.
Una famiglia di quattro persone, con reddito di 14mila euro all'anno,
che vive in uno stabile in zona periferica di Milano costruito nel 1965
pagherà il 72% in più (da 1.019 euro a 1.757 euro all'anno), mentre la
stessa famiglia, che vive in un alloggio di recente costruzione, avrà
un incremento del 36% (da 1.649 a 2.240 euro all'anno). (Ilaria Sesana)

07 - 04 - 2008