NASCE IL "COMITATO TIBURTINA PER L'USO PUBBLICO DELLE CASERME"

Roma -

 Il 21 dicembre si è svolto un incontro ufficiale tra forze politiche, associazioni culturali e comitati locali che intervengono, a vario titolo, nel territorio del V Municipio di Roma.

Tema in discussione il "Piano di alienazione e valorizzazioni degli immobili militari della città di Roma", come da delibera del Comune di Roma n. 6/2010 del 29/10/2010.

Con questo atto amministrativo in sostanza si cedono al privato miglior offerente, strutture importanti della nostra città: quindici caserme transitate al Comune di Roma dal Ministero della Difesa, in forza del federalismo fiscale. Solo una quota minima viene riservata alle esigenze dei territori (case popolari, servizi sociali e culturali, ecc.). Si orienta il patrimonio pubblico verso il mercato con il rischio concreto di nuove strutture commerciali (centri commerciali, banche, uffici) e speculative (edilizia privata).

Nel V Municipio sono presenti ben due forti : la caserma "Ruffo" ( via Tiburtina 780) e la caserma Gandin (via del Forte di Pietralata 7).

Sono entrambi di notevole dimensione (rispettivamente 25,4 e 23,8 ettari) e rappresentano un’ occasione straordinaria per ridisegnare il territorio della Tiburtina , per realizzare le tante attese sociali di questa periferia trasformandola finalmente in una parte di Roma Capitale.

Sulla delibera tutte le organizzazioni presenti hanno espresso parere fortemente negativo e la necessità di costruire il massimo di lavoro territoriale e cittadino per tentare di determinare un ritiro della delibera stessa o un capovolgimento dei suoi indirizzi.

La necessità di rispondere ai tanti bisogni sociali e territoriali giustificano questa comune impostazione. La disponibilità delle aree militari offre infatti alle collettività l’occasione di definire nuove regole per la crescita urbana, di operare efficacemente per la riorganizzazione del territorio a livello urbanistico, economico e sociale.

Quartieri finora separati possono essere tra loro riconnessi rimodulando così l’insieme del territorio, costruendo ricchezza funzionale delle aree urbane.

La varietà dei fabbricati e l’ampiezza delle aree rendono poi possibili molteplici destinazioni d’uso per sanare le profonde carenze che i quartieri da sempre denunciano: per l’edilizia popolare, per residenze di studenti e centri di prima o seconda accoglienza; per realizzare spazi espositivi e museali, sale per la musica e la cultura, ambienti per l’istruzione, per la socialità.

Riconnettere, arricchire lo spazio costruito con i servizi mancanti; garantire spazi per un buon vivere (qualità ambientale); registrare e accompagnare le tensioni culturali, ridefinire le relazioni con il contesto città, promuovere nuove attività e iniziative di interesse locale e a scala superiore: sono gli elementi di riflessione che in un dibattito ampio e partecipato possono determinare l’elaborazione di un programma integrato di valorizzazione sociale e urbanistica del patrimonio ex militare.

Sono altresì ben chiare (ma da approfondire ) sia le questioni di natura giuridico – amministrative legate ad un nuovo modello di acquisizione e di gestione delle caserme, sia le questioni economiche che muovono la delibera comunale e le leggi che ad essa fanno da cornice.

Riconsegnare le caserme alla gestione pubblica e all’utilizzo dei cittadini è impresa irta di difficoltà ma entusiasmante. Vogliamo e possiamo affrontarla grazie alle risorse scientifiche e intellettuali disponibili, con le cittadine e i cittadini, con le forze, le intelligenze e le sensibilità presenti nel territorio. A queste realtà organizzate o individuali rivolgiamo un appello a partecipare con la consapevolezza che la posta in gioco è la possibilità di una nuova dimensione dei nostri quartieri e della città.

Rivendicare nella città e nei quartieri il "buon vivere" non è solo il diritto alla casa e ai servizi, o il bisogno estetico (del vedere il bello) o di salubrità (camminare senza mascherina), è anzitutto il riappropriarsi democratico dei caratteri e del destino del territorio.

Nei prossimi giorni apriremo una campagna di incontro e di informazione: incontrare per riprendere il senso del nostro essere comunità, informare affinché tutti sappiano e decidano su beni che sono proprietà e storia di tutti.

L'assemblea pubblica del 14 gennaio rappresenta un primo momento di riflessione e di approfondimeto tra cittadini,  associazioni, forze sociali e politiche:  vi invitiamo a partecipare e a contribuire a questa battaglia di democrazia.

Comitato Tiburtina per l’uso pubblico delle caserme.

tel. 345.0636966