Poche case e tante difficoltà, così la graduatoria si inceppa: i dati di Roma Capitale
Graduatoria delle case popolari: altro che occupanti, i numeri forniti dal Comune di Roma confermano le responsabilità dell’Ater nel rallentamento dello scorrere della graduatoria degli aventi diritto.
Abbiamo ricevuto dal competente Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale la risposta all’accesso civico generalizzato prodotta il mese scorso, contenente le stesse richieste di informazioni sugli alloggi disponibili e/o assegnati, per ed alla graduatoria, in cui attendono un alloggio pubblico circa 18.000 nuclei familiari. Gli stessi dati erano stati chiesti all’Ater di Roma e sono stati oggetto di questo comunicato.
È interessante conoscere i dati messi a disposizione dal Comune in quanto questo ente, oltre a disporre di un proprio patrimonio, molto più esiguo rispetto a quello detenuto dall’Ater, è comunque responsabile di tutte le assegnazioni per la graduatoria ed è tenuto, al fine di espletare questo compito, a seguire un complesso iter burocratico ed amministrativo.
Detto questo, leggendo i numeri contenuti nel documento, salta subito all’occhio come Roma Capitale metta a frutto maggiormente il proprio patrimonio, risultando solo 40 alloggi vuoti, 6 per la graduatoria e 34 riservati alle operazioni in corso a Tor Bella Monaca, ricadenti nel progetto di riqualificazione effettuato coi fondi PNRR.
Senza troppi giri di parole il documento conferma che il calo della messa a disposizione di alloggi da parte dell’Ater ha avuto come conseguenza il rallentamento dello scorrere della graduatoria, cui nel 2024 sono andati assegnati 208 alloggi. Fra questi 84 sarebbero quelli messi a disposizione dall’Ater, ciò 7 al mese con un patrimonio che conta circa 20 mila alloggi in più rispetto a quello di Roma Capitale.
È inconcepibile a nostro avviso che l’Ente Regionale che gestisce la maggior quota di Edilizia Pubblica ostacoli le politiche abitative in favore dei cittadini più in difficoltà, per perseguire politiche di dismissione e canoni a prezzi quasi di mercato, tutto in nome di un bilancio da risanare. Ma è noto che l'enomre disavanzo è causato principalmente dall’assurdo pagamento dell’Imu che l’Ater deve al Comune, e dall’importo astronomico dei canoni sanzionatori, richiesti agli occupanti nei quartieri più periferici, ove le indennità possono persino superare i 1.000 euro mensili! Quest’ultimo punto è stato oggetto di una dichiarazione da parte del Commissario dell'Ater, Orazio Campo, il quale in una recente intervista ha denunciato l’indifferenza da parte della Regione Lazio alla richiesta di modifica normativa in tema di canoni sanzionatori. È interessante notare, infine, che nella suddetta intervista il Commissario ammette che molte posizioni irregolari sono dovute a problemi amministrativi e non a occupazioni in senso stretto. Ciò ribalta tutta la narrazione su cui si è basata la folle campagna che la desta ha condotto negli ultimi anni contro gli occupanti, addosando loro la principale responsabilità dell’emergenza abitativa, artificiosamente mescolata al tema della sicurezza nei quartieri.
Altro tasto dolente, infine, è quello del rifiuto degli alloggi da parte dei nuclei arrivati in assegnazione, causato spesso dalla presenza di barriere architettoniche, ulteriore prova del disinteresse che nei decenni ha interessato chi doveva promuovere politiche abitative pubbliche in grado di rendere dignitosa la vita di chi abita, o in futuro abiterà, le poche case popolari di questa città.
Asia-Usb Roma