PRESIDIO ANTI-SFRATTO A PARMA

Parma -

Evitato l'ennesimo sfratto a Parma: a essere colpita questa volta sarebbe stata una famiglia  con due bimbi,uno di un anno e una di tre abitanti in via Trento 13.Il padre è in cassa integrazione  e la famiglia si è trovata pertanto in stato di morosità con conseguente procedura di sfratto giunta nella fase esecutiva,esecuzione  che non è stata ultimata  grazie all'intervento degli attivisti della Rete Diritti in Casa che sono riusciti ad ottenere la proroga anche facendo presente che la famiglia ha 17 punti per le case popolari e che quindi sarebbe stato ancor più assurdo metterla in strada poco prima di una quasi certa assegnazione.Chiediamo ora con forza che il Comune,come sempre assente, entro il prossimo intervento dell'ufficiale giudiziario faccia anch'esso il proprio dovere o assegnando la casa popolare in tempi decenti  o trovando  una soluzione intermedia accettabile che non comporti lo smembramento della famiglia.
Purtroppo a Parma come altrove si è scelto di agevolare la libera speculazione immobiliare a danno della soddisfazione del bisogno abitativo e oggi ci troviamo con migliaia di alloggi privati invenduti a fronte di una fortissima domanda di alloggi a canone sociale, aumentata esponenzialmente in conseguenza della crisi, che non trova risposta per il semplice fatto che da oltre un decennio si sono estinte le già deboli politiche di edilizia popolare.

Questa famiglia ha però deciso di non vivere questo momento di difficoltà come una tragedia privata ma di rendere pubblica e politica la propria condizione, avvalendosi dell’appoggio di altre persone che hanno subito o sono in procinto di subire degli sfratti e del supporto militante della Rete Diritti in Casa .
Per questo chiediamo:

-UN ALLOGGIO DECENTE PER LA FAMIGLIA ENTRO IL PRISSIMO INGRESSO DELL?UFFICIALE GIUDIZIARIO
-IL BLOCCO EFFETTIVO DEGLI SFRATTI, PER FINITA LOCAZIONE E PER MOROSITA’
-L’ESTENSIONE RETROATTIVA DELLA MORATORIA SUI MUTUI A TUTTE LE SITUAZIONI IN CUI SI E’ VERIFICATA PERDITA DI REDDITO A CAUSA DELLA CRISI
-REQUISIZIONE DEGLI ALLOGGI SFITTI DEI GRANDI PROPRIETARI IMMOBILIARI E DELLE IMPRESE EDILI, CIOE’ DEI SOGGETTI CHE IN QUESTI ANNI HANNO SPECULATO ALLEGRAMENTE SUI BISOGNI ESSENZIALI ALTRUI (IN ALTERNATIVA UNA FORTE TASSAZIONE SUGLI ALLOGGI SFITTI).
-RILANCIO DI UNA POLITICA DI INVESTIMENTO NELL’EDILIZIA PUBBLICA (CASE POPOLARI) DA EDIFICARE SU AREE DISMESSE, PER EVITARE ULTERIORE CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO.
-GESTIONE PUBBLICA DELLE ASSEGNAZIONI E APPLICAZIONE CANONE SOCIALE PER GLI INTERVENTI DI HOUSING SOCIALE CHE SI INTENDONO ATTIVARE.
-ABOLIZIONE DELLA LEGGE 431/98 PER DIRE BASTA ALLA LIBERALIZZAZIONE DEGLI AFFITTI E RIPORTARLI SOTTO IL CONTROLLO PUBBLICO E PARAMETRARLI ALLA CONDIZIONE SOCIALE DI CHI ABITA.

RETE DIRITTI IN CASA

Parma, 24 gennaio 2011