RASSEGNA STAMPA: CASE, ASSEDIO ALLA REGIONE. BARRICATE CONTRO GLI SFRATTI

Roma -

EPolis Roma

di Marta Rossi

 

L'emergenza. Un migliaio di manifestanti ha assediato la sede del consiglio in via della Pisana
Movimenti, presidio alla Regione "Blocco degli sfratti e più case"
Entro la settimana prossima tavolo interistituzionale, lunedì incontro con i capigruppo

 

Roma - C'è anche Nino lo stornellatore, uno dei simboli di Trastevere sfrattato qualche settimana fa. Ci sono gli inquilini dei Colli Portuensi, che dopo lo sciopero della fame, la barricata sotto la sede della Gabetti aspettano una risposta dalla proprietà per sapere quale sarà il loro futuro. E poi inquilini da ogni parte di Roma, senza titolo, occupanti, sfrattati. Il popolo che alimenta l'emergenza casa, con la rete dei movimenti di lotta (Action, Blocco precario metropolitano, Comitato obiettivo casa, Coordinamento cittadino di lotta) dalle 11 fino al tardo pomeriggio di ieri non si è mosso dalla Regione Lazio, in via della Pisana, sede del consiglio regionale. Un migliaio di persone con gazebo, megafoni, bambini di ogni età con le bandiere in mano ha presidiato la Regione mentre una delegazione incontrava l'assessore alla Casa Mario Di Carlo e il presidente della commissione Casa e Lavori pubblici Giovanni Carapella prima e l'assessore al Bilancio Luigi Nieri dopo. Nel corso dell’incontro la rete dei Movimenti per il diritto all’abitare ha illustrato una piattaforma programmatica articolata in dodici punti. La convergenza si è registrata sulla drammaticità dell'emergenza a Roma e nei centri a forte densità abitativa nel Lazio. La disponibilità, invece, è stata quella di affrontare alcune proposte formulate, a partire da una legge regionale per il diritto all’abitare che rilanci l’intervento pubblico nel settore dell’edilizia popolare, definendo percorsi precisi, strumenti innovativi di rilevamento e risorse finanziarie. La richiesta, portata avanti dalla rete dei movimenti è l'incremento della quantità di alloggi di proprietà pubblica da destinare alle fasce sociali a rischio, prendendo in considerazione la rivisitazione dell’attuale normativa Erp (per esempio, i criteri di accesso allargati anche alle fasce medie). Entro la prossima settimana, poi, Di Carlo ha assicurato la convocazione di un tavolo interistituzionale per l'emergenza alloggiativa. Nieri, poi, ha assicurato un incontro con la capigruppo per lunedì prossimo durante il quale verrà presentata una ricognizione dei fondi per la casa.

Liberazione

 

C’è l’impegno a stanziare parte del bilancio

Roma, 5mila sfratti

30mila famiglie

in attesa di una casa

di Serena Salucci

L’estate calda dell’emergenza abitativa romana ha visto ieri i movimenti di lotta per la casa

manifestare davanti alla sede del Consiglio Regionale del Lazio. Più di mille le persone in presidio per cinque ore, per ricordare alla giunta Marrazzo che di fronte a una situazione così drammatica nessuna istituzione può rimanere immobile. Basti ricordare i 5mila sfratti esecutivi, le 30mila famiglie in graduatoria per un alloggio popolare e un 5% di mutui prima casa, a rischio di insolvenza. A questi numeri vanno aggiunte migliaia di giovani e migranti con redditi precari, e il cosiddetto ceto medio per i quali, una città come Roma, è diventata troppo costosa. Ieri le mille facce della precarietà abitativa c’erano tutte, con l’obiettivo di discutere con l’assessore regionale alla Casa, Mario Di Carlo, le proposte della piattaforma unitaria dei movimenti per il diritto all’abitare. Piattaforma che gli stessi movimenti hanno già presentato all’amministrazione comunale. Agli enti pubblici territoriali si chiede di riprendere la sovranità sul patrimonio pubblico, bloccando le vendite di alloggi comunali e popolari e acquistandone di nuovi, e di compiere delle scelte strutturali mirate alla riaffermazione di un diritto per troppo tempo negato.

Perché in preda alla febbre edilizia degli ultimi anni, a Roma ci si è dimenticati, tra l’altro, di aggiornare i parametri per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, rimasti a 26mila euro per nucleo familiare, quando la media degli affitti viaggia sopra ai mille euro. E sono rimaste lettera morta la legge sull’autorecupero, la creazione di centri di assistenza alloggiativa temporanea, le conversioni ad uso abitativo dei tanti immobili dismessi del demanio pubblico.

Una delegazione di Action, Asia RdB, Comitato Obiettivo Casa, Blocchi Precari Metropolitani e Coordinamento Cittadino Lotta per la Casa è stata ricevuta dall’assessore Di Carlo e dal presidente della commissione Casa Carapella, insieme con i consiglieri del Prc Ivano Peduzzi e Anna Pizzo. Da parte dell’amministrazione è emersa la consapevolezza della drammaticità del problema e la disponibilità a discutere alcune delle proposte, a partire da una legge regionale che rilanci l’intervento pubblico nel settore dell’edilizia popolare, per incrementare gli alloggi da destinare alle fasce sociali “a rischio”, adeguando questa definizione alle attuali condizioni economiche. Sul fronte sfratti la regione Lazio è pronta a decretarne il blocco se fosse confermata la competenza regionale in materia, secondo una recente sentenza della Corte Costituzionale. In tal caso i movimenti hanno chiesto di valutare un ampliamento anche ai provvedimenti per morosità, rimasti fuori dal blocco sfratti, in vigore fino ad ottobre, contenuto nell’ultima finanziaria.

L’impegno per lo stanziamento di una sostanziosa fetta di bilancio per l’Erp è stato confermato dall’Assessore al Bilancio Luigi Nieri, che ha ricevuto la stessa delegazione dei movimenti, dando per certa la disponibilità di fondi regionali che verranno destinati già nel prossimo assestamento di bilancio. A conferma della concordanza di vedute è stato disposto un comunicato stampa congiunto dei movimenti e dell’assessorato alla Casa. Rimane da vedere come la prenderà l’amministrazione comunale, per questo si prevede di convocare entro la prossima settimana un tavolo interistituzionale per l’emergenza alloggiativa.

 Intanto non si ferma la mobilitazione cittadina, oggi dalle 11 in poi è previsto un presidio con “stornellata di protesta” sotto l’assessorato comunale alla Casa, per chiedere che Nino, al secolo Giovanni Meloni, l’ultimo degli stornellatori trasteverini possa tornare nel suo appartamento conil figlio disabile, dopo lo sfratto esecutivo dello scorso 11 luglio.