ROMA, CASE AI POLITICI. FUORI GLI INQUILINI
Liberazione
di Daniele Nalbone
A Roma ci sono degli appartamenti, a via Pincherle 153-169, che dal luglio 2008 sono al centro di un contenzioso: la Fata Assicurazioni (Gruppo Generali), proprietaria degli immobili, li mette in vendita, gli inquilini chiedono di non essere sfrattati, la Regione Lazio interviene offrendosi di comprare i 116 immobili inoptati e salvare la situazione. Situazione che ad oggi è ancora lontana da una soluzione. Anzi, adesso si scopre che l’inizio di questa storia è da retrodatare e che è entrata in gioco la politica. Quella peggiore, quella degli affaristi.
ROMA, VIA PINCHERLE FEUDO POLITICO, CASE AI PARENTI E NON AGLI INQUILINI
Mentre gli abitanti cercavano di non perdere gli appartamenti, deputati e consiglieri spingevano amici e colleghi a comprare
Roma - Dobbiamo risalire all'aprile dello stesso anno, esattamente al giorno 9. Perché in quella data il consigliere dell'XI Municipio, Francesco Capoccia (Udc), residente proprio nello stabile in questione, invia ai suoi condomini una lettera avente come oggetto "Vendita degli immobili via Salvatore Pincherle 153 e 169". «Evidentemente» denunciano gli inquilini «papà Leopoldo, che per Fata lavorava da anni, aveva notizie di primo pelo da passare al figlio che potevano risultare comode in fase di campagna elettorale» visto che da li a pochi giorni si sarebbe votato per la carica di Presidente di Municipio, alla quale Francesco partecipa, perdendo, come rivale di Andrea Catarci.
«Vista la concreta possibilità» si legge nella lettera «della vendita da parte della Fata degli immobili, la cooperativa Sant'Egidio Srl ha presentato una proposta libera di acquisto avente ad oggetto gli stessi per poi trasferire a ciascun inquilino la proprietà esclusiva dell'immobile». In fondo alla lettera il suo telefono per raccogliere eventuali adesioni. Un atteggiamento molto premuroso se non fosse che «si trattava di una presa in giro, visto che la promessa dietro la quale firmammo la delega a trattare per noi era su una cifra di 1500-1800 euro al metro quadro» denuncia una condomina del sig.Capoccia «quando invece il mio appartamento è stato valutato 3300 euro». A luglio intanto iniziano le ufficiali manovre da parte della Fata per la vendita degli immobili: chi non riesce a trovare i soldi per portare a termine l'operazione annunciata da Capoccia mesi prima si organizza in un comitato e chiede l'intervento delle istituzioni.
Inizia così una trattativa-farsa fra la Regione Lazio e l'Ater da una parte e Area Mestre dall'altra, una società partecipata della Giacomazzi che il 22 dicembre rileva i 116 immobili inoptati dalla Fata: prima di questa compravendita, però, la compagnia assicurativa aveva pensato bene, fra il 19 e il 22 dicembre, di vendere cinque immobili - nonostante la parola data in sede di trattativa alle istituzioni che non si sarebbero alienate unità immobiliari a terzi - a parenti stretti dei politici salernitani Antonio Frunzi, (Udc, che rileva 2 appartamenti) ex sindaco e attuale consigliere comunale di San Gregorio Magno, Gaetano Pascarella, (area Ds, adesso Pd) ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Prodi, e Marzio De Nardo, (area dc) eletto in lista civica consigliere del comune di Bracigliano.
Intanto riprendono le trattative per gli immobili inoptati, ora rimasti 111. Si spera, stavolta, in una vera trattativa ma anche questa volta sparisce dal tavolo una altro appartamento, acquistato in data 7 gennaio da Ganino Caterina, residente a Buccino (Salerno), con conto corrente bancario presso la MPS di S.Gregorio Magno e uno stretto parente impegnato in politica, l'ex sindaco di Sora Francesco Ganino, ex Udc ora Pdl.
«L'iter è chiaro - commentano dal comitato inquilini - mentre delle "teste di legno" di Fata prima e Giacomazzi poi trattano con le istituzioni, il consigliere Capoccia riceve visite da parte di agenti immobiliari per mostrar loro appartamenti vuoti o, purtroppo, ancora locati. Anche ben oltre l'ora di cena, quasi di nascosto». Mentre raccogliamo la denuncia dei condomini, arriva di corsa un'altra "inquilina resistente" che ci porta una lettera, datata 5 marzo, che ha dell'assurdo: è di una "prossima acquirente" di una porzione del suo immobile (visto che questo è composto da due unità) che vorrebbe formularle, tramite lo studio legale associato Rbs&Adt Law, «una proposta economica (leggasi buonuscita) per la liberazione dell'appartamento». Ovviamente con opere murarie di divisione a carico della nuova proprietà. Intanto gli inquilini continuano nella loro lotta e, mentre lo studio associato compila la lettera, in Prefettura si tiene un incontro in cui Giacomazzi ribadisce il rifiuto dell'offerta della Regione Lazio per l'acquisto degli immobili per una cifra superiore del 10 per cento rispetto a quanto speso da Area Mestre appena due mesi prima. Quindi viene comunicato che sono in fase avanzata di vendita 98 appartamenti e che nessuno di essi sarà venduto agli attuali inquilini, peraltro non al corrente dell'operazione.
Mentre l'avvocato Perticaro, messo a disposizione delle famiglie di via Pincherle da AS.I.A. RdB, presenta denuncia presso la Procura della Repubblica «per vederci chiaro sull'ormai palese intento speculativo messo in moto da Fata prima e Area Mestre ora e sui legami di queste con le banche popolari di Lodi e Novara, ree di aver concesso prestiti per 43 milioni a una società (Area Mestre) che nasce nel 2007 con una perdita in bilancio di 27mila euro e un capitale sociale di appena 115mila, la farsa continua: il 6 marzo due coniugi di Portici (Napoli) stipulano un contratto di compravendita con Area Mestre per un appartamento al secondo piano.
E ora? Dopo l'occupazione della sede delle Generali di piazza Venezia di giovedì scorso e il partecipato corteo di venerdì, che ha visto in piazza l'intera Rete romana per il diritto all'abitare, gli "inquilini resistenti" sono riusciti a strappare un tavolo convocato dal Prefetto di Roma per il 27 marzo - in realtà in programma oggi ma spostato da Giacomazzi - tra la proprietà attuale, la Fata Assicurazioni, le Generali, la Regione Lazio, il Comune di Roma e il Municipio XI: «Il problema è che da qui a venerdì 27 chissà quanti rogiti toglieranno casa a inquilini ultrasessantacinquenni. E' inconcepibile che le vendite continuino nonostante un prefetto contrario e delle istituzioni pronte a risolvere la situazione. Questa è la prova di come le amministrazioni non possano far nulla per fermare il mostro delle speculazioni immobiliari». Intanto, però, politici campani democristiani stanno "colonizzando" via Pincherle.
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