SCARCERATI GLI ATTIVISTI DELL'8 MARZO

Il Tribunale del Riesame ha disposto l'obbligo domiciliare per Gabriele, Francesca e Sandro. L'obbligo delle firme per Sandrone, mentre rimane la precedente misura ai domiciliari per Simone.

Roma -

 

Appello alla Città Degna per un'assemblea cittadina.

COSTRUIAMO IL NOSTRO AMBIENTE, RIVOLTIAMO LA CRISI

Roma sta bruciando. Il rogo è alimentato dai poteri forti di questa città, sindaco in prima fila. Il tentativo è chiaro: spazzare via ogni forma di movimento, riportando tutto a un problema di legalità, e consegnare definitivamente la città nelle mani di speculatori e re del mattone.

Un attacco subdolo, orchestrato ad opera d'arte, che passa per il controllo serrato e censorio dei media mainstream, per gli sgomberi “senza se e senza ma” di spazi sociali e di occupazioni abitative. Che passa nella costruzione di teoremi incredibili, come nel caso dei cinque arresti dell'ex 8 marzo (occupanti di case in emergenza abitativa, accusati di estorsione, violenza privata e occupazione come mafiosi), che tentano di cancellare bisogni concreti e le vite di persone tramite la repressione e l'ordine pubblico.

Nella crisi economica, i movimenti hanno provato a immaginare le vie d'uscita, dal basso e autonome, alla svendita delle metropoli. L'hanno fatto fornendo risposte concrete ai bisogni che si palesavano, come ad esempio il diritto alla casa per tutti. Ma questo ha significato scontrarsi con chi, in questa città e in tutto il paese, ha pianificato altro, ha progettato scientificamente il miglior modo per tramutare la rendita nel nuovo modello di sfruttamento e di profitto alle spalle di chi questa crisi la avverte ogni giorno sulla propria pelle.

Un progetto che a Roma si è manifestato in tutta la sua violenza con più operazioni militari, paventate (come quella minacciata all'Horus Liberato, per l'ennesima volta, di piazza Sempione) o effettuate (come al Regina Elena). Un progetto che, a vario livello, prova a frammentare il tessuto sociale, identificando di volta in volta il “nemico” e combattendolo, sempre nel tentativo di far vivere ogni problema come diverso e diviso, creando una società a “compartimenti stagni”. Il linguaggio è sempre lo stesso: “integrazione” ed “esclusione” sono le parole chiave per tutto, dal migrante perseguito per la sua provenienza da un altro territorio; al giovane che beve per strada piuttosto che negli esosi pub legali; ai precari della formazione in lotta contro i tagli; agli studenti “guerriglieri” che immaginano un'altra università possibile; agli operai delle fabbriche; a chi difende il proprio territorio dalle speculazioni ambientali e dalla cementificazione selvaggia.

Una società, quella immaginata da questi governanti, fondata sul controllo totalitario, incentrata nell'esclusione di qualsiasi forma di diversità, stigmatizzata come patologica e da debellare, come qualsiasi epidemia.

Le lotte di queste settimane, a Roma come nelle altre città, hanno provato a rispondere a tutto questo, fornendo un preannuncio di un autunno che può essere caldissimo. Un autunno nel quale la crisi sarà durissima da sopportare, con licenziamenti, cassaintegrazione, maggiore precarizzazione e disoccupazione.

Le contraddizioni di questa società diventano sempre più spietate, in un momento in cui le rivendicazioni sociali superano qualsiasi confine, e investono tutta quanta la società, a partire dai giovani precari, costretti a pagare più di tutti il cambiamento economico con la cancellazione totale del proprio futuro, di ogni aspettativa e desiderio. Dai tagli alla formazione, alla precarizzazione totale del lavoro, all'attacco alle forme di socialità giovanile considerate non compatibili con i modelli di sviluppo, all'inaccettabilità del diritto alla casa anche per giovani, studenti, coppie.

Vogliamo, a partire dalle mobilitazioni che abbiamo costruito e affrontato insieme in questi giorni, creare uno spazio politico di confronto e di costruzione di una possibilità dal basso di autogoverno e di attacco diretto a questa crisi.

Insieme ai movimenti per il diritto all'abitare, vogliamo costruire un'assemblea pubblica che costruisca i prossimi passaggi della mobilitazione, creando connessioni metropolitane tra i vari frammenti di resistenza alla precarietà che ci vogliono imporre. Vogliamo connettere le lotte e le esperienze non per sommare le debolezze, ma per generalizzare una strategia di resistenza e di avanzamento sul terreno dei diritti sociali. Vogliamo immaginare un'altra città, quella della dignità e della sicurezza sociale.

Vogliamo farlo perchè se la crisi è globale e generalizzata, la risposta deve essere all'altezza.

LIBERTA' IMMEDIATA PER GLI OCCUPANTI ARRESTATI DELL'8MARZO!!!

 

GIOVEDI' 1 OTTOBRE h16.30 A FISICA nuovo edificio aula 7 (la sapienza) ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA

 

Studentesse e Studenti in mobilitazione dell'Università

Blocchi Precari Metropolitani

Coordinamento cittadino di lotta per la casa

Comitato Obiettivo Casa