SFRATTI: 86ENNE OTTIENE UNA NUOVA PROROGA

Roma -

 

Nonostante mercoledì scorso il Parlamento abbia approvato l’emendamento che rinvia al 15 ottobre 2008 gli sfratti riguardanti le cosiddette categorie protette (ultrasessantacinquenni, portatori di handicap, figli a carico), questa mattina a Roma, in via G. De Leva 39, nel quartiere Tuscolano, è stata concessa la forza pubblica per eseguire lo sfratto nei confronti del signor Giovanni Battista Zito, pensionato cardiopatico di 86 anni, residente nell’appartamento da quarant’anni.

 

L’AS.I.A RdB-CUB ha organizzato un picchetto per impedire l’esecuzione di questo atto di grave ingiustizia, ostacolando l’accesso alla forza pubblica e all’Ufficiale Giudiziario, e riuscendo ad ottenere il rinvio dello sfratto al prossimo11 marzo.

 

E’ apparsa decisamente eccessiva la pervicacia dell’Ufficiale Giudiziario nell’affermare il diritto della proprietà (a cui appartiene metà dello stabile di via De Leva e svariati altri alloggi nella città di Roma) all’ausilio delle Forze dell’Ordine, con la motivazione che il Decreto non è stato ancora pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. Questa rigidità cozza con lo spirito della decretazione governativa, e mostra di  non avere riguardi per l’anziano cardiopatico, che ogni volta aspetta l’esecuzione dello sfratto come una sentenza di morte. Di certo la presenza del medico e del fabbro insieme alla Pubblica Sicurezza non hanno rilassato il signor Zito.

 

L’AS.I.A ha tentato di far valere le ragioni dell’inquilino, anche consegnando la dichiarazione che attestava il possesso dei requisiti previsti dal Decreto di proroga, ma soltanto la decisa opposizione all’accesso di numerosi attivisti ha fermato l’azione di sfratto, strappando il breve rinvio.

 

Ci si domanda dunque, se di fronte ad uno sfratto tutelato dalla proroga c’è tanto accanimento, cosa accadrà per le morosità? Considerando che queste rappresentano quasi l’ottanta per cento degli sfratti in esecuzione, appare chiaro che la resistenza contro gli accessi diventa ogni giorno di più l’unica risposta all’inciviltà dello sfratto.