SFRATTI A ROMA: LA DISTANZA TRA LE PAROLE E I FATTI!

Roma -

Comunicato Stampa

CASA, SFRATTI: LA DISTANZA TRA LE PAROLE E I FATTI, SOLO LA MOBILITAZIONE IMPEDISCE CHE ANGELA E SUOI DUE BAMBINI FINISCONO IN STRADA!

IL 24 E IL 30 LUGLIO PROSSIMI SAREMO INSIEME CON GILDA E CON ANGELA PER IMPEDIRE CHE LA LORO ESTATE DIVENTI UN INCUBO.

 

Il 16 luglio scorso i movimenti per il diritto all'abitare e l'inquilinato resistente hanno incontrato il sindaco Marino. Proprio da qui è scaturita la decisione del primo cittadino di scrivere al presidente del consiglio Letta chiedendo un intervento legislativo del governo finalizzato ad una moratoria generalizzata degli sfratti.

Non conosciamo il contenuto della lettera, però sappiamo bene quello che accade in queste ore a Roma. Proprio questa mattina in via val d'Aosta, solo la presenza di un centinaio di persone solidali, ha impedito che Angela ed i suoi figli finissero in mezzo alla strada. Abbiamo assistito a scene di vera isteria da parte della proprietà e delle forze dell'ordine presenti, davanti all'impossibilità di procedere con l'esecuzione. Le proposte indecenti dell'amministrazione, rifiutate da Angela, hanno poi spinto il presidente del municipio III ad andarsene stizzito. Infine l'ufficiale giudiziario concede solo otto giorni di rinvio e quindi il 30 luglio nuovamente si presenterà la minaccia dello sgombero forzoso.

La stessa sorte può capitare a Gilda che il 24 luglio in via delle Fornaci, dove vive da più trent'anni,attende l'ennesimo tentativo di accesso, richiesto in maniera pressante dalla proprietà, un avvocato che possiede decine di appartamenti.

Le parole di Marino e il contenuto di ciò che ha scritto a Letta non rappresentano finora uno scudo nella quotidiana sequela di sfratti che vedono migliaia di persone coinvolte. Solo la lotta sta facendo la differenza e garantisce molte famiglie e tanti anziani anche soli. Riescono a rimanere nelle abitazioni dove vivono solo grazie a questa rete di solidarietà attiva che si manifesta ogni giorno con i picchetti antisfratto in giro per la città. Eppure anche il presidente del Tribunale civile Brescianosi è espresso sulla necessità non più rinviabile di una moratoria attraverso un intervento legislativo urgente.

Se il rapporto tra le parole e i fatti non cambia, noi non smetteremo di resistere anche contro il diritto proprietario. Per questo il 24 e il 30 luglio prossimi saremo insieme con Gilda e con Angela per impedire che la loro estate diventi un incubo. Nessun passo indietro finché non verranno le soluzioni.

 

Roma, 22 luglio 2013

AS.I.A.-USB

 


Si è concluso con un rinvio al 30 luglio lo sfratto di Angela e dei suoi due gemelli grazie alla mobilitazione e alla forte solidarietà degli attivisti dei BPM e dell'ASIA-USB sostenuti da numerose persone presenti in via Val D'Aosta 24.
Angela ha rifiutato di portare i propri bambini in un centro temporaneo di accoglienza non ritenendolo un luogo dignitoso per la crescita dei suoi figli, già provati da una difficile situazione familiare.

L'ASIA ribadisce la necessità di fermare tutti gli sfratti e di mettere in campo contemporaneamente tutte le risorse disponibili (a partire dall'uso dalle centinaia di milioni di euro che la Regione Lazio non spende da più di dieci anni, destinate alla casa) per costruire un piano per dare una soluzione abitativa vera alle famiglie senza casa o e a quelle che la stanno perdendo.


Emergenza casa, Asia Usb e movimenti bloccano lo sfratto di Angela e i suoi bambini

Emergenza sfratti: Asia Usb ne blocca uno in via Val D'Aosta

Alla fine, tutto è stato rimandato al 30 luglio prossimo. Ma il sindacato di base lancia l'allarme: nei prossimi giorni almeno quindici sfratti

Un centinaio di persone del sindacato di base Asia Usb e dei movimenti per il diritto all'abitare questa mattina ha bloccato uno sfratto in via Val D'Aosta 24. A rischiare di essere cacciata dalla propria abitazione con la forza pubblica è Angela, quarant'anni, madre di due gemelli di dieci anni. Da quando ha perso il lavoro circa due anni fa non è più riuscita a pagare l'affitto della sua casa, circa 40 metri quadrati, e questa mattina è stata la decima volta che l'ufficiale giudiziario le ha 'bussato' alla porta.

Almeno per oggi, il picchetto antisfratto, ha raggiunto il suo scopo anche se gli attivisti sono sono dovuti rimanere fuori dal suo ingresso fino alle due e mezza di pomeriggio per allontanare lo sfratto. Tutto, però, è stato rinviato di pochi giorni, al 30 luglio prossimo.

A casa di Angela questa mattina si è presentato anche il presidente del III municipio, Paolo Marchionne che le ha offerto un posto in una casa famiglia. Ma Angela, per ora, ha preferito affrontare lo sfratto piuttosto che crescere i suoi figli in un centro di accoglienza.

In occasione dello sfratto di questa mattina, Asia Usb e Blocchi precari metropolitani hanno puntato il dito verso la richiesta di una moratoria degli sfratti avanzata al governo sia dalpresidente regionale Nicola Zingaretti sia dal sindaco di Roma Ignazio Marino. “Questa è la realtà quotidiana nella nostra città che fa pensare che a nulla sono servite quelle richieste” scrive Asia Usb.

L'allarme sfratti inoltre è aggravato dal fatto che Angela, a Roma, non è la sola a rischiare di essere cacciata da casa. Come spiega Angelo Fascetti di Asia Usb “proprio questa mattina sono state notificate a numerosi inquilini della Cassa geometri le richieste di sfratto per finita locazione, dopo che gli stessi non hanno accettato i rinnovi contrattuali con richieste di aumento fino al 100% (canoni richiesti di 1400/1700 euro mensili)”. Ma il 'calendario degli sfratti' non finisce qui. “Una quindicina, la maggior parte dei quali dell'ente Enpaia, sono in programma per i prossimi quindici giorni. E già altri sono stati fissati per settembre”.

Ylenia Sina - 22 luglio 2013


Casa, presidio Asia-Usb contro lo sfratto di Angela e dei suoi figli

Il caso

Per la donna è già il terzo sfratto per morosità. Un picchetto, dalle 8 di questa mattina, ha tentato di bloccare il decimo accesso dell'ufficiale giudiziario all'interno della sua abitazione

Una cinquantina di persone, tra delegati dell'Asia Usb, un folto gruppo di extracomunitari, la maggioranza sono sudamericani, ragazzi dei centri sociali, occupanti ed altre vittime dell'emergenza abitativa si stringono intorno ad Angela, quarantenne, madre di due gemelli di dieci anni, un maschio ed una femmina. Per lei è già il terzo sfratto per morosità. Un picchetto, dalle 8 di questa mattina, ha tentato di bloccare il decimo accesso dell'Ufficiale giudiziario all'interno della sua abitazione in via Val D'Aosta 24. Non si può parlare di appartamento, Angela, infatti, vive in un ex lavatoio di 35 mq, senza riscaldamenti, con un condizionatore che porta sollievo ad agosto ma non a gennaio.

I bimbi dormono nello stanzino, non si rendono realmente conto di cosa sta succedendo e con un sorriso accolgono e salutano educatamente le tante persone che entrano ed escono per parlare con la loro mamma. Angela ha perso il lavoro circa due anni e mezzo fa, aveva tentato di aprire una sua attività, un negozio di parrucchiera a gestione individuale, ma non è riuscita sostenere i costi. I problemi economici sono iniziati nel 2001/2002, con l'arrivo dell'euro e nel 2008 è stata costretta a chiudere il primo negozio. Circa un anno dopo, in via valle Borbera, Angela ci prova un'altra volta ma fallisce anche il secondo tentativo, sia per motivi economici sia a seguito di screzi familiari.

Il primo sfratto l'ha costretta ad andare via dal suo appartamento in via Val Chisone, per il quale pagava 650 euro di affitto, si trasferisce, quindi, in via di Valle Borbera, dove aveva avviato la sua attività. Ora si trova in via di Val D'Aosta, dove aveva trovato un lavoretto nella cucina dell'Osteria Palazzo, un ristorante proprio sotto casa.

"Avevamo pattuito 40 euro a sera, lasciavo i bambini soli dalle 18 all'1 di notte per guadagnare qualcosa, quando non riusciva a tenerli il mio compagno", racconta Angela, una donna cordiale, disponibile e con il sorriso sulle labbra, nonostante tutto. Un sorriso che, però, nasconde delusione, sfiducia e paura per il futuro. Gli occhi non riescono a mentire. "Il primo giorno mi hanno pagata, poi hanno iniziato a darmi 30 euro un giorno si e 3 no. La rumena che lavorava con me, però, la pagavano di nascosto. Quando l'ho scoperto me ne sono andata".

Ora ha quasi smesso di cercare lavoro, ha paura che questa situazione si ripeta, poi non saprebbe a chi lasciare i bambini. Intanto la Caritas le porta un pacco viveri che l'aiuta per la spesa. Anche la vita sentimentale di Angela non è una passeggiata. Il destino sembra sempre accanirsi su chi già deve lottare con le unghie e con i denti per andare avanti. Con il padre dei gemelli, il matrimonio è finito nel 2006, ma il divorzio è arrivato, ufficialmente, lo scorso due novembre. "Me l'ha chiesto lui, forse per risposarsi con la sua attuale compagna, con cui aveva avuto una relazione prima che arrivassi io ed ora hanno un figlio. Quando ancora stava con me, aveva iniziato una relazione con una collega dell'ospedale dove lavorava come portantino. Ha messo incinta anche lei, poi l'ha lasciata e non le dà nulla per il bambino. Ha ricevuto parecchie denunce anche da lei. Come posso fare affidamento su quest'uomo?", si chiede Angela. Per venti giorni, I bambini hanno vissuto da lui, "con mia madre avevano convinto i servizi sociali che io non fossi una buona madre, non volevano più farmeli vedere".

Ora, il mantenimento dell'ex marito le garantisce da 200 a 350 euro al mese, ma non possono bastare. L'attuale compagno, Davide, lavora in un supermercato, l'Elite di zona, guadagna circa mille euro al mese e vive ancora con i genitori, che non hanno palesato l'intenzione di darle una mano, "se non me lo chiedono loro, non posso obbligarli ad ospitarmi, mio suocero lavora in banca, non riesce a comprendere o giustificare una persona che non paga - commenta Angela - Poi ogni genitore pensa sempre che il proprio figlio meriti il meglio".

Angela, per ora, lavora a casa e riesce a guadagnare anche 800 euro, solo l'affitto dell'ex lavatoio ha raggiunto i 1028 euro. Ora è in corso la trattativa con l'Ufficiale giudiziario, l'avvocato Gianluca di Giorgio, il vice ispettore di Polizia e l'ispettore Aldo Muggeo. Insieme a loro c'è Paolo Marchionne, il presidente del III Municipio, due delegati Asia-Usb,Paolo e Giacomo. "Le abbiamo offerto un posto in un centro di accoglienza, non abbiamo ancora ricevuto una risposta", dichiara un rappresentante del Servizio di emergenza del Comune.

Federico, un militante dell'Asia-Usb, ricorda che "il 16 abbiamo avuto un incontro con il sindaco Ignazio Marino che, su nostra spinta, ha inviato una richiesta di moratoria degli sfratti. Vogliamo capire, allora, perchè non si può aspettare ancora qualche giorno e vedere cosa riescono a fare le istituzioni per aiutare questa donna. Due bambini non possono vivere in un Centro d'accoglienza, Angela non accetterà".

"Che fine ha fatto la legge sul passaggio da casa a casa per gli aventi diritto, perchè non ne parla nessuno?", si chiede un altro esponente dei Movimenti per la casa. Fino a che non si arriverà ad un accordo con Angela, ne' il presidente del Municipio, ne' l'ispettore, ne' i rappresentanti del Comune rilasceranno ulteriori dichiarazioni.