Sfratti e bollette, cresce l'emergenza
Con la perdita del lavoro sempre più famiglie non pagano. Dal Comune 29 milioni per le fasce deboli
Sfratti e bollette: cresce l'allarme sociale. A cui si aggiunge la perdita del lavoro, con casi in continuo aumento. Sono le emergenze di Verona per il 2014 appena cominciato, in linea con l'«annus horribilis» 2013. Scatta questa fotografia l'assessore comunale a servizi sociali, famiglia e pari opportunità Anna Leso, sempre più alle prese con nuove emergenze che richiedono risposte altrettanto nuove. Tipo? «Mettendo più sociale nel sistema Verona», risponde.
Pagare l'affitto, anche nelle case popolari, e le bollette di acqua, luce, gas e raccolta rifiuti, sta diventando un ostacolo quasi insormontabile. Anche per famiglie che sino a qualche anno o mese fa non avrebbero mai pensato di finire al di sotto della soglia di povertà.
Il profilo del cinquantenne, licenziato, con un mutuo da pagare, o con una separazione dal coniuge che raddoppia le spese, pur in assenza di figli, è un caso sociale sempre più frequente anche a Verona. Nelle mense dei poveri vanno a consumare il pasto nel 30-40 per cento dei casi anche quarantenni veronesi, sia uomini che donne, magari laureati, rimasti senza lavoro.
«Il periodo è durissimo», spiega l'assessore Leso, «visto che nel 2013 abbiamo avuto due milioni e mezzo in meno dallo Stato e per fortuna la Fondazione Cariverona ci ha dato qualcosa di più. Ma a Verona anche il fronte del disagio sta cambiando: sempre di più, infatti, si avvicinano ai servizi sociali persone e famiglie che devono adattarsi a chiedere un aiuto, mentre finora per orgoglio erano convinte di riuscire a cavarsela da sole».
La famiglia d'origine, come fa notare la Leso, resta comunque «un ammortizzatore sociale fondamentale, anche se le risorse a disposizione calano. Il lavoro che non c'è resta il problema fondamentale e il Comune può fare poco. Serve la filiera Stato-Regione-Provincia-Comuni». Quante sono le risorse a disposizione per il sociale nel bilancio previsionale 2013, approvato da poco? La somma — precisa la Leso — è di circa 29 milioni, di cui 2,4 milioni dati al Comune dalla Fondazione Cariverona: 1,2 milioni per anziani e adulti; 900mila euro per famiglie in difficoltà con minori; 300mila per la prima accoglienza.
Ma con queste emergenze e con questi numeri, quale sarà la strategia del Comune? «Operare per rafforzare il sistema Verona per il sociale», sottolinea la Leso, «sia per quanto riguarda le situazioni di emergenza e rischio che per prevenire il disagio. Ma la città è una rete di persone e famiglie e ora non è più attuabile una presa in carico delle persone da parte soltanto dei settori che si occupano istituzionalmente della loro cura, siano essi sociali, socio-sanitari, educativi scolastici».
Quindi? «Il mio impegno per il 2014 sarà rafforzare il dialogo con le diverse realtà del sistema cittadino, sensibilizzare a tutti i livelli sulla reale situazione e far maturare una più solida culturea della solidarietà e condivisione. Continueremo a lavorare dal basso», conclude la Leso, «con l'impegno quotidiano nei servizi e con le associazioni e imprese sociali che operano con noi al servizio della città»
Enrico Giardini