GLI UNICI IMMOBILI DISPONIBILI A ROMA SONO GLI AMMINISTRATORI COMUNALI
L’iniziativa presa questa mattina presso l’assessorato al patrimonio del comune di Roma è stato un atto dovuto e un’apertura di campagna autunnale per il diritto alla casa.
La grave decisione di bloccare le assegnazioni di quelle poche case popolari disponibili aggrava la già pesante situazione alloggiativa romana e nasconde l’assenza di un piano casa in grado di affrontare la drammatica emergenza abitativa esistente nella capitale.
A Roma sta avvenendo di tutto: dismissioni, sfratti, caro affitti, insolvenza nei mutui, ecc e l’unica misura messa in campo riguarda i criteri di assegnazione degli alloggi popolari.
Ci aspettavamo decisamente qualcosa di più.
L’incapacità di intervenire con autorevolezza sulla questione Enasarco e il far finta di niente sul fatto che il 15 ottobre prossimo scade la proroga per le categorie
protette colpite da sfratto, accanto alla mancata presentazione di una politica abitativa rapportata alle propagandistiche promesse elettorali, ci costringono a prendere con determinazione l’iniziativa nei confronti dell’amministrazione comunale.
Quello che è avvenuto questa mattina non riguarda solo la necessità di sbloccare le assegnazioni ma rappresenta una chiusura di credito nei confronti di Alemanno e di Antoniozzi.
La vertenza è aperta e le soluzioni vanno messe nero su bianco, come ha fatto la Regione Lazio<personname u2:st="on" productid="la Regione Lazio"></personname> con gli inquilini di viale Colli Portuensi e di via Pincherle.
Per questo costruiremo altre iniziative come quella di stamattina con il censimento dal basso di uno stabile abbandonato in via dei Castani 44, verso una mobilitazione di massa in Campidoglio entro il mese di ottobre.