NON PAGHIAMO NOI! GENERALIZZARE LO SCIOPERO, UNIRE LE LOTTE

Roma -

Non paghiamo noi!
Generalizzare lo sciopero, unire le lotte

Il 17 ottobre tutte le sigle del sindacalismo di base hanno convocato uno sciopero generale e una manifestazione nazionale contro le politiche del governo Berlusconi. Questo sciopero però, a differenza degli altri anni, si colloca all’interno di un contesto globale caratterizzato da una crisi economica e finanziaria senza precedenti. Al fallimento di alcuni tra i più grandi colossi bancari statunitensi ed europei si accompagna una dinamica di recessione le cui conseguenze sociali ancora non siamo in grado di prevedere. Ma c’è di più.

Dopo anni di euforia capitalistica dove sembrava incontrastata la retorica neoliberista sull’infallibilità del mercato, assistiamo in questi giorni ad un strano spettacolo, riproponendo un vecchio canovaccio che vede lo Stato "assistere" e salvare i disastri finanziari causati dal capitale globale. Ci sarebbe da ridere se non fosse che i costi di questa crisi verranno scaricati ancora una volta sulla vita delle persone.

Lo Stato rimette gli utili sul mercato e fa pagare i costi alla società. È uno schema che conosciamo e che abbiamo visto all’opera in questi giorni in Alitalia. Tuttavia nonostante il governo di centro destra abbia già presentato provvedimenti che tagliano indiscriminatamente la spesa pubblica, attaccano migranti e precari, colpiscono duramente il Welfare e si apprestano a cancellare le seppur minime garanzie della contrattazione sul lavoro, dalla società provengono segnali incoraggianti.

Dai lavoratori dell’Alitalia che hanno rifiutato il vergognoso accordo proposto dalla CAI, fino alla lotta degli insegnanti e delle famiglie contro il "maestro unico" e i tagli alla scuola pubblica, passando per le mobilitazioni dei migranti che hanno con forza reclamato la propria dignità di cittadini e lavoratori a Castel Volturno, a Pianura e a Milano, così come degli abitanti che difendono i propri territori e la propria salute dalle speculazioni.

Questo sciopero, quindi, assume un significato particolare e si inserisce all’interno di uno scenario di crisi economica che verrà usata per comprimere ancora di più i diritti e l’autonomia delle persone. Schiacciamento verso il basso dei salari, dequalificazione della formazione, segmentazione del mercato e declassamento della forza lavoro sono le caratteristiche salienti di questa controffensiva che, in Italia, vede nel governo Berlusconi l’interprete principale. Allo stesso tempo, l’opposizione "ombra" di impronta istituzionale è completamente subalterna alle politiche governative.

A fronte di questo si assiste all’emergere di esperienze di lotta che mettono sempre più in crisi la rappresentanza dei sindacati confederali, definendo nuovi spazi di autonomia e autorganizzazione. Ma occorre fare i conti con la repressione mossa a Chiaiano e a Vicenza, disinnescare il meccanismo perverso della "guerra tra poveri" che si sta mediaticamente alimentando, avere la forza di rispondere al disastroso asservimento di Cigl, Cisl, Uil visto in Alitalia.

Occorre quindi costruire una giornata di mobilitazione che sappia parlare la lingua del conflitto sociale a partire dalla constatazione che le lotte nei "luoghi di lavoro" devono superare il loro perimetro ed estendersi alla società per essere efficaci. L’estensione della giornata lavorativa, la nuova qualità del modo di produrre, l’investimento dell’intera vita all’interno del lavoro rischiano di far venire alla luce la limitatezza delle tradizionali forme di lotta. C’è bisogno di una stagione di sperimentazione che sappia costruire nuove forme di conflitto adeguate al presente che viviamo.

Per questo la Rete dei centri sociali romani, i movimenti di lotta per la casa, le reti studentesche ed universitarie intendono promuovere un percorso cittadino di discussione e di organizzazione per estendere la pratica dello sciopero alla città e ai diversi soggetti sociali che vivono sulla propria pelle le conseguenze della precarietà, del caro vita, della negazione di diritti inalienabili.

Un progetto ambizioso, certo, ma segnato dall’urgenza di mettere al centro della nostra attenzione e della nostra pratica la generalizzazione delle vertenze e delle lotte sociali. I centri sociali in questi anni hanno sempre più animato ed incrociato i percorsi delle reti sociali in lotta nella nostra città. Questo terreno di sperimentazione va oggi messo in comunicazione. Per questo invitiamo i comitati del No e le reti per la difesa dei beni comuni, degli studenti, dei migranti, dei precari, degli occupanti di case, a partecipare all’assemblea pubblica di martedì 14 ottobre alle 17 al centro sociale Ex Snia Viscosa, via Prenestina 173. Per costruire un’iniziativa comune nella giornata dello sciopero generale e generalizzato e per dire alla città che non siamo disposti a pagare la loro crisi.

La nostra dignità non è negoziabile
Reddito e diritti per tutti!

Rete dei centri sociali - Rete dei movimenti di lotta per la casa - Rete per l’autoformazione La Sapienza