Bologna: di nuovo in emergenza gli inquilini di via Stalingrado 86/96
L’ultimo incontro, nel mese di maggio di quest’anno, tra sindacato inquilini e comune si era concluso con la volontà unanime di trovare una soluzione al di fuori di via Stalingrado, date le difficili condizioni abitative, ma non avevamo trovato le proposte dell’amministrazione comunale accettabili e furono respinte già al momento. Ad oggi questo piano di “svuotamento” comincia a essere messo velocemente in pratica, trattando la questione singolarmente e inviando lettere che minacciano lo svuotamento coatto e l’acquisizione della posizione di “occupanti senza titolo” se non si accetta la proposta di un appartamento a prezzo di mercato. Questa strada non è percorribile. L’amministrazione locale deve riconoscere il disagio abitativo e la condizione di inquilini ai residenti di via Stalingrado. Infatti gli stabili pur avendo la denominazione di “centro di accoglienza” hanno visto per lo più situazioni stanziali e non transitorie, come i contratti annuali rinnovati per più di un decennio avrebbero voluto far credere. La volontà oggi dell’amministrazione di riappropriarsi dell’area sta facendo in modo che si portino tutti i contratti a scadenza senza rinnovarli (per questo la posizione di occupanti senza titolo e non di sfrattati), azzerando le lotte e le occupazioni dei primi anni ’90, poi legalizzate e un decennio di affitti e utenze pagate.
L’amministrazione deve quindi riconoscere la condizione di inquilini agli attuali abitanti degli stabili di via Stalingrado 86/96, e arrivare a una soluzione collettiva economicamente sostenibile e trasparente. Non deve quindi svolgere il ruolo dell’intermediatore immobiliare proponendo affitti a prezzi di mercato, ma deve trovare una soluzione all’interno dell’edilizia residenziale pubblica senza discriminare fra nuclei familiari e “singoli”, che poi spesso lo sono solo perché non possono ottenere il ricongiungimento familiare.
Questa situazione, per quanto emergenziale, è il frutto delle politiche abitative perseguite dall’amministrazione pubblica, sia regionale che comunale, negli ultimi anni. La riduzione del patrimonio immobiliare pubblico, grazie a vendite e cartolarizzazioni, l’aziendalizzazione degli istituti autonomi case popolari e la svendita di terreni edificabili a colossi della speculazione edilizia in cambio di misere percentuali di abitazioni locate con discutibili affitti calmierati ha fatto si che anche le amministrazioni contribuissero all’abbandono della concezione della casa come bene comune. Tutto questo percorso ha inoltre spinto gran parte della popolazione alla scelta di “comprar casa”, accendendo mutui oggi non più sostenibili. Le amministrazioni si considerano ormai esse stesse soggetti privati e quindi portano avanti politiche che guardano al profitto e non ai diritti dei cittadini, e soprattutto di quelli economicamente più deboli. Solo un’inversione di tendenza delle scelte politiche ed economiche potrà evitare che situazioni come via Stalingrado siano presto all’ordine del giorno. E’ per queste ragioni che gli inquilini di ASIA-RdB di via Stalingrado si mobiliteranno nei prossimi giorni.
Associazione Inquilini Assegnatari-RdB Bologna
Per ASIA-RdB
Lidia Triossi
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