ROMA: FONDO PENSIONE DI TRIESTE PREPARA GLI SFRATTI PER 40 FAMIGLIE

CRONISTORIA DELLA LOTTA PER LA CASA DEL COMITATO INQUILINI DI COLLI PORTUENSI 187 ROMA

Roma -

Siamo 67 famiglie di quattro palazzine attigue, ubicate in Viale dei Colli Portuensi 187 a Roma; gli immobili hanno una vetustà di circa 40 anni e sono di proprietà del Fondo pensioni dei dipendenti della ex Cassa di Risparmio di Trieste Banca S.p.a., ENTE MORALE, con personalità giuridica di diritto privato, Costituito con ordine N° 79 del 12/05/1952 del Governo Militare Alleato (G.M.A.) e modificato con D.P.R. n. 1668 del 12/03/1954, nonché con D.P.R. n. 1000 del 20/11/1986 (G.U. n.33 del 10/02/1987).

La Cassa di Risparmio di Trieste Banca S.p.a. in data 01/07/2002, nell'ambito del processo di riorganizzazione societaria del Gruppo Unicredito Italiano, è stata fusa per incorporazione nell'Unicredito Italiano S.p.a.

Il 27 febbraio 2007 la Proprietà ci comunica la volontà di vendere, a prezzi miliardari, le nostre case occupate, vetuste e mantenute solo per la cura degli inquilini, con la scadenza per la prelazione al 30 aprile.

Il prezzo di vendita è di € 500.000 circa per una unità immobiliare occupata di 90 mq calpestabili, senza cantina e box, oltre le imposte di legge. Una stima dello stesso immobile, fatta da un C. T. U. del Tribunale per conto del Comitato ha dato un valore di € 290.000; ci deve pur essere un via di mezzo tra questi due valori!

Il 22 marzo il XVI Municipio, al quale ci siamo immediatamente rivolti, vota un ordine del giorno all’unanimità, con il quale si chiede l’apertura di un tavolo di trattativa e di recente, poiché la situazione rimane critica, il Consiglio comunale di Roma vota una mozione unitaria, nella seduta del 2 luglio 2007.

L’8 maggio, alla presenza del Presidente Bellini del XVI Municipio e dell’On. Galloro, delegato del Sindaco Veltroni all’emergenza casa, incontriamo in Campidoglio due funzionari del Fondo Pensioni che si mostrano disponibili ad aprire una trattativa.

Il 23 maggio l’On. Galloro fa dunque la sua proposta, sulla base dei bisogni reali delle famiglie coinvolte. Il Fondo comunica all’On. Galloro che la decisione finale sarà presa dal C.d.a. il 21 giugno 2007, e ci concede una proroga al 30 giugno 2007.

Ai primi di giugno vi è una chiusura improvvisa di ogni trattativa, con queste “concessioni”:

-il 3% di sconto % se acquistiamo il 50% degli appartamenti;

-il 5% se ne acquistiamo il 70%;

-la tutela solo per due famiglie con situazioni di handicap gravissime;

-la proroga fino a dicembre 2007 per i contratti già scaduti.

Come può facilmente immaginare, il 3% di sconto sul prezzo richiesto non cambia la nostra capacità di acquisto e le tutele necessarie sono ben altre!

Grazie poi all’intervento del Ministro Ferrero e alle continue richieste dell’on. Galloro, la proprietà si dichiara disponibile ad un secondo incontro che sarebbe dovuto avvenire a Roma tra il 25/28 giugno.

L’incontro è rimandato per ragioni a noi incomprensibili. Per dimostrare, tuttavia, la sua “buona volontà”, il Fondo decide di spostare alla fine di luglio la scadenza della prelazione all’acquisto concessa agli inquilini, congelando così la situazione.

Il 16 luglio 2007 il Comitato e l’on. Galloro ricevono un fax che comunica la decisione irrevocabile del Fondo di non incontrarci e di non concederci nulla di più.

Il 30 luglio circa 20 inquilini, sotto la pressione della Gabetti che paventa la perdita degli appartamenti con l’apertura della vendita a terzi, decidono di acquistare. Gli altri, ormai disperati, si rivolgono alla Con.It. Gestione immobiliare che è stata soggetto attivo, nel recente passato, in molte trattative, anche con la mediazione dei sindacati inquilini e dell’Amministrazione comunale di Roma.

Il 15 ottobre 2007 la Con.It presenta al Fondo una proposta di acquisto in blocco dell’invenduto chiedendo una riduzione del 20% circa sul prezzo complessivo da trasferire a tutti gli inquilini che possono acquistare e assumendosi per intero l’onere delle tutele degli altri. La richiesta viene bocciata. Dietro forte insistenza, il presidente del Fondo si dichiara disposto ad analizzare una ultima proposta di riduzione del 14,5%.

Giovedì 25 ottobre anche questa proposta è stata bocciata! E, per punizione, anche il 3% di sconto precedentemente concesso è stato azzerato.

L’obbligo è quindi di acquistare a prezzo fisso o rinunciare alla casa..

E i nostri ultrasettantacinquenni ? E i nostri minori? E le persone sole, monoreddito, malate, ecc.?

Sappiamo (per averlo detto i rappresentanti del Fondo ) che questa operazione finanziaria può essere conclusa nei prossimi 4 anni.

E allora, perché tanta fretta? C'entra forse la Gabetti S.p.a., purtroppo coinvolta dal Fondo nella vendita? Nell’incontro dell’8 maggio i rappresentanti del Fondo ci hanno infatti comunicato che l’invenduto sarà rilevato dalla Gabetti con il 15% di sconto. Perché alla Gabetti si e a noi no?

Quello che ci indigna, in questa nostra vicenda, non è solo non aver ottenuto alcun risultato, ma anche il fatto che il Fondo Pensione, Ente Morale ed Unicredit, che si vanta delle sue Missions socio-ambientaliste (vedi la difesa del Panda), non debbano riconoscere a noi la stessa attenzione e la stessa dignità del nobile animale.

Non è prassi normale in tutti i paesi civili che in una compravendita le parti si incontrino per discuterne?

È urgentissimo per noi chiedere a chiunque di aiutarci a far ragionare la Proprietà, per impedire che le nostre case siano vendute ad altri e che le fasce deboli siano drammaticamente abbandonate a loro stesse, cosa che accadrà già nei prossimi giorni.

N.B. per qualsiasi ulteriore chiarimento è a sua disposizione il presidente del Comitato inquilini sig. Marisa Falovo (3338259126).

 

Roma 29/10/2007

 

Comitato Colli Portuensi 187